Antonio Maria Lupi

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Antonio Maria Lupi (o Antonmaria Lupi) (Firenze, 14 luglio 1695Palermo, 3 novembre 1737[1]) è stato un presbitero, epigrafista e antiquario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da antica famiglia fiorentina ( i Lupi erano di discendenza nobile dei marchesi di Soragna), entrò nei Gesuiti il 16 dicembre 1711[2]. Studiò scienze naturali, francese, spagnolo e lingue antiche (latino, greco oltre l' ebraico). Studiò anche filologia e filosofia a Macerata, insegnò al Convitto Tolomei per nobili e divenne rettore del Seminario Romano a Siena. Nel 1733, a malincuore, accettò l'incarico di professore di retorica e di rettore del Collegio gesuitico dei nobili a Palermo; si impegnò molto con i suoi giovani allievi, aiutandoli nello studio della retorica, oratoria, lettere, critica, poetica, mitologia, latino, greco, araldica, storia, epigrafia antica, fisica e genealogia; qui morì a soli 45 anni.

Nel suo soggiorno a Roma si interessò di teologia e, in contatto con alcuni eruditi dell'epoca (Giovanni Marangoni e Marcantonio Boldetti), si interessò agli studi delle epigrafi paleocristiane: studiò le iscrizioni cristiane sepolcrali e delle chiese riportate nel codice Lateranense 9143 e in alcuni manoscritti adesso custoditi nella Biblioteca Nazionale. Studiò inoltre iscrizioni provenienti da Pereto, presso Carsoli (AQ), e le iscrizioni cristiane funebri tratte dalle catacombe di Palermo. Raccolse informazioni ed i manufatti che gli consentirono di approfondire le conoscenze sui primi riti cristiani, in particolare per quello del battesimo, e sulle antiche basiliche.

Dettò l'iscrizione scolpita sulla facciata di San Giovanni in Laterano.

La sua opera principale fu uno studio sull'epitaffio di Santa Severa martire (Dissertatio et Animadversiones ad nuper inventum Severae Martyris Epitaphium, Palermo, 1734). In realtà non si tratta dell'iscrizione di una martire, ma di una semplice cristiana deceduta nel 269, di cui era stato scoperto nel 1730 il sepolcro sulla via Salaria. L'iscrizione marmorea è stata portata nel Museo cristiano lateranense, presso i Musei Vaticani. L'altra sua opera pubblicata postuma sono le "Dissertazioni Filologiche Antiquarie" (Arezzo, 1753).

Opere pubblicate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Augustin de Backer, Aloys de Backer, LUPI, Antoine Marie, in Bibliothèque des écrivains de la Compagnie de Jésus, quatrième série, Liege, 1858, p. 359.
  2. ^ Elisa Debenedetti, Alessandro Albani patrono delle arti: architettura, pittura e collezionismo nella Roma del '700, Roma 1993, p. 185.
  3. ^ Antonio Maria Lupi, Due discorsi accademici, il primo dell'anno, il secondo del giorno della Nascita di Gesù Cristo, in Angelo Calogerà (a cura di), Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, vol. 22, Venezia, appresso Simone Occhi, 1740, pp. 93-139.
  4. ^ Antonio Maria Lupi, Discorso accademico nell'acclamazione del nuovo Arcipastore dell'Accademia degli Ereini, in Angelo Calogerà (a cura di), Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, vol. 24, Venezia, appresso Simone Occhi, 1741, pp. 382-399.
  5. ^ Rosanna Equizzi, Palermo: San Martino delle Scale: la collezione archeologica: storia della collezione e catalogo della ceramica, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2006, p. 32, ISBN 9788882653866. URL consultato il 31 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Mongitore, Memorie del Padre Antonmaria Lupi fiorentino della Compagnia di Gesù, in Dissertazioni e lettere filologiche antiquarie del Padre Antonmaria Lupi, Arezzo, 1753, pp. XV-XXIV.
  • (LA) Giovanni Lami, Anton. Mar. Lupius, in Memorabilia Italorum eruditione praestantium quibus vertens saeculum gloriatur, t. II, pars I, Florentiae, ex typographio Societatis ad Insigne Centauri, 1747, pp. 221-236.

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