Ateismo marxista-leninista
Nella filosofia marxista, l'ateismo marxista-leninista (o ateismo scientifico marxista-leninista) rappresenta l'elemento irreligioso e anticlericale del marxismo-leninismo, l'ideologia ufficiale di Stato dell'Unione Sovietica e in altri stati comunisti.[1][2] Basato sulla concezione materialista dialettica del ruolo dell'umanità nella natura, l'ateismo marxista-leninista asserisce che la religione è l'oppio dei popoli, con lo scopo di promuovere l'accettazione passiva da parte di una persona della propria povertà e del suo sfruttamento come un modo di vivere normale della vita umana sulla Terra, con la speranza di una ricompensa dopo la morte; di conseguenza il marxismo-leninismo difende l'ateismo rispetto al credo religioso.[1][3]
Per supportare tali premesse ideologiche, l'ateismo marxista-leninista spiega l'origine della fede religiosa e i metodi della critica scientifica alla religione.[4] Le radici filosofiche dell'ateismo materialista si possono trovare nelle opere di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770–1831), Ludwig Feuerbach (1804–1872), Karl Marx (1818–1883) e di Vladimir Lenin (1870–1924).[5] Al contrario del marxismo sovietico, altre versioni della filosofia marxista non sono anti-religiose come la teologia della liberazione sviluppata dai marxisti latinoamericani.[6]
Basi filosofiche
[modifica | modifica wikitesto]Ludwig Feuerbach
[modifica | modifica wikitesto]Agli inizi del XIX secolo, Karl Marx partecipava ai dibatti sulla filosofia della religione, in particolare sulle interpretazioni presentate dall'hegelismo (“Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale").[7] In questi dibattiti sulla ragione e la realtà, gli hegeliani considerarono la filosofia come un'attività intellettuale al servizio delle intuizioni della comprensione religiosa cristiana, che Georg Wilhelm Friedrich Hegel aveva razionalizzato nella Fenomenologia dello spirito (1807). Nonostante fosse critico sulla religione contemporanea, come intellettuale del XIX secolo, Hegel perseguì l'ontologia e l'epistemologia della cristianità, come un interesse personale compatibile con le spiegazioni teologiche cristiane del Dasein — spiegazioni dell'esistenza e dell'essere — che chiarificò, sistematizzò e giustificò nella sua filosofia.[8]
Dopo la sua morte nel 1831, la filosofia di Hegel sull'essere e l'esistenza venne dibattuta dalla Sinistra hegeliana e gli atei materialisti — come Ludwig Feuerbach — che rifiutarono tutte le filosofie religiose; Karl Marx si schierò con la filosofia degli atei materialisti. Feuerbach separò la filosofia dalla religione per garantire l'autonomia intellettuale ai filosofi nelle loro interpretazioni della realtà materiale, obiettò la base religiosa della filosofia dello spirito di Hegel per analizzare in maniera critica le basi della teologia e reindirizzò la filosofia dal paradiso alla Terra, dai soggetti della dignità umana al senso della vita, di cosa sia la morale e quale sia lo scopo dell'esistenza,[9] e concluse che l'umanità ha creato le divinità come riflessioni dell'Io umano.[10] Riguardo alla separazione concettuale dell'Uomo da Dio, in Essenza del cristianesimo (1841) Feuerbach scrive:
«[...] Ma l'idea delle divinità coincide con l'idea di umanità. Tutti gli attributi divini, tutti gli attributi che rendono Dio Dio, sono attributi delle specie [umane] — attributi che nell'individuale sono limitate, ma i limiti di ciò sono aboliti nell'essenza delle specie, e anche nella sua esistenza, nella misura in cui ha la sua esistenza completa solo in tutti gli uomini presi insieme.[11]»
Inoltre, Feuerbach affermò che la religione esercita un potere socio-politico sulla mente umana attraverso la promozione della paure delle forze mistiche dei cieli,[12] e concluse che le chiese dovrebbero essere distrutte e la religione eradicata attraverso l'istruzione.[13] Da questa prassi della filosofia materialista, da tale pensiero e azione, lo studioso Karl Marx divenne un filosofo politicamente radicale.[14][15]
Karl Marx
[modifica | modifica wikitesto]Come filosofo del materialismo, Karl Marx rifiutò la filosofia religiosa e i suoi contributi culturali considerando entrambi come dannose per la mente umana e il progresso; accettò invece l'autonomia umana dall'autorità soprannaturale come una verità assiomatica riguardo al mondo reale dell'Europa industriale del XIX secolo.[16] Secondo Marx, le chiese hanno inventato la religione per giustificare lo sfruttamento del lavoro della classe operaia da parte delle classi dirigenti, tramite una società industriale stratificata; come tale, la religione è una droga che fornisce una fuga emozionale dal mondo reale.[17] In Per la critica della filosofia del diritto di Hegel, Marx ha descritto la natura contraddittoria del sentimento religioso:
«La sofferenza religiosa è, ad uno e allo stesso tempo, l'espressione della sofferenza reale, e una protesta contro la sofferenza reale. La religione è il lamento della creatura oppressa, il cuore di un mondo senza cuore, e l'anima delle condizioni senz'anima. La religione è l'oppio dei popoli.[18]»
Questa filosofia atea ha liberato gli uomini e le donne dal reprimere il loro innato potenziale da esseri umani, e ha permesso al popolo di avere la cognizione della loro azione propria, e quindi sono padroni della loro realtà individuale, poiché l'autorità terrena delle divinità soprannaturali non è reale. Marx si è opposto alla funzione di controllo sociale della religione, che le chiese hanno realizzato sulla via dell'atomizzazione sociale; l'anomia e l'alienazione sociale che dividono psicologicamente gli esseri umani da loro stessi (come singoli uomini e donne) e che alienano le persone da l'un l'altra (come parti di una comunità sociale). Quindi, l'autorità sociale della teologia (ideologia religiosa) dovrebbe essere rimossa dal diritto, dalle norme sociali e dalle tradizioni con cui gli uomini governano la società. In questa vena di emancipazione politica, rappresentata nei concetti culturalmente progressisti di "cittadino" e "cittadinanza" come un'identità sociale, Marx scrive nell'articolo Sulla questione ebraica che:
«La decomposizione dell'uomo in ebreo e cittadino, protestante e cittadino, uomo religioso e cittadino, non è né un inganno diretto alla cittadinanza né una circonvenzione di emancipazione politica, ma è l'emancipazione politica in sé, il metodo politico di emanciparsi dalla religione. Ovviamente, nei periodi in cui lo stato politico, in quanto tale, è nato violentemente al di fuori della società civile, quando la liberazione politica è la forma in cui gli uomini lottano per ottenere la loro liberazione, lo stato può e deve andare lontano come per l'abolizione della religione, la distruzione della religione. Ma può farlo soltanto nello stesso modo con cui procede con l'abolizione della proprietà privata, con il maximum, la confisca, la tassazione progressiva, allo stesso modo in cui ha abolito la vita, la ghigliottina. Ai tempi di una speciale autostima, la vita politica cerca di sopprimere il suo prerequisito, la società civile, e gli elementi che compongono questa società, e di costituirsi come la reale specie di vita dell'uomo, priva di contraddizioni. Ma, può ottenere questo soltanto andando in contraddizione violenta con le sue stesse condizioni di vita, soltanto dichiarando la rivoluzione come permanente, e, di conseguenza, lo spettacolo politico finisce con il ripristino della religione, della proprietà privata, e di tutti gli elementi della società civile, esattamente come la guerra che finisce con la pace.[19]»
Di conseguenza, poiché la religione organizzata è un prodotto umano derivato dalle oggettive condizioni materiali, e che i sistemi economici, come il capitalismo, influenzano le condizioni materiali della società, l'abolizione di sistemi ineguali di economia politica e di classi sociali stratificate deperirebbe lo Stato e la religione ufficiale, in conseguenza dell'instaurazione di una società comunista priva di un formale apparato statale e di un sistema di classi. Riguardo alla natura e alla funzione di controllo sociale del sentimento religioso, in Un contributo alla critica della filosofia del diritto di Hegel (1843), Marx afferma che:
«L'abolizione della religione, come felicità illusoria del popolo, è la domanda per la loro felicità reale. Rivolgersi a loro per abbandonare le loro illusioni sulla loro condizione significa spingerli ad abbandonare la condizione che richiede illusioni. Il criticismo della religione è, pertanto, in embrione, il criticismo di questa valle di lacrime di cui la religione è l'alone.[18]»
In questo modo, Marx trasforma la filosofia irreligiosa e anticlericale di Feuerbach in prassi politica, e in una base filosofica della sua nascente ideologia, ovvero il materialismo dialettico. In Proprietà privata e comunismo (1844), Marx scrive che "Il comunismo inizia dall'inizio con l'ateismo; ma l'ateismo è, inizialmente, lontano dall'essere comunismo; invece, questo ateismo è ancora in gran parte un'astrazione";[20] e ridefinisce l'ateismo di Feuerbach in una critica alle condizioni materiali (socio-economiche) responsabili dell'invenzione della religione. Riguardo all'artificio sociale della fede religiosa, nelle Tesi su Feuerbach, Marx afferma:
«Feuerbach parte dalla questione dell'alienazione religiosa, della duplicazione del mondo in un mondo religioso e in un altro secolare. La sua opera consiste nel risolvere il mondo religioso nella sua base secolare. Ma il fatto che la base secolare si distacchi da se stessa, e si stabilisca come un regno indipendente nelle nuvole, può essere spiegata solo dalle fenditure e dalle auto-contraddizioni all'interno di questa base secolare. Quest'ultima deve, quindi, in se stessa, essere compresa nella sua contraddizione e rivoluzionata nella pratica. Così, ad esempio, dopo che la famiglia terrena viene scoperta come il segreto della sacra famiglia, il primo deve allora essere distrutto nella teoria e nella pratica. Feuerbach, di conseguenza, non vede che il "sentimento religioso" è, di per sé, un prodotto sociale, e che l'individuo astratto che analizza appartiene a una particolare forma di società.[21]»
La filosofia umanista del materialismo dialettico propone che le condizioni esistenziali dell'essere umano risultano dall'interazione delle forze materiali (terra, vento e fuoco) che esistono nel mondo fisico. La religione si è originata come un conforto psicologico per i lavoratori sfruttati che vivono nella realtà della schiavitù salariale in una società industriale. Questo, nonostante l'origine operaia della religione organizzata, il clero ha permesso alla classe dirigente di controllare il sentimento religioso (la prassi della religione), che garantisce il controllo di tutta la società — la classe media, la classe lavoratrice e il proletariato — con gli schiavi cristiani che sperano in una ricompensa nell'aldilà. Ne L'ideologia tedesca (1845), riguardo alla psicologia della fede religiosa, Marx sostiene che:
«È evidente, inoltre, che "spettri", "legami", "l'essere superiore", "concetto", "scrupolo", sono semplicemente l'espressione idealistica, spirituale, la concezione, apparentemente, dell'individuo isolato, l'immagine di vincoli e limiti molto empirici, entro cui si muove il modo produttivo della vita e l'accoppiata forma del rapporto sociale.[22]»
Nell'istituzione della società comunista, la filosofia dell'ateismo marxista–leninista interpreta la degenerazione sociale della religione organizzata — dal conforto psicologico al controllo sociale — per giustificare l'abolizione rivoluzionaria di una religione ufficiale di Stato, e la sua sostituzione con l'ateismo ufficiale; quindi, lo Stato marxista–leninista non ha alcuna religione ufficiale.[23]
Friedrich Engels
[modifica | modifica wikitesto]In Ludwig Feuerbach e il punto d'approdo della filosofia classica tedesca (1846) ed Anti-Dühring (1878), Friedrich Engels si occupò dei problemi sociali contemporanei con critiche alla visione mondiale idealistica, in particolare alle interpretazioni religiose della realtà materiale del mondo. Engels propose che la religione è una fantasia sui poteri sovrannaturali che controllano e determinano la povertà materiale dell'umanità disumanizzando lo squallore morale sin dagli albori della storia umana; ma tale assenza di controllo umano sulla propria esistenza umana può essere cessata con l'abolizione della religione. Attraverso il teismo, un bisogno del popolo di credere in una divinità, come una riflessione spirituale dell'Io, la religione sparirebbe gradualmente. Nell'Anti-Dühring, Engels scrive:
«[...] e quando quest'atto è stato compiuto, quando la società, prendendo possesso di tutti i mezzi di produzione e usandoli su una base pianificata, ha liberato se stessa, e tutti i suoi membri, dalla schiavitù in cui sono ora detenuti, con questi mezzi di produzione, che essi stessi hanno prodotto, ma che li affrontano come una forza aliena irresistibile, quando, quindi, l'uomo non si limita a proporre, ma dispone anche - solo allora l'ultima forza aliena, che si riflette ancora nella religione, svanirà; e con essa svanirà anche la stessa riflessione religiosa, per la semplice ragione che allora non ci sarà più nulla da riflettere.[24]»
Engels considerava la religione come una falsa coscienza incompatibile con la filosofia comunista e spinse i partiti comunisti della Prima Internazionale a sostenere le politiche atee nei loro Stati; e raccomandava l'istruzione scientifica come un modo per superare il misticismo e le superstizioni del popolo bisognoso di una spiegazione religiosa del mondo reale.[25] In vista di un progresso scientifico della rivoluzione industriale, la filosofia speculativa della teologia è diventata obsoleta nel determinare un posto per ogni persona nella società. Sempre nell'Anti-Dühring, Engels afferma:
«La reale unità del mondo consiste nella sua materialità, e ciò viene dimostrato, non da poche frasi manipolate, ma da un lungo e faticoso sviluppo della filosofia e delle scienze naturali.[26]»
Con gli avanzamenti scientifici, i progressi socio-economici e culturali richiedevano un materialismo come scienza piuttosto che come una filosofia separata dalle scienze. Nella sezione Negazione di una negazione dell'Anti-Dühring, Engels scrive:
«Questo materialismo moderno, la negazione della negazione, non è il semplice ripristino del vecchio, ma aggiunge ai fondamenti permanenti di questo vecchio materialismo l'intero contenuto del pensiero di duemila anni di sviluppo della filosofia e delle scienze naturali, nonché della storia di questi duemila anni. [Il materialismo] non è più una filosofia, ma semplicemente una visione del mondo, che deve stabilire la sua validità ed essere applicata non in una scienza delle scienze, in disparte, ma nelle scienze reali. La filosofia è quindi "sublata" in esse, cioè è "sia superata sia preservata"; superata per quanto riguarda la sua forma, e preservata per quanto riguarda il suo contenuto reale.[27]»
Lenin
[modifica | modifica wikitesto]Come rivoluzionario bolscevico, Lenin affermò che un vero comunista avrebbe dovuto sempre promuovere l'ateismo e combattere contro la religione, poiché è l'oppiaceo psicologico che priva le persone dell'azione e della volontà, come uomini e donne, per controllare la loro propria realtà.[13][28] Per rifiutare la legittimazione politica della religione, Lenin adattò l'ateismo di Marx e Engels all'Impero russo.[13] Riguardo alla funzione di controllo sociale della religione, in Socialismo e religione, Lenin scrive:
«La religione è una delle forme di oppressione spirituale, che dappertutto grava pesantemente sulle masse popolari, sovraccaricate dal loro lavoro perpetuo per gli altri, dal bisogno e dall'isolamento. L'impotenza delle classi sfruttate nella loro lotta contro gli sfruttatori, inevitabilmente, dà origine alla fede in una vita migliore dopo la morte, poiché l'impotenza del selvaggio nella sua battaglia con la Natura dà origine alla credenza in dei, diavoli, miracoli e cose simili.
Coloro che faticano e vivono nella miseria in tutte le loro vite sono istruiti, dalla religione, ad essere sottomessi e pazienti mentre sono qui sulla terra, e ad avere conforto nella speranza di una ricompensa celeste. Ma coloro che vivono per il lavoro degli altri sono istruiti, dalla religione, a praticare la carità mentre sono sulla terra, offrendo così un modo molto economico per giustificare la loro intera esistenza da sfruttatori e vendendo loro un biglietto, ad un prezzo moderato, per andare in paradiso. La religione è l'oppio per le persone. La religione è una sorta di alcol spirituale, in cui gli schiavi del capitale affogano la loro immagine umana, la loro richiesta di una vita più o meno degna dell'uomo.[29]»
Poiché l'ideologia sociale della Chiesa ortodossa russa appoggiava lo zar, invalidare la credibilità della religione avrebbe invalidato la legittimità politica dello zar come capo dello stato russo. Quindi, l'ateismo scientifico diventa un mezzo della lotta di classe per invalidare l'autorità della classe dirigente che ha vissuto del lavoro della classe operaia e del proletariato, perché tutta l'attività intellettuale è stata fatta dalla classe borghese per il mantenimento dei suoi interessi. Quindi, i dibattiti teoretici sul controllo soprannaturale delle questioni umane sulla Terra acquistano senso soltanto ignorando la povertà materiale vissuta dalla maggioranza dei russi.[30] Con la rivoluzione, l'ateismo divenne la base filosofica del marxismo-leninismo, l'ideologia del Partito Comunista Russo, al contrario della mite irreligione e anti-religione dei partiti comunisti non russi.[30]
Per stabilire uno Stato socialista in Russia, Lenin difese la disseminazione dell'ateismo scientifico come una "necessità urgente" del Partito Comunista,[13] e rifiutò la proposta di Anatolij Lunačarskij secondo cui i bolscevichi si erano approfittati della costruzione di Dio (ispirato alla "religione dell'umanità" di Feurbach), che "ha coltivato nelle masse emozioni, valori morali, desiderio" e che include quindi queste persone religiose nella rivoluzione.[13] Politicamente, Lenin "si appellò all'ateismo dei militanti come un criterio per la sincerità degli impegni marxisti, come un principio di prova".[13][31]
Unione Sovietica
[modifica | modifica wikitesto]Le politiche pragmatiche di Lenin e del Partito Comunista indicavano che la religione doveva essere tollerata e soppressa come richiesto dalle condizioni politiche, anche se rimase l'ideale di un'ufficiale società atea.[32][33][34] Ai sovietici, Lenin comunicò la visione mondiale atea del materialismo:
«Il marxismo è materialismo. In quanto tale, è implacabilmente ostile alla religione come lo era il materialismo degli enciclopedisti del XVIII secolo o il materialismo di Feuerbach. Non ci sono dubbi. Ma il materialismo dialettico di Marx ed Engels va oltre gli enciclopedisti e Feuerbach, poiché applica la filosofia materialista al dominio della storia, al dominio delle scienze sociali. Dobbiamo combattere la religione - questo è l'ABC di tutto il materialismo, e di conseguenza del marxismo. Ma il marxismo non è un materialismo che si è fermato all'ABC. Il marxismo va oltre. Afferma: "Dobbiamo sapere come combattere la religione, e per fare ciò dobbiamo spiegare la fonte della fede e della religione alle masse in modo materialista. La lotta contro la religione non può essere limitata alla predicazione ideologica astratta, e non deve essere ridotta a tale predicazione. Deve essere collegata alla pratica concreta del movimento di classe, che mira a eliminare le radici sociali della religione".[28]»
L'istituzione di una società socialista in Russia richiedeva un cambiamento della consapevolezza socio-politica del popolo, e la lotta contro la religione, il misticismo e il sovrannaturale era un requisito filosofico per l'iscrizione al Partito Comunista.[35][36] Per Lenin, il vero socialista è un rivoluzionario che combatte sempre contro la religione e la fede, ovvero i nemici della ragione, della scienza e del progresso socio-economico.[37]
L'anti-religione del governo bolscevico comprendeva la propaganda, leggi anti-religiose, l'educazione universale secolare, discriminazioni, persecuzioni politiche, arresti continui e violenza politica.[38] Inizialmente, i bolscevichi si aspettavano che la scomparsa della religione con l'istituzione del socialismo, e dopo la Rivoluzione d'ottobre tollerarono quindi la maggior parte delle religioni, ad eccezione della Chiesa ortodossa russa che sosteneva lo zarismo. Dalla fine degli anni venti, quando la religione non era ancora scomparsa, il governo sovietico iniziò delle campagne contro la religione (1928–1941)[39] che perseguitavano "vescovi, preti e credenti laici" di tutte le fedi cristiane e li "arrestavano, giustiziavano e inviavano nei campi di lavoro".[40] A est, i preti lamaisti "furono rastrellati fino alla Mongolia, dal NKVD assieme ai suoi affiliati locali, fucilati sul posto o trasferiti in Unione Sovietica per essere giustiziati o uccisi per i lavori forzati nel sistema dei Gulag";[41] e nel 1941, quando la Germania nazista invase l'URSS con l'operazione Barbarossa, 40.000 chiese e 25.000 moschee furono chiuse e convertite in scuole, cinema e club, magazzini, granai, o musei dell'ateismo scientifico.[42]
Nel 1959, il corso accademico sui "Fondamenti dell'ateismo scientifico" (Osnovy naučnogo ateizma) fu "introdotto nel curriculum delle più alte istituzioni educative" dell'URSS. Nel 1964, divenne obbligatorio per tutti gli studenti in seguito ad una "scarsa risposta degli studenti".[43]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Институт научного атеизма, Вопросы научного атеизма, Мысл, 1981.«марксистско-ленинский атеизм всем своим содержанием «аправлен на развитие способностей личности. Религия лишает человека его собственного «я», раздваивает сознание, создает для него условия ...»
- ^ (EN) Michael Dillon, Religious Minorities and China (PDF), Minority Rights Group International, 2001.
- ^ (EN) Lenin, Socialism and Religion, in Novaja Žizn, n. 28, 3 dicembre 1905.«Religion is one of the forms of spiritual oppression, which everywhere weighs down heavily upon the masses of the people, over-burdened by their perpetual work for others, by want and isolation [...] Those who toil and live in want all their lives are taught, by religion, to be submissive and patient while here on Earth, and to take comfort in the hope of a heavenly reward [...] Religion is opium for the people. Religion is a sort of spiritual booze, in which the slaves of capital drown their human image, their demand for a life more or less worthy of Man.”»
- ^ Thrower, p. 272
«As an integral part of the Marxist–Leninist world-view, ‘scientific atheism’ is grounded in the view of the world and of Man enshrined in dialectical [materialism] and historical materialism: The study of scientific atheism brings to light an integral part of the Marxist–Leninist world-view. Being a philosophical science, scientific atheism emanates from the basic tenets of dialectical and historical materialism, both in explaining the origin of religion, and its scientific criticism of [religion].»
- ^ Slovak Studies volume 21, The Slovak Institute in North America, p. 231.
«The origin of Marxist–Leninist atheism, as understood in the USSR, is linked with the development of the German philosophy of Hegel and Feuerbach.»
- ^ Richard L. Rubenstein e John K. Roth, The Politics of Latin American Liberation Theology, Washington Institute Press, 1988, ISBN 978-0-88702-040-7.«There were, however, Marxist voices that pointed out the disadvantages of such antireligious policies.»
- ^ Georg W. F. Hegel, Elementi della filosofia del diritto, 1821.«Was vernünftig ist, das ist Wirklich; und was wirklich ist, das ist vernünftig»
- ^ Pospielovskij, pp. 9–10.
- ^ Feuerbach, pp. 13–14.
- ^ Feuerbach, p. 152.
- ^ Ludwig Feuerbach, The Essence of Christianity, Chapter 16, su marxists.org.
- ^ Pospielovskij, p. 11
«[that] religious commitments should be intellectually and emotionally destroyed [...] The catharsis of an intensive hatred towards the old God [...] All previous religious institutions should be ruthlessly eradicated from the face of the Earth and from the memory of coming generations, so that they could never regain power over people's minds through deception and the promotion of fear from the mystical forces of the Heaven.»
- ^ a b c d e f Pospielovskij, pp. 10-11
«[...] old churches as Houses of the Lord should be demolished without any regret or mercy. As a materialist he [Feurbach] believed that religious 'deceptions' were not worthy of any compromise or tolerance. They had to be destroyed [...] Feurbach insisted that the liberation of intrinsic human dignity from the reign of illusory images, by the human mind, in the form of religious beliefs could be achieved only if traditional faith, as mercilessly attacked by a more decent and humanizing intellectual system. Religious commitments should be intellectually and emotionally destroyed, by the catharsis of an intensive hatred of the old God. All previous religious institutions should be ruthlessly eradicated from the face of the earth and from the memory of coming generations, so that they could never regain power over people's minds through deception and the promotion of fear from the mystical forces of the Heavens. At this point young Marx was completely fascinated by Feuerbach's open rebellion against the powerful tradition of Christianity unconditionally as an intellectual revelation.»
- ^ Pospielovskij, p. 13
«It was obvious, at this point, that reading Feuerhach was not the only source of inspiration for [Karl] Marx’s atheism. The fascination with Feuerbach’s war against Christianity was, for young Marx, nothing more than an expression of his own readiness to pursue, in an anti-religious struggle, all the social and political extremes that materialistic determination required in principle. Yet, as David Aikman, in his most profound and erudite study of Marx and Marxism, notes, the clue to Marx’s passionate and violent atheism, or rather [his] anti-theism, cannot be found in an intellectual tradition, alone. He traces Marx’s anti-theism to the young Marx’s preoccupation with the Promethean cult of ‘Satan as a destroyer’.»
- ^ Pospielovskij, p. 11
«At this point young Marx was completely fascinated by Feuerbach’s ‘humanistic zest’, and he adopted Feuerbach’s open rebellion against the powerful tradition of Christianity, unconditionally, as an intellectual revelation. Very early in his career, Marx bought the seductive idea that the higher goals of humanity would justify any [political] radicalism, not only the intellectual kind, but the social and political, as well.»
- ^ Pospielovskij, p. 12
«Obviously Marx began his own theory of reality with an incomplete intellectual disdain for everything that religious thought, represented, theoretically, practically or emotionally. The cultural contributions of religion over the centuries were dismissed as unimportant and irrelevant to the well-being of the human mind.»
- ^ Pospielovskij, p. 12
«The cultural contributions of religion over the centuries were dismissed as unimportant and irrelevant to the well-being of the human mind.»
- ^ a b (EN) Karl Marx, Introduction (A Contribution to the Critique of Hegel’s Philosophy of Right), su marxists.org.
- ^ Karl Marx, On the Jewish Question, su marxists.org.
- ^ (EN) Karl Marx, Private Property and Communism, su marxists.org.
- ^ (EN) Karl Marx, Theses on Feuerbach (TXT), su marx.eserver.org. URL consultato il 25 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2017).
- ^ (EN) Karl Marx, The German Ideology, su marxists.org.
- ^ Pospielovskij, p. 23
«It [religion] had been taken over, however, by the ruling classes, says Marx, and gradually [it was] turned into a tool for the intellectual and emotional control of the masses. Marx insists on perceiving the history of Christianity as an enterprise for the preservation of the status quo, as an elaborate [...]»
- ^ (EN) Friedrich Engels, Anti-Dühring, Part III: Socialism, V. State, Family, Education, su marxists.org.
- ^ Pospielovskij, pp. 16–17.
- ^ (EN) Friedrich Engels, Anti-Dühring, su marxists.org.
- ^ (EN) Friedrich Engels, Anti-Dühring, 1,13, Negation of a Negation, su marxists.org.
- ^ a b (EN) Lenin, The Attitude of the Workers’ Party to Religion, in Proletary, n. 45, 13 maggio 1909.
- ^ (EN) Lenin, Socialism and Religion, su marxists.org.
- ^ a b Pospielovskij, pp. 18–19.
- ^ John Shelton Curtiss, Essays in Russian and Soviet History, Brill Academic Publishers, 1965, p. 173.
- ^ Gerhard Simon, Church, State, and Opposition in the U.S.S.R., University of California Press, Berkeley and Los Angeles, 1974, p. 64.«The political situation of the Russian Orthodox Church, and of all other religious groups, in the Soviet Union is governed by two principles, which are logically contradictory. On the one hand, the Soviet Constitution of 5 December 1936, Article 124, guarantees ‘freedom to hold religious services’. On the other hand, the Communist Party has never made any secret of the fact, either before or after 1917, that it regards ‘militant atheism’ as an integral part of its ideology, and will regard ‘religion as by no means a private matter’. It therefore uses ‘the means of ideological influence to educate people in the spirit of scientific materialism and to overcome religious prejudices[...]’ Thus, it is the goal of the C.P.S.U. and thereby also of the Soviet state, for which it is, after all, the ‘guiding cell’, gradually to liquidate the religious communities.»
- ^ Pospielovskij, p. 34.
- ^ Thrower, p. 118
«Many of the previous — and often tactical — restraints upon the [Communist] Party’s anti-religious stance disappeared, and, as time went by, the distinction, which Lenin had earlier drawn, between the attitude of the Party and the attitude of the State toward religion, became meaningless as the structures of the Party and the structures of the State increasingly began to coincide. Whilst the original constitution of the Russian Federal Republic guaranteed freedom of conscience, and included the right to both religious and anti-religious propaganda, this, in reality, meant freedom from religion — as was evidence when the decree proclaiming the new constitution forbade all private religious instruction for children under the age of eighteen, and when, shortly afterwards, Lenin ordered all religious literature, which had been previously published — along with all pornographic literature, to be destroyed. Eventually — in the Stalin constitution of 1936 — the provision for religious propaganda, other than religious worship, was withdrawn.»
- ^ Douglas Arnold Hyde, Communism Today, University of Notre Dame Press, South Bend, 1973, p. 74.«The conscious rejection of religion is necessary in order for communism to be established.»
- ^ Pospielovskij, p. 8.
- ^ (EN) Lenin, On the Significance of Militant Materialism, su marxists.org, 12 marzo 1922.
- ^ Thrower, p. 135.
- ^ Ramet, p. 4.
- ^ Ramet, p. 123.
- ^ George Ginsburgs e William B. Simons, Law in Eastern Europe, Martinus Nijhoff Publishers, 1994, p. 12.«Just as outrageous was the conduct of the NKVD abroad on those occasions where it was afforded the opportunity to enlarge the geographical scope of its work. Thousands of political suspects and Lamaist priests were rounded up in Mongolia by the NKVD in concert with its local affiliate, executed on the spot or shipped off to the Soviet Union to be shot or die at hard labor in the mushrooming GULAG system.»
- ^ Allan Todd, Authoritarian and single party states, Cambridge University Press, 2011, ISBN 9780521189347.
- ^ Thrower
«In 1959, a new course, entitled Osnovy nauchnogo ateizma (Fundamentals of Scientific Atheism) was introduced into the curriculum of all higher educational institutions, including universities. The course was originally voluntary, but owing to the paucity of student response it has, from 1964, been compulsory for all students.»
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- William Husband, "Godless communists" : atheism and society in Soviet Russia, 1917-1932, Northern Illinois University Press, 2000, ISBN 0875802575.
- Christopher Marsh, Religion and the state in Russia and China: suppression, survival, and revival, Continuum, 2011, ISBN 9781441102294.
- Dimitrj Pospielovskij, A history of Soviet atheism in theory and practice, and the believer, St. Martin's Press, 1987-, ISBN 0312381328.
- James Thrower, Marxist-Leninist "scientific atheism" and the study of religion and atheism in the USSR, Mouton, 1983, ISBN 9027930600.
- Ludwig Feuerbach, Essence of Christianity, Harper Torch Books, 1957.
- Sabrina Petra Ramet, Religious Policy in the Soviet Union, Cambridge University Press, 1993.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Theomachy of Leninism - Православие.Ru
- (EN) Marxist-Leninist Scientific Atheism - Thomas J. Blakeley
- (RU) Марксисткий теизм:Атеизм основоположников марксизма
- (EN) University of Cambridge: Marxist–Leninist atheism
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