Abeløya

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Abeløya
Geografia fisica
LocalizzazioneMare di Barents
Coordinate78°59′20″N 30°12′20″E / 78.988889°N 30.205556°E78.988889; 30.205556
ArcipelagoKong Karls Land, Isole Svalbard
Superficie13,2 km²
Geografia politica
StatoBandiera della Norvegia Norvegia
   Bandiera delle Svalbard e Jan Mayen Svalbard e Jan Mayen
Demografia
Abitantidisabitata
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svalbard
Abeløya
Abeløya
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Abeløya (in italiano: isola di Abel)[1][2][3] è un'isola facente parte dell'arcipelago delle Kong Karls Land, che a loro volta fanno parte delle isole Svalbard, in Norvegia.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Vista dal satellite dell'arcipelago Kong Karls Land con al centro Kongsøya, in basso Svenskøya e in alto a destra la piccola isola di Abeløya.

Abeløya si trova circa 275 km a nordest di Longyearbyen e a circa 80 km a sudest di Nordaustlandet.

L'isola, disabitata, è la terza dell'arcipelago per dimensioni con un'area di 13,2 km² (dietro Kongsøya e Svenskøya) nonché quella più nordorientale ed è separata dalla stessa Kongsøya dallo stretto di Lydiannasundet.[4]

L'isola si compone di rocce sedimentarie del Mesozoico e basalto ed ha una vegetazione molto scarsa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'intero arcipelago forse fu scoperto già nel 1617 da un cacciatore di balene inglese di nome Thomas Edge, che avrebbe chiamato la zona Wiches Land. La notizia è incerta, ma ad ogni modo la scoperta cadde poi nel dimenticatoio.

Nel 1853 l'arcipelago fu riscoperto di nuovo dal cacciatore di foche norvegese Erik Eriksen, che però lo avvistò solo da lontano senza avvicinarsi ad esso.[5]

Abeløya fu poi visitata dai partecipanti di diverse spedizioni, tra cui quelli della spedizione naturalista Helgoland guidata dagli zoologi e biologi tedeschi Fritz Schaudinn e Fritz Römer nel 1898.

Il suo nome deriva dal matematico norvegese Niels Henrik Abel.[6]

Dal 1973 è una riserva naturale delle Svalbard nord-orientali, mentre dal luglio 1985 l'accesso e la navigazione intorno all'isola sono stati fortemente limitati per proteggere la popolazione locale non solo di orsi polari, ma anche di gabbiani d'avorio che qui fanno il nido.[7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Churchill, Robin R. 2001. Claims to Maritime Zones in the Arctic—Law of the Sea Normality or Polar Peculiarity? In Alex G. Oude Elferink & Donald R. Rothwell (eds.), The Law of the Sea and Polar Maritime Delimitation and Jurisdiction, pp. 105–124. The Hague: Martinus Nijhoff Publishers, p. 120.
  2. ^ Symmons, Clive R. 2014. Maritime Zones from Islands and Rocks. In S. Jayakumar, Tommy Koh, & Robert Beckman (eds.), The South China Sea Disputes and Law of the Sea, pp. 55–120. Cheltenham, UK: Edward Elgar, p. 101.
  3. ^ Mills, William James. 2003. Exploring Polar Frontiers: A Historical Encyclopedia. Volume 1: A–L. Santa Barbara, CA: ABC Clio, p. 348.
  4. ^ Lydiannasundet (Svalbard), su placenames.npolar.no, Norsk Polarinstitutt. URL consultato il 10 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  5. ^ Norsk Polarhistorie (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2014).
  6. ^ Abeløya (Svalbard), su placenames.npolar.no, Norsk Polarinstitutt. URL consultato il 10 luglio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
  7. ^ Norsk Polarinstitutt, Nordaust Svalbard naturreservat, su cruisehandboka.npolar.no (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2008).
  8. ^ Norsk Lovdata, su lovdata.no.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]