Area marina protetta Isole Pelagie

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Area marina protetta
Isole Pelagie
Tipo di areaArea marina protetta
Codice WDPA182733
Codice EUAPEUAP0553
Class. internaz.Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie
StatiBandiera dell'Italia Italia
RegioniBandiera della Sicilia Sicilia
Province  Agrigento
ComuniLampedusa e Linosa
Superficie a terradi costa: 46,28 km²
Superficie a mare4.136,00 ha
Provvedimenti istitutiviD.M. 21/10/2002 (G.U. n.14 del 18.01.2003)
GestoreComune di Lampedusa e Linosa
PresidenteSindaco Giuseppe Martello
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale
Coordinate: 35°52′20.64″N 12°52′04.8″E / 35.8724°N 12.868°E35.8724; 12.868

L'area marina protetta Isole Pelagie è un'area marina protetta istituita con decreto del Ministero dell'Ambiente il 21 ottobre 2002.[1]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'AMP delle Isole Pelagie comprende 46,28 km di costa delle isole di Lampedusa, Linosa e Lampione, a cui si somma l'estensione a mare di 4.136 ha.

Fauna[modifica | modifica wikitesto]

L'area comprende alcuni importanti siti di nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta.
Le isole di Linosa (Spiaggia della Pozzolana di Ponente) e di Lampedusa (Spiaggia di Isola dei Conigli) sono tra i pochi siti in Italia in cui la presenza di regolari ovodeposizioni da parte di alcuni esemplari è documentata e certa. Purtroppo la densità del turismo di massa e la frequentazione crescente del turismo appiedato (ancora permesso) stanno facendo perdere alla spiaggia dell'Isola dei Conigli ogni attrattiva per la deposizione delle uova delle tartarughe. Nel 2007 e nel 2008 non è stato censito infatti alcun nido a Lampedusa. Le ovodeposizioni sono fortunatamente riprese nel giugno del 2009[2].

Sul versante meridionale dell'isola di Lampedusa si osservano ampie zone di trottoir a vermeti, tipica ecostruttura mediterranea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) 6º Aggiornamento approvato il 27 aprile 2010 e pubblicato nel Supplemento ordinario n. 115 alla Gazzetta Ufficiale n. 125 del 31 maggio 2010.
  2. ^ Redazione, "Lampedusa, il ritorno della caretta", la Repubblica, 7 luglio 2009. (URL consultato il 16 gennaio 2010)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]