Automotore FS 206

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Automotore FS 206
Locomotiva Diesel
Sogliole 206
Anni di costruzione 1931-1932
Anni di esercizio 1931 - 1984
Quantità prodotta 10
Costruttore Officine Costamasnaga Como
Dimensioni 3.400 mm x ??? x ???
Passo dei carrelli 2.775 mm
Massa in servizio 5.500 kg
Massa aderente 5.500 kg
Rodiggio B
Diametro ruote motrici 500 mm
Potenza oraria 59 kW
Velocità massima omologata 30 km/h
Alimentazione Benzina o Gasolio

Gli automotori del gruppo FS 206,[1] e i successivi FS 207 e 208 sono comunemente conosciuti con i soprannomi di "sogliole" e in particolare gli automotori dei gruppi FS 207 e 208 sono conosciuti anche come "i Badoni" poiché come i successori dei gruppi 210 e 211, sono una realizzazione della fabbrica Antonio Badoni Lecco (ABL), su licenza della fabbrica tedesca Breuer, mentre il gruppo 206 venne realizzato sempre su licenza Breuer dalle Officine Costamasnaga di Como.

Automotore da manovra 206.006 presso il deposito locomotive di Treviso

Il nomignolo di "sogliola" venne loro assegnato a causa della loro forma tipica: la cabina di manovra, unica e centrale era stretta e verticale, atta ad occupare pochissimo spazio tra i rotabili trainati, come del resto era contenuta la lunghezza complessiva di tutto il rotabile. In Nord Africa vennero invece chiamate "scatole di sardine" o anche "armadi viaggianti".

Nelle intenzioni progettuali il rotabile era destinato alle manovre nei piccoli scali ferroviari, nei depositi, nei raccordi civili e militari, di semplice manovrabilità e quindi adatto ad un uso universale.

Gli automotori del tipo "sogliola" vennero forniti anche all'Esercito, all'Aviazione e alla Marina italiana e prestarono servizio anche in Nord Africa nell'ultima guerra[2]. Prodotto in svariate centinaia di unità hanno prestato servizio nelle Ferrovie dello Stato fino agli anni ottanta e vennero acquisiti anche da numerose società private per il servizio di movimentazione carri merci all'interno dei raccordi ferroviari industriali dove qualche esemplare presta ancora servizio.

La motorizzazione degli automotori del Gruppo 206 all'origine a benzina venne successivamente sostituita con un propulsore Diesel.

Gli automotori 206 - 207 e 208 avevano pressoché le stesse dimensioni e caratteristiche e differivano solo nella motorizzazione e nel peso in servizio, maggiore di una tonnellata nella serie 208.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Gli automotori da manovra 206 erano del tipo OCM IV B, ex gruppo 4000, costruiti in 10 esemplari su licenza della ditta tedesca Breuer tra il 1931 e il 1932 dalle Officine Costamasnaga di Como hanno prestato servizio fino al 1984; inizialmente erano dotati di propulsore a benzina, sostituito nel 1955, in occasione delle Grandi Riparazioni, con un propulsore Diesel BRIF D65 N4L.[3]

La trasmissione era meccanica a catena di trasmissione e corona dentata con cambio a quattro velocità. Il carrello era a ruote piccole da 500 mm, a due assi motori. La velocità massima era di 30–40 km/h del tutto sufficiente allo scopo per cui il mezzo era stato costruito.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo la definizione dell'articolo 112 della Prefazione generale all'orario di servizio (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2010), edizione 1963, aggiornamento 2002, delle Ferrovie dello Stato si definisce "automotore" un mezzo di trazione da manovra avente una potenza installata di non oltre 200 CV (147 kW)
  2. ^ Nel corso del 1942 la Badoni effettuò una fornitura di 40 "sogliole" del tipo Badoni IV al Regio Esercito impegnato nelle operazioni belliche in nord Africa. Vennero immatricolate come FS 4172-4212. Di queste, 8 andarono perdute per l'affondamento della nave che le trasportava.
  3. ^ Automotore diesel da manovra - Gruppo 206.
  4. ^ News storici, in Tutto treno, 24 (giugno 2011), n. 253, p. 12.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Beppe Tronconi, Badoni e le sue locomotive, Salò, ETR, 1999.
  • Mauro Longarini, Manuale della Sogliola Badoni, Simple Editore.
  • Beppe Tronconi, All'origine delle "Sogliole", in I treni, 29 (2008), n. 309, pp. 17–23
  • Maschinen- & Armaturenfabrik, vorm. H. Breuer & Co., Frankfurt-Hoechst, su werkbahn.de. URL consultato il 23 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2018).

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