Coordinate: 44°06′N 9°49′E

Arsenale militare marittimo della Spezia

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Arsenale militare marittimo di La Spezia
L'ingresso dell'arsenale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Stato attualevisitabile il Museo tecnico navale
RegioneLiguria
CittàLa Spezia
Coordinate44°06′N 9°49′E
Informazioni generali
Tipoarsenale
Costruzione1862-1869
CostruttoreDomenico Chiodo
Primo proprietarioBandiera dell'Italia Italia
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L'Arsenale militare marittimo della Spezia è, con quelli di Augusta e di Taranto, uno dei tre ancora attivi della Marina Militare.

L'Arsenale è ubicato nella zona centro-occidentale del golfo della Spezia, nelle immediate adiacenze del centro storico della città della Spezia.

Storia

Costruzione

Dopo un primo arsenale costruito in città nel XV secolo per le galeee degli Sforza, fu Napoleone Bonaparte a riconsiderare la possibilità di costruire un moderno arsenale nel golfo della Spezia.
Del progetto era stato incaricato l'architetto genovese Andrea Tagliafichi. L'esecuzione del progetto, che ne prevedeva la costruzione nella baia del Varignano, non fu mai iniziata, anche se nel 1812 fu comunque realizzata la cosiddetta strada napoleonica per il suo collegamento alla città.
Del lavoro di Tagliafichi resta un'ampia testimonianza nella Memoria sul Golfo di La Spezia redatto dal prefetto Chabrol de Volvic: s'intendeva realizzare una città arsenale di 12.000 abitanti, improntato allo schema ideale della città neoclassica[1].

L'idea dell'Arsenale venne ripresa nel 1857 da Cavour, all'epoca presidente del consiglio e ministro della Marina, che si preoccupò di reperire i fondi necessari ed affidò a Domenico Chiodo, ufficiale del Genio militare, la cura della costruzione della nuova base navale italiana.

I lavori, iniziati nel 1862, terminarono il 28 agosto 1869, quando il generale Domenico Chiodo inaugurò formalmente l'impianto non ancora completato, dando il via all'allagamento dei bacini appena costruiti. A protezione dell'Arsenale e della base navale fu poi costruito un sistema di forti opportunamente collocati.

Seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale, a causa della sua importanza strategica, l'arsenale fu pesantemente bombardato e venne quasi completamente distrutto, ma grazie a veloci lavori di ristrutturazione tornò ad essere operativo già nel primo dopoguerra.

Fu sede, tra l'altro, della IIª squadra e della Xª flottiglia MAS.

Oggi

Veduta del golfo; in primo piano l'Arsenale.

Nel dopoguerra e per tutto il periodo della guerra fredda l'arsenale è stato sede della Iª divisione navale.
Attualmente l'Arsenale dà lavoro a circa 1.000 dipendenti civili e 2.000 militari. Si estende su una superficie di quasi 85 ettari ed al suo interno vi sono circa 13 chilometri di strade.

La struttura è ancora basata sul progetto originale del XIX secolo. L'evoluzione dell'uso bellico dell'aviazione ha comportato il superamento dell'Arsenale della Spezia, troppo esposto agli attacchi aerei proprio perché concepito in assenza di questa attuale componente strategica.

La caduta del Muro di Berlino ed il termine del pericolo sovietico hanno cambiato le esigenze della difesa, spostando l'interesse verso il sud, nel Mediterraneo. Ciò ha comportato una notevole perdita di importanza della base spezzina a favore di quelle di Taranto e di Augusta. Le uniche unità di squadra rimaste a La Spezia sono le fregate Maestrale della 2ª squadriglia con il Vesuvio, i cacciamine Lerici delle Forze contromisure mine e l'unità polivalente di supporto Elettra.

Altra difficoltà dell'arsenale è l'impossibilità di mantenere un'adeguata riservatezza: l'interno dell'arsenale è perfettamente visibile dalle case adiacenti il suo perimetro e dai monti della parte occidentale del golfo, sebbene le moderne tecnologie rendano ormai superati questi accorgimenti per la sicurezza. Per questi motivi, oltre che per la chiusura del centro addestramento reclute in seguito alla fine del servizio di leva obbligatorio, le attività ed il personale sono attualmente in riduzione, e vengono vagliate le ipotesi di cessione di numerose ed ampie aree inutilizzate.

Accanto all'ingresso principale dell'arsenale si trova il Museo tecnico navale, regolarmente aperto dal pubblico. Il museo, istituito con l'intento di mantenere vive le tradizioni della marineria, comprende più di 150 modelli di navi ed imbarcazioni, circa 2500 medaglie, 6500 cimeli e 2000 documenti, oltre a 5000 volumi tecnici e storici.

Rapporto con la città

Problematiche ambientali

Nel 2004 è iniziata un'indagine sulla presenza di una discarica abusiva di sostanze tossiche (tra le quali coibentazioni in amianto, accumulatori contenenti piombo, cadmio ed uranio impoverito) nell'area dell'arsenale detta "campo in ferro", sul mare e a ridosso delle case. Trattandosi di area militare, l'accesso e le ispezioni sono un diritto dei soli parlamentari. Il pericolo di distacco delle polveri di amianto, molto leggere e volatili, sussiste tuttavia anche per la popolazione locale. Parte dei rifiuti nella discarica è stato rimosso. Attualmente l'area è ricoperta da teli di plastica. È verosimile che i rifiuti occupino livelli inferiori a quello della superficie del mare.

Nei fondali del vicino canale Lagora, secondo alcune analisi dell'Arpal, sono depositati idrocarburi, zinco, mercurio e metalli pesanti. La notizia può avere rilievo nel contesto di un'area che è sospettata di ospitare numerose sostanze tossiche.

Rischi sono stati legati anche al transito e all'attracco in passato di sottomarini nucleari. Il piano d'emergenza in caso di incidente non è mai stato comunicato alle autorità civili ed alla popolazione. In almeno un caso la stampa locale ha sollevato l'attenzione su un possibile incidente ad un sottomarino statunitense ormeggiato presso la diga foranea; nessuna conferma ufficiale è però stata fornita in merito.

Problematiche socio-economiche

L'arsenale occupò l'area di futura espansione della città costringendola a svilupparsi verso est, zona da bonificare. I principali danni causati dall'arrivo dell'arsenale sono stati subiti dai paesi del ponente del golfo della Spezia:

  • Fabiano si ritrova senza la possibilità di arrivare al mare e senza il monastero di San Francesco il Grande: attualmente gli ex-edifici monastici sono sede di un comando dei carabinieri e la chiesa adiacente è contornata da un deposito rottami.
  • A Marola venne distrutto l'adiacente borgo di San Vito, la chiesa (ricostruita poi a spese degli abitanti in altro luogo), il cimitero (ricostruito in località Acquasanta) e fu privata di ogni accesso al mare. Attualmente, la zona di banchina di fronte al Borgo non è utilizzata militarmente, ma invasa da rovi, rottami, automezzi inutilizzabili, capannoni fatiscenti, imbarcazioni inutilizzate di altri corpi (carabinieri ecc.) e navi in disarmo contenenti amianto per coibentazione delle tubazioni nel loro interno (Carabiniere, Alpino, Ardito, Audace ecc.) La passeggiata, che collegava il paese alla Spezia, venne demolita, scollegandolo di fatto dalla città.
  • Cadimare si ritrova con un accesso al mare fortemente limitato.

Sono cambiamenti che hanno fatto perdere la percezione e la collocazione storica e sociale dei luoghi e degli avvenimenti ad essi legati. Queste limitazioni fisiche hanno ritardato, o in alcuni casi impedito, lo sviluppo economico dei borghi dei quali il mare è naturale continuazione: in particolare oggi con il volgersi al turismo delle attività cittadine tale impedimento è fortemente sentito, visibile ed aggravato.

Infine durante i lavori vennero rinvenuti resti romani ed alto-medievali che vennero quasi totalmente distrutti. Attualmente il passato romano dell'area è praticamente sconosciuto al pubblico.

Note

  1. ^ Guida d'Italia, Liguria, Touring Club Italiano

Voci correlate

Collegamenti esterni

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