Utente:Sergejpinka/Offtopic/La scientificità della psicologia

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La scientificità della psicologia 1[modifica | modifica wikitesto]

«Forse la perplessità è l'unica reazione emotiva ammessa dalla comunità scientifica.»

Essenzialmente i filoni di critica alla scientificità della psicologia riguardano:

  1. il paragone con le altre materie scientifiche (il paragone tipico e nei confronti della fisica e chimica);
  2. il paragone all'interno della psicologia stessa fra le varie prospettive (Gestalt, comportamentismo, cognitivismo, ecc. ecc.).

Il paragone con le altre materie scientifiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Statistica, Statistica non parametrica e Teoria dei sistemi.

La psicologia appartiene a quelle scienze definite a statuto debole, poiché studia l'essere umano, che è ad elevata imprevedibilità; in altri termini, gli esperimenti sono di difficile replicabilità. Sopratutto la generalizzazione delle ipotesi è ostacolata dalla natura stessa dell'oggetto di studio (l'umano).

L'utilizzo della statistica in psicologia porta questa ad avere altre critiche, sopratutto per quel che concerne il presupposto che la misura, effettuata su grandi numeri, valga per il singolo caso. Per la natura stessa della statistica non parametrica, spesso si rivela l'unica statistica utilizzabile, specialmente in ambito clinico.

Comunque continuano i dibattiti su questioni come l'effettiva validità dell'uso del calcolo delle probabilità come valido metodo di ricerca.[1] Il nocciolo della questione è che questo metodo statistico può portare sia a risultati superficiali che significativi, soprattutto quando viene usato un grande numero di soggetti. Gli psicologi hanno reagito con l'aumento dell'impiego delle statistiche dell'entità d'effetto, piuttosto che con il semplice affidarsi alla tradizionale p<.05 regola di decisione.

Inoltre lo psicologo per poter studiare l'"oggetto" che ha in esame, venendoci ad interagire, lo modifica. Questo porta a collocare la psicologia fra quel gruppo di scienze che fa capo alla cibernetica di secondo ordine (tipicamente economia, sociologia, psicologia), e più in generale fra quel gruppo di scienze che ha per oggetto di studio un sistema (per esempio: sistema nervoso, sistema economico, sistema sociale, sistema terapeutico).

Il laboratorio ove si tengono gli esperimenti ha alto valore metodologico ma scarso successo speculativo: l'ambiente, poiché artificiale, tende (anch'esso) a modificare l'oggetto di studio; coloro che sono sotto sperimentazione tendono sempre a modellare le loro risposte a causa di esser semplicemente in laboratorio[2].

Il dilemma dell'utilizzo o meno del laboratorio, e del conseguente utilizzo del metodo scientifico (galileano), era già presente fra gli psicologi fin dal tardo secolo XIX.

Il paragone all'interno della psicologia stessa[modifica | modifica wikitesto]

La critica più comune che viene rivolta alla psicologia è a carico della sua poca compattezza teorica ed epistemologica. Il filosofo Thomas Kuhn suggerisce (1962) che la psicologia è in uno stato preparadigmatico[3], mancando accordi presi in comune come accade nelle scienze mature, quali la chimica e la fisica.[4] Non sono mancate critiche anche dagli stessi psicologi: Vygotskij lamentava l'assenza di un linguaggio proprio e di una specifica terminologia scientifica,[5] mentre Watson suggeriva che la psicologia dovesse entrare a far parte delle scienze biologiche, lasciando lo studio della psiche per l'esclusivo studio del comporamento manifesto[6]. Poiché molte aree della psicologia hanno metodi di ricerca "morbidi", come i sondaggi e i questionari, i critici della psicologia hanno affermato che gli psicologi non si assumessero una scientificità sufficiente. Metodi come l'introspezione e la psicoanalisi sono visti come strumenti d'indagine estremamente soggettivi ed imprecisi.[7] L'obiettività, la validità, e la rigidità sono attributi chiave in una scienza, e degli approcci della psicologia sono caduti su questi criteri. D'altra parte l'aumento crescente e sofisticato, dei test statistici e dei disegni di ricerca, così come un ribasso (almeno all'interno di reparti di psicologia accademici) nell'uso di metodi meno scientifici, ha, fino a un certo punto, ridotto l'impatto di questa critica.

L'umano ha caratteristiche di autopoiesi, autoreferenzialità, feedback, omeostasi. Basandosi su tali assunti lo psicologo è a conoscenza dei limiti e delle proprietà dell'oggetto di studio. Empiricamente è ravvisabile che qualsiasi approccio che si adotti per studiare l'umano, esso ha comunque valore terapeutico: l'interazione che lo psicologo ha con la persona che ha davanti, porta a guarigioni maggiormente precoci rispetto a coloro che non interpellano uno psicoterapeuta.

La scientificità della psicologia 2[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Scienza, Filosofia della scienza e Metodo scientifico.
Schema esemplificativo della pianificazione di una ricerca.[8]

«Forse la perplessità è l'unica reazione emotiva ammessa dalla comunità scientifica.»

«Una delle preoccupazioni della scienza è di sviluppare una teoria che spieghi come una determinata cosa funzioni.»

Essenzialmente le critiche alla scientificità della psicologia riguardano sia il paragone con le altre materie scientifiche (tipicamente fisica e chimica) sia il paragone all'interno della psicologia stessa fra le varie prospettive (es. psicologia generale, psicologia sociale, psicologia dinamica, neuroscienze).

La scienza si caratterizza rispetto ad altre attività umane per la ricerca di regolarità. Sebbene nel senso comune pochi abbiano dubbi sulla scientificità della fisica, molti nutrono dubbi sulla scientificità della psicologia. Malgrado gli argomenti di interesse siano molto differenti, vi è un nucleo di elementi essenziali filosofici e metodologici comuni.

Vi sono diversi mezzi di conoscenza. Sommariamente vengono divisi in empirici e non empirici. Tra i non empirici possiamo includere la logica e l'autorità. Tra i metodi empirici la scienza e l'intuizione. La scienza è caratterizzata dal metodo appunto scientifico, o meglio dai metodi scientifici, non solo uno ma diversi tra i quali possiamo annoverare un percorso generale del tipo:

  • Definizione del problema
  • Formulazione di ipotesi
  • Raccolta dati
  • Elaborazione di conclusioni

Tale percorso è utilizzato sempre, anche in psicologia. A molti sembra che la psicologia debba seguire delle regole diverse da quelle della altre scienze poiché essa per definizione debba trattare solo eventi mentali [9]. Questo ha portato alla caduta della credibilità scientifica della psicologia poiché spesso i consigli dati da un professionista sembrano essere gli stessi della nonna. A livello di conoscenza è l'errore che si compie confondendo la scienza con l'intuizione.

La psicologia presenta infatti tutte le caratteristiche per essere definita una scienza perché possiede:

ed ha un interessamento privilegiato per la teoria. Le critiche che spesso riguardano la psicologia sono rivolte alla metodologia. Ad esempio lo psicologo per poter studiare l'"oggetto" che ha in esame, interagendo con esso, lo modifica. Seppure questa affermazione sia in alcuni casi vera, essa lo è per un limitato settore della psicologia il cui ambito di applicazione è abbastanza ristretto. La possibilità di esaminare un certo fenomeno è unica. Non vi sono altri mezzi o metodi per effettuare le medesime osservazioni, la metodologia è unica. L'interazione tra osservatore e oggetto osservato è rintracciabile anche in fisica e nelle ricerche etnografiche. Una considerazione simile è stata applicata anche per l'osservazione. Tutti osserviamo, ogni giorno in ogni momento e luogo e per questa caratteristica di non scientificità la ricerca osservativa era stata bandita dalla scienza. In seguito si è capito che il problema di fondo era su cosa si intendeva per osservazione, quindi si è passati da un tipo di ricerca ad un metodo di ricerca, con regole e limiti per la raccolta di dati altrimenti non ottenibili [10].

Una altra critica è stata rivolta alla ricerca psicologica di laboratorio, nella quale si ha un alto valore metodologico ma scarso successo speculativo: l'ambiente, poiché artificiale, tende a modificare l'oggetto di studio. Da rilevare che la medesima critica sia possibile rivolgerla (per esempio) anche alla chimica: perché non si studiano le interazioni tra le molecole in ambiente e non in un contesto artificiale quale il laboratorio? La risposta ad entrambe le questioni è la medesima: solo il laboratorio può garantire il controllo di tutte le variabili per permettere di esaminare solo la variabile di interesse, sia per la chimica sia per la psicologia, anche se l'oggetto di studio è differente. Invero, se consideriamo ad esempio gli studi di psicologia sociale essi, per definizione, non possono essere studiati al meglio in laboratorio, ma richiedono spesso (ma non necessariamente) uno studio nell'ambiente sociale. Questa differenza tra metodi utilizzabili nelle diverse discipline è riassumibile nel concetto stesso dei diversi metodi scientifici utilizzabili. Essendo la psicologia un campo molto ampio, saranno necessari metodi, strumenti e tecniche di indagine molto diversificate tra loro, a seconda di cosa io voglio studiare (es.: la percezione è studiabile addirittura mediante l'ausilio del computer, il razzismo a bisogno di esser valutato sul campo).

L'aumento crescente e sofisticato, dei test statistici e dei disegni di ricerca, così come la moltiplicazione di corsi, in ambito accademico e formativo di statistica, metodologia, metodologia applicata alle diverse discipline, psicologia sperimentale, filosofia della scienza sono una controprova dell'utilizzo del metodo scientifico in psicologia.

I test psicologici. Cosa vuol dire misurare in psicologia[modifica | modifica wikitesto]

{{S sezione|psicologia}}

Un'evidenza empirico-statistica. Da studi epidemiologici[11] è stato appurato che il distress è un fattore amplificatorio per malattie cardiovascolari, tumorali, croniche.

Un test psicologico è uno strumento di misura come lo è il metro per misurare le lunghezza in fisica. Il problema insito nella misurazione in psicologia è che l'oggetto che si ha intenzione d misurare non ha caratteristiche fisiche, concrete, ma è un costrutto teorico, una entità ipotetica.

Per esempio: ipotizziamo che io abbia sottoposto un ragazzo ad un test psicologico al fine di misurare la sua creatività. La "creatività" è un costrutto teorico, non un oggetto fisico: coerentemente dovrò affermare che il test psicologico da me somministrato discrimina le persone creative da quelle non creative in base ad un certo tipo di definizione che io darò di creatività.

In altre parole, l'atto del misurare (mediante test psicologici) è strettamente connesso al significato del costrutto teorico (l'oggetto di misura): perciò lo psicologo quando misura deve tener conto:

  • e del test psicologico utilizzato per misurare;
  • e del significato del costrutto teorico (l'oggetto sottoposto a misura).

Con lo scorrere del tempo sono nate due modi di porsi al problema: la psicometria funzionalista e la psicometria di tratto.

La psicometria funzionalista utilizza i test psicologici in funzione (appunto) di un fine: la costruzione di un test, dunque prevede la definizione di uno scopo, un'analisi delle aree rilevanti per tale obiettivo (in termini di mansioni, attività, e così via per una specifica "attività") e la strutturazione del test su queste specificazioni. Ciò che viene misurato non è investito da interesse di studio poichè c'è, "esiste", ma perchè è visto in funzione a ciò che serve. Nella visione della psicometria funzionalista, un test d'intelligenza, misura l'intelligenza, non perchè esiste l'intelligenza ed è degna di esser studiata, ma perchè è un aspetto rilevante nella discriminazione delle persone al fine di una scelta fra quelle che possono entrare nel Mensa e quelle che non possono accedervi.

  1. ^ Cohen, J. (1994). The Earth is round p < .05. in American Psychologist, pp.49,.
  2. ^ Harrè R., Lamb R., Mecacci L., Psicologia. Dizionario Enciclopedico, pp.877
  3. ^ I paradigmi sono "incommensurabili maniere di guardare al mondo e di praticare la scienza in esso". Kuhn, T.S. (1962), The structure of scientific revolutions, University of Chicago Press, Chicago (II ed., 1970) (trad. it., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1969), pp.22.
  4. ^ Kuhn, T.S. (1962), The structure of scientific revolutions, University of Chicago Press, Chicago (II ed., 1970) (trad. it., La struttura delle rivoluzioni scientifiche, Einaudi, Torino 1969).
  5. ^ Mecacci L. (1999) Psicologia moderna e postmoderna, Laterza editori, pp.15
  6. ^ Watson, J.B. (1913), Psychology as the behaviorist views it, trad. it. La psicologia dal punto di vista del comportamentista, in N. Dazzi e L.Mecacci (a c. di), Storia antologica della psicologia, Giunti Barbera, Firenze 1982.
  7. ^ Karl Popper affermava che la psicoanalisi semplicemente non era scienza; in quanto non falsificabile.
  8. ^ Ercolani, A.P. e Areni, A. Ronald (1995) Statistica per la ricerca in psicologia. Il Mulino, Bologna pp.13
  9. ^ McBurney D., (2001), Metodologia della ricerca in psicologia, Il Mulino, Bologna
  10. ^ Aureli T., (1997), L'osservazione del comportamento del bambino, il Mulino, Bologna
  11. ^ Grossarth-Maticek, Ronald (1999) Systemische Epidemiologie und präventive Verhaltensmedizin chronischer Erkrankungen. De Gruyter, Walter, GmbH & Co., Berlin, ISBN 3-11-016518-X