Arsenale militare marittimo della Spezia
Arsenale militare marittimo della Spezia | |
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Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Stato attuale | visitabile il Museo tecnico navale |
Regione | Liguria |
Città | La Spezia |
Coordinate | 44°06′N 9°49′E / 44.1°N 9.816667°E |
Informazioni generali | |
Tipo | arsenale |
Costruzione | 1862-1869 |
Primo proprietario | ![]() |
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L'Arsenale militare marittimo della Spezia è una struttura manutentiva e base navale della Marina Militare, ubicato nella zona centro-occidentale del golfo della Spezia, nelle immediate adiacenze del centro storico della città della Spezia. Si estende su una superficie di quasi 90 ettari ed al suo interno vi sono circa 13 chilometri di strade.
Accanto all'ingresso principale dell'arsenale si trova il Museo tecnico navale, regolarmente aperto dal pubblico. Il museo, istituito con l'intento di mantenere vive le tradizioni della marineria, comprende più di 150 modelli di navi ed imbarcazioni, circa 2500 medaglie, 6500 cimeli e 2000 documenti, oltre a 5000 volumi tecnici e storici.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Costruzione[modifica | modifica wikitesto]
Dopo un primo arsenale costruito in città nel XV secolo per le galeee degli Sforza, fu Napoleone Bonaparte a riconsiderare la possibilità di costruire un moderno arsenale nel golfo della Spezia. Del progetto era stato incaricato l'architetto genovese Andrea Tagliafichi. L'esecuzione del progetto, che ne prevedeva la costruzione nella baia del Varignano, non fu mai iniziata, anche se nel 1812, dopo la realizzazione della cosiddetta strada napoleonica per collegare la costa di ponente con la città, i lavori non proseguì. Del lavoro di Tagliafichi resta un'ampia testimonianza nella Memoria sul Golfo di La Spezia redatto dal prefetto Chabrol de Volvic: s'intendeva realizzare una città arsenale di 12.000 abitanti, improntato allo schema ideale della città neoclassica[1].
L'idea dell'Arsenale venne ripresa nel 1857 da Cavour, all'epoca presidente del consiglio e ministro della Marina, che si preoccupò di reperire i fondi necessari ed affidò a Domenico Chiodo, ufficiale del Genio militare, la cura della costruzione della nuova base navale italiana. Il progetto segnò profondamente il territorio spezzino: dalla scomparsa delle antiche sprugole, alla sparizione di interi centri abitati, l'Arsenale e le aree militari pertinenti occuparono interamente la valle prospicente al golfo spezzino.
I lavori, iniziati nel 1862, terminarono il 28 agosto 1869, quando il generale Domenico Chiodo inaugurò formalmente l'impianto non ancora completato, dando il via all'allagamento dei bacini appena costruiti. A protezione dell'Arsenale e della base navale fu poi ampliato il sistema di forti sui crinali del golfo.
Durante i lavori vennero rinvenuti resti romani ed alto-medievali che vennero quasi totalmente distrutti. Attualmente il passato romano dell'area è praticamente sconosciuto al pubblico.
Durante la seconda guerra mondiale fu sede, tra l'altro, della IIª squadra e della Xª flottiglia MAS. A causa della sua importanza strategica, l'arsenale fu pesantemente bombardato e venne quasi completamente distrutto, ma grazie a veloci lavori di ristrutturazione tornò ad essere operativo già nel primo dopoguerra.
Nel dopoguerra e per tutto il periodo della guerra fredda l'arsenale è stato sede della Iª divisione navale, contando circa 12.000 addetti civili che operavano nelle officine interne.
Oggi[modifica | modifica wikitesto]
Attualmente l'Arsenale occupa solo 500 dipendenti civili e circa 200 militari ma la struttura è ancora basata sul progetto originale del XIX secolo.
La caduta del Muro di Berlino ed il termine della Guerra fredda hanno cambiato le esigenze della difesa, spostando l'interesse verso il sud, nel Mediterraneo. Ciò ha comportato una notevole perdita di importanza della base spezzina a favore di quelle di Taranto e di Augusta.
Altra difficoltà dell'arsenale è l'impossibilità di mantenere un'adeguata riservatezza: l'interno dell'arsenale è perfettamente visibile dalle case adiacenti al suo perimetro e dai monti della parte occidentale del golfo, sebbene le moderne tecnologie rendano ormai superati questi accorgimenti per la sicurezza. Per questi motivi, oltre che per la chiusura del centro addestramento reclute in seguito alla fine del servizio di leva obbligatorio, le attività ed il personale sono in costante riduzione.
Il futuro[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2022, il Genio navale ha avviato la procedura per l'adeguamento della base agli standard NATO, un progetto di l'ampliamento della Darsena Duca degli Abruzzi, di fronte al borgo di Marola, che prevede tre nuove banchine (Varicella, Scali e Lagora) e l'ampliamento dell'unico molo destinato attualmente all'ormeggio di unità della NATO (Varicela), per una spesa complessiva di 354 milioni di euro[2]. Tale progetto è stato oggetto di una pubblicazione, Il golfo ai poeti (No Basi blu)[3], che racconta dettagliatamente la storia dell'arsenale, il crollo occupazionale che ha vissuto negli ultimi 50 anni, le criticità ambientali che vi insistono e asserendo la tesi che il progetto Basi blu non migliorerebbe lo stato attuale delle cose, bloccando ogni ipotesi di riconversione di un'immensa superficie inutilizzata e in avanzato stato di degrado[4].
Rapporto con la città[modifica | modifica wikitesto]
Problematiche ambientali[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2004 è iniziata un'indagine sulla presenza di una discarica abusiva di sostanze tossiche (tra le quali coibentazioni in amianto, accumulatori contenenti piombo, cadmio ed uranio impoverito) nell'area dell'arsenale detta "campo in ferro", sul mare e a ridosso delle case. Trattandosi di area militare, l'accesso e le ispezioni sono un diritto dei soli parlamentari. Il pericolo di distacco delle polveri di amianto, molto leggere e volatili, sussiste tuttavia anche per la popolazione locale. Parte dei rifiuti nella discarica è stato rimosso. Attualmente l'area è ricoperta da teli di plastica. È verosimile che i rifiuti occupino livelli inferiori a quello della superficie del mare.
Nei fondali del vicino canale Lagora, secondo alcune analisi dell'Arpal, sono depositati idrocarburi, zinco, mercurio e metalli pesanti. La notizia può avere rilievo nel contesto di un'area che è sospettata di ospitare numerose sostanze tossiche.
Rischi sono stati legati anche al transito e all'attracco in passato di sottomarini nucleari. Il piano d'emergenza in caso di incidente non è mai stato comunicato alle autorità civili ed alla popolazione. In almeno un caso la stampa locale ha sollevato l'attenzione su un possibile incidente ad un sottomarino statunitense ormeggiato presso la diga foranea; nessuna conferma ufficiale è però stata fornita in merito.
Problematiche socio-economiche[modifica | modifica wikitesto]
L'arsenale occupò l'area di futura espansione della città costringendola a svilupparsi verso est, zona da bonificare. I principali danni causati dall'arrivo dell'arsenale sono stati subiti dai paesi del ponente del golfo della Spezia:
- Fabiano si ritrova senza la possibilità di arrivare al mare e senza il monastero di San Francesco il Grande: attualmente gli ex-edifici monastici sono sede di un comando dei carabinieri e la chiesa adiacente è contornata da un deposito rottami.
- A Marola venne distrutto l'adiacente borgo di San Vito, la chiesa (ricostruita poi a spese degli abitanti in altro luogo), il cimitero (ricostruito in località Acquasanta) e fu privata di ogni accesso al mare. Attualmente, la zona di banchina di fronte al Borgo non è utilizzata militarmente, ma invasa da rovi, rottami, automezzi inutilizzabili, capannoni fatiscenti, imbarcazioni inutilizzate di altri corpi (carabinieri ecc.) e navi in disarmo contenenti amianto per coibentazione delle tubazioni nel loro interno (Carabiniere, Alpino, Ardito, Audace ecc.) La passeggiata, che collegava il paese alla Spezia, venne demolita, scollegandolo di fatto dalla città.
- Cadimare si ritrova con un accesso al mare fortemente limitato.
Sono cambiamenti che hanno fatto perdere la percezione e la collocazione storica e sociale dei luoghi e degli avvenimenti ad essi legati. Queste limitazioni fisiche hanno ritardato, o in alcuni casi impedito, lo sviluppo economico dei borghi dei quali il mare è naturale continuazione: in particolare oggi con il volgersi al turismo delle attività cittadine tale impedimento è fortemente sentito, visibile ed aggravato.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Guida d'Italia, Liguria, Touring Club Italiano
- ^ La Spezia Base Blu, il progetto che rivoluzionerà la darsena maggiore, su cittadellaspezia.com, 11 gennaio 2023.
- ^ William Domenichini, Il golfo ai poeti, no Basi Blu
- ^ Basi blu, intervista a Domenichini: “L’assenza della politica è un elemento di gravità assoluta. I rapporti con la Marina stanno vivendo un momento asfittico”, su cittadellaspezia.com, 20 Marzo 2023.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Guglielmo Acton
- Giacinto Pullino
- Camillo Candiani
- Arsenale militare marittimo di Taranto
- Arsenale militare marittimo di Augusta
- Arsenale di Venezia
- Ferrovia dell'Arsenale
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'arsenale militare marittimo della Spezia
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- La Spezia: arsenale e lazzaretto, su paolapresciuttini.it. URL consultato il 28 gennaio 2022.
- Pagina nel sito della Marina, su marina.difesa.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 128558140 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2010057209 |
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