Angelo Giannelli

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Angelo Giannelli
NascitaChiavari, 16 dicembre 1910
MorteCollubi, 21 agosto 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Somalia italiana
RepartoIV Battaglione arabo–somalo.
Anni di servizio1933-1936
GradoSottotenente di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Angelo Giannelli (Chiavari, 16 dicembre 1910Collubi, 21 agosto 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Chiavari, provincia di Genova, il 16 dicembre 1910, figlio di Francesco e Maria Pozzo.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito conseguì la nomina a sottotenente di complemento nel giugno 1933, e prestò servizio nel 43º Reggimento fanteria venendo posto in congedo nel febbraio 1934.[1] Richiamato in servizio attivo a domanda fu assegnato trasferito al Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana, sbarcando a Mogadiscio il 27 marzo 1935, assegnato al X Battaglione arabo-somalo con il quale partecipò alle fasi iniziali della Guerra d'Etiopia.[1] Rimase gravemente ferito nel combattimento di Birgot, e decorato con una medaglia d'argento al valor militare, rinunciò a rientrare in Patria per fare ritorno al suo battaglione.[1] Successivamente assegnato al X Battaglione arabo-somalo partecipò a numerose azioni contro le bande ribelli dell'Harrarino.[2] Decedette il 21 agosto 1936 in seguito alle ferite riportate nel combattimento di Collubi del giorno precedente.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In aspro combattimento contro preponderanti forze ribelli, alla testa di un plotone, del quale aveva assunto volontariamente il comando, si distinse per ardimento, decisione e sprezzo del pericolo. Ricevuto l'ordine di ripiegare, benché due volte ferito, non lasciava il reparto, infliggendo, all'incalzante avversario sanguinose perdite. Colpito ancora una volta, persisteva nella lotta, con stoica fermezza, facendosi trascinare di sbalzo in sbalzo a braccia dai propri uomini, che animava e rincuorava con parole incitatrici. Spirava il mattino seguente per l'abbondante perdita di sangue, con la serenità dei forti. Fulgido esempio di virtù guerriere. Collubi, 20 agosto 1936.[3]»
— Regio Decreto 3 settembre 1937.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone avanzato in avvicinamento, accortosi che il reparto laterale era stato arrestato da soverchianti forze nemiche, appostate a cavallo di un uadi in terreno organizzato a difesa, accorreva immediatamente a sostegno di detto reparto. Ferito ad un braccio non desisteva dal combattere e manteneva la posizione raggiunta respingendo un forte attacco nemico. Si recava al posto di medicazione soltanto quattro ore dopo ed in seguito ad ordine del proprio comandante di compagnia, dando luminoso e costante esempio di fermezza e sprezzo del pericolo ai propri dipendenti. Birgot, 24-25 aprile 1936

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c d Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 194.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Giannelli, Angelo, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 194.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]