Eugenia Attendolo Bolognini Litta: differenze tra le versioni

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Fu benefattrice dell'[[Ospedale Maggiore di Milano]], che dedicò un padiglione al figlio della duchessa, prematuramente morto. Alla sua iniziativa e alle sue donazioni si devono i primi ampliamenti del nosocomio milanese. Il ''Padiglione Litta'' dell'Ospedale Maggiore, fu il primo costruito nell'area oltre il [[Naviglio]] nel [[1895]]; attualmente ospita la sede dell'[[Associazione italiana soccorritori]].<ref name="ReferenceA"/>
Fu benefattrice dell'[[Ospedale Maggiore di Milano]], che dedicò un padiglione al figlio della duchessa, prematuramente morto. Alla sua iniziativa e alle sue donazioni si devono i primi ampliamenti del nosocomio milanese. Il ''Padiglione Litta'' dell'Ospedale Maggiore, fu il primo costruito nell'area oltre il [[Naviglio]] nel [[1895]]; attualmente ospita la sede dell'[[Associazione italiana soccorritori]].<ref name="ReferenceA"/>


Il suo lascito all'Ospedale Maggiore permise anche alla Croce Rossa Italiana di allestire una Ambulanza fluviale, per portare i primi soccorsi alle popolazioni che abitavano lungo le rive del Po.<ref>{{Cita web |autore = Mauro Colombo |url = http://milanoneisecoli.blogspot.it/2015/05/lambulanza-fluviale-litta.html |titolo = L'ambulanza fluviale Litta}}</ref>
Il suo lascito all'Ospedale Maggiore permise anche alla Croce Rossa Italiana di allestire una Ambulanza fluviale, per portare i primi soccorsi alle popolazioni che abitavano lungo le rive del Po.<ref>{{Cita web |autore = Mauro Colombo |url = https://milanoneisecoli.blogspot.it/2015/05/lambulanza-fluviale-litta.html |titolo = L'ambulanza fluviale Litta}}</ref>


Eugenia visse nella [[Villa Litta Bolognini Modigliani]] di [[Vedano al Lambro]], comune della [[Brianza]], nelle immediate vicinanze del [[Parco di Monza]], fino alla morte avvenuta nel [[1914]] alle soglie della [[prima guerra mondiale]]. La Litta non lascia nulla ai posteri che possa servire a una biografia non autorizzata. Prima della morte di Umberto (per mano dell'anarchico [[Gaetano Bresci]] nel [[1900]]) e dopo la morte del marito, la ''duchessa Litta'' chiamata anche ''duchessa Bolognina'', diede disposizioni perché la sua collezione di 49 quadri andasse all'[[Ospedale Maggiore di Milano|Ospedale Maggiore]] alla sua morte ([[1914]]). Questi quadri fanno ora parte dei musei civici milanesi nella residenza di Milano, di [[Palazzo Morando Attendolo Bolognini]], in via Sant'Andrea 6<ref>Enciclopedia Treccani - La duchessa Litta Bolognini.</ref>. A [[pinacoteca di Brera|Brera]] donò invece il ''[[Ritratto di Antonio Porcia]]'' di [[Tiziano]], avuto per via ereditaria.
Eugenia visse nella [[Villa Litta Bolognini Modigliani]] di [[Vedano al Lambro]], comune della [[Brianza]], nelle immediate vicinanze del [[Parco di Monza]], fino alla morte avvenuta nel [[1914]] alle soglie della [[prima guerra mondiale]]. La Litta non lascia nulla ai posteri che possa servire a una biografia non autorizzata. Prima della morte di Umberto (per mano dell'anarchico [[Gaetano Bresci]] nel [[1900]]) e dopo la morte del marito, la ''duchessa Litta'' chiamata anche ''duchessa Bolognina'', diede disposizioni perché la sua collezione di 49 quadri andasse all'[[Ospedale Maggiore di Milano|Ospedale Maggiore]] alla sua morte ([[1914]]). Questi quadri fanno ora parte dei musei civici milanesi nella residenza di Milano, di [[Palazzo Morando Attendolo Bolognini]], in via Sant'Andrea 6<ref>Enciclopedia Treccani - La duchessa Litta Bolognini.</ref>. A [[pinacoteca di Brera|Brera]] donò invece il ''[[Ritratto di Antonio Porcia]]'' di [[Tiziano]], avuto per via ereditaria.

Versione delle 10:10, 1 mag 2019

Eugenia Attendolo Bolognini,
Duchessa Litta Visconti Arese,
detta La Bella Bolognina.

Eugenia Attendolo Bolognini, duchessa Litta Visconti Arese (Milano, 12 febbraio 1837Vedano al Lambro, 6 aprile 1914), è stata una nobildonna e benefattrice italiana, perlopiù nota per essere stata l'amante di re Umberto I di Savoia.
Fu attiva anche nella propaganda anti-austriaca durante il Risorgimento.[1]

Cenni biografici

Eugenia nacque da Eugenia Vimercati Sanseverino e dal conte Gian Giacomo, famoso come raffinato collezionista, cui si deve la nascita dei Musei civici di Milano.[2][3] Sin da bambina è evidente la sua bellezza, e diviene ben presto nota a Milano come la bella Bolognina.

Eugenia nel 1855 sposò il duca Giulio Litta Visconti Arese, nobile che partecipò ai moti rivoluzionari del 1848, divenendo quindi "duchessa Litta Visconti Arese".[3]

Eugenia, ricordata per la sua particolare bellezza, condivise le posizioni politiche del marito e tenne un raffinato e frequentato salotto culturale a Milano.
I duchi Litta ebbero amicizie patriottiche e non nascosero mai le loro posizioni antiaustriache. La duchessa con il marito frequentò il salotto di Carlo d'Adda che raccolse i principali dissidenti come i fratelli Dandolo, i Borromeo, i Trivulzio, i Trotti ed altri. Eugenia fu grande amica di Carmelita Fè, vedova di Luciano Manara, e di Ermellina Dandolo, matrigna del fervente patriota Emilio.[1][3]

Gli austriaci la soprannominarono la regina delle oche: in Austria venivano infatti chiamate oche le dame lombardo-venete che agitandosi pretendevano di salvare l'orgoglio e l'italianità.

Ricordata anche come la musa ispiratrice di Arrigo Boito, assiduo frequentatore del suo circolo culturale e mondano, deve la sua notorietà alla lunga e stabile relazione extraconiugale che intrecciò e portò avanti col re Umberto I, durata fino alla morte del sovrano. In precedenza era stata anche dama di compagnia della Regina Margherita.[4][3]

Vita privata

Umberto I di Savoia (1884)

Ebbe due figli, Pompeo Litta ed il prediletto Alfonso, che morì nel 1891, figlio naturale avuto con re Umberto I, anche se fu ufficialmente riconosciuto e legittimato dal duca Litta, già noto per la sua correttezza.[5]

Fu benefattrice dell'Ospedale Maggiore di Milano, che dedicò un padiglione al figlio della duchessa, prematuramente morto. Alla sua iniziativa e alle sue donazioni si devono i primi ampliamenti del nosocomio milanese. Il Padiglione Litta dell'Ospedale Maggiore, fu il primo costruito nell'area oltre il Naviglio nel 1895; attualmente ospita la sede dell'Associazione italiana soccorritori.[1]

Il suo lascito all'Ospedale Maggiore permise anche alla Croce Rossa Italiana di allestire una Ambulanza fluviale, per portare i primi soccorsi alle popolazioni che abitavano lungo le rive del Po.[6]

Eugenia visse nella Villa Litta Bolognini Modigliani di Vedano al Lambro, comune della Brianza, nelle immediate vicinanze del Parco di Monza, fino alla morte avvenuta nel 1914 alle soglie della prima guerra mondiale. La Litta non lascia nulla ai posteri che possa servire a una biografia non autorizzata. Prima della morte di Umberto (per mano dell'anarchico Gaetano Bresci nel 1900) e dopo la morte del marito, la duchessa Litta chiamata anche duchessa Bolognina, diede disposizioni perché la sua collezione di 49 quadri andasse all'Ospedale Maggiore alla sua morte (1914). Questi quadri fanno ora parte dei musei civici milanesi nella residenza di Milano, di Palazzo Morando Attendolo Bolognini, in via Sant'Andrea 6[7]. A Brera donò invece il Ritratto di Antonio Porcia di Tiziano, avuto per via ereditaria.

La duchessa Bolognina è sepolta a Vedano al Lambro, nel mausoleo di famiglia, a fianco dell'Oratorio di Santa Maria delle Selve, con marito e figli. L'oratorio, che appartiene all'Ospedale Maggiore di Milano, si trova all'interno di Villa Litta, residenza privata nella quale, ancora oggi, dimorano i discendenti dei Litta.[4]

Note

  1. ^ a b c Fonte: Andrea Spiriti e Laura Facchin - Luoghi da Vivere - Monza e Brianza - Arte Natura Cultura di una provincia lombarda da scoprire - Provincia di Milano - Progetto Monza e Brianza.
  2. ^ Fonte storica Duchessa Litta Bolognini.
  3. ^ a b c d Achille Mascheroni, La bella bolognina.
  4. ^ a b Andrea Spiriti e Laura Facchin - Luoghi da Vivere - Monza e Brianza - Arte Natura Cultura di una provincia lombarda da scoprire - Provincia di Milano - Progetto Monza e Brianza
  5. ^ Enciclopedia Treccani.
  6. ^ Mauro Colombo, L'ambulanza fluviale Litta, su milanoneisecoli.blogspot.it.
  7. ^ Enciclopedia Treccani - La duchessa Litta Bolognini.

Bibliografia

  • Achille Mascheroni La bella bolognina.
  • Andrea Spiriti e Laura Facchin - Luoghi da Vivere - Monza e Brianza - Arte Natura Cultura di una provincia lombarda da scoprire - Provincia di Milano - Progetto Monza e Brianza, p. 107.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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