Utente:Paperoastro/Sandbox

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NGC 2207 e IC 2163[modifica | modifica wikitesto]

Storia delle osservazioni[modifica | modifica wikitesto]

NGC 2207 e IC 2163 furono osservate per la prima volta da John Herschel nel 1835 con il suo telescopio riflettore da 18,7 pollici di diametro (47,5 cm). Herschel non distinse i due oggetti, ma li considerò un'unica nebulosa: infatti essi vennero descritti nel suo catalogo come una nebulosa mediamente luminosa e grande[1]. Nel 1888 John Dreyer le incluse nel catalogo NGC con il nome di NGC 2207, integrando i commenti di Herschel con la dicitura binuclear (ovvero con doppio nucleo)[1], senza però ancora distinguere singolarmente le due galassie. L'oggetto più debole fu finalmente distinto dal principale e gli fu assegnato da parte dello stesso Dreyer il nome IC 2163 nella seconda integrazione dell'Index Catalogue del 1908, grazie alle osservazioni compiute da Herber A. Howe al Chamberlin Observatory, in Colorado. Egli descrisse IC 2163 come un oggetto eccessivamente debole e mediamente grande. Inoltre notò attorno ad NGC 2207 deboli tracce di un anello[2][3].

Nel 1956 fu pubblicata la prima misura della velocità di recessione (redshift) di NGC 2207: il valore trovato, 2455 km/s[4], è tuttavia di alcune centinaia di chilometri al secondo più basso delle stime più recenti (2741 km/s[5]). NGC 2207 faceva parte del campione di 620 galassie della prima estesa campagna osservativa per misurare i redshift. Le osservazioni furono compiute in un arco di tempo di più di venti anni dagli astronomi Milton Humason, Nicholas Mayall e Allan Sandage con i telescopi degli osservatori di Monte Wilson e Palomar[4].



Ottico[modifica | modifica wikitesto]

Data la loro luminosità e peculiarità, NGC 2207 e IC 2163 sono state osservate da molti telescopi e strumenti praticamente a tutte le lunghezze d'onda. Nei cataloghi di galassie costruiti con le immagini delle lastre fotografiche della Palomar Sky Survey, vengono descritte come:

  • nel 1959 l'astronomo Sidney van den Bergh, basandosi sulle immagini delle lastre fotografiche in banda blu della Palomar Sky Survey, classificò: NGC 2207 come una galassia con dei bracci a spirale ben sviluppati e una elevata brillanza superficiale segnalando comunque la presenza di interazioni mareali con un altro oggetto classificato Sct I:
  • NGC 2207 descritta come una galassia con elevata brillanza superficiale e bracci a spirale ben sviluppati, distorti dall'interazione con IC 2163. POSS BANDA BLU
  • IC 2163 descritta semplicemente come una galassia spirale con distorsioni mareali [6].

Radio[modifica | modifica wikitesto]

  • Emissione radio del disco a 1420 MHz di NGC 2207 misurata nel 1970[8]. L'emissione radio è stata trovata nel disco ma non nel nucleo.
  • Emissione radio a 80 MHz misurata nel 1973[9].
  • Emissione radio a 2700 MHz misurata nel 1974[10].
  • Emissione radio a 3 cm (10,69 GHz) non trovata (entrambe le galassie)[11].
  • Continuo radio a 1415 MHz osservato nel 1980[12].
  • Continuo radio a 11 cm (2695 GHz)[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) J.L.E. Dreyer, New general catalogue of nebulæ and clusters of stars (1888) - Index catalogue (1895) - Second index catalogue (1908) (JPG), Londra, Memoirs of the Royal Astronomical Society, 1962 [1888], p. 69. URL consultato il 16 gennaio 2010.
  2. ^ (EN) J.L.E. Dreyer, New general catalogue of nebulæ and clusters of stars (1888) - Index catalogue (1895) - Second index catalogue (1908) (JPG), Londra, Memoirs of the Royal Astronomical Society, 1962 [1908], pp. 301, 370. URL consultato il 16 gennaio 2010.
  3. ^ H. A. Howe, List of nebulæ discovered at the Chamberlin Observatory, Colorado, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 58, 1898, p. 523. URL consultato il 16 novembre 2008.
  4. ^ a b M. L. Humason, Mayall, N. U., Sandage, A. R., Redshifts and magnitudes of extragalactic nebulae, in Astronomical Journal, vol. 61, 1956, pp. 97-162. URL consultato il 15 novembre 2008.
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ned
  6. ^ (EN) Sidney van den Bergh, A Preliminary Luminosity Clssification of Late-Type Galaxies, in Astrophysical Journal, vol. 131, 1960, pp. 215-223, DOI:10.1086/146821. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  7. ^ (EN) Boris Aleksandrovich Vorontsov-Velyaminov, V., Arhipova, Morphological Catalogue of Galaxies, Mosca, Moscow State University, 1968.
  8. ^ (EN) J. Lequeux, The Radio Continuum of Galaxies. I. Observations, in Astronomy and Astrophysics, vol. 15, 1971, p. 30. URL consultato il 26 marzo 2009.
  9. ^ (EN) O.B. Slee, Higgins, B.S., Culgoora-1 list of radio source measurements at 80 MHz, in Australian Journal of Physics, Astrophysical Supplement, vol. 27, 1973, pp. 1-43. URL consultato il 17 gennaio 2010.
  10. ^ (EN) Alan, E. Wright, Flux densities of bright galaxies at 2700 and 5000 MHz, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 167, 1974, pp. 273-282.
  11. ^ (EN) J. Pfleiderer, Boden, H.; Gebler, K.-H., 3-cm observations of galaxies, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, vol. 40, 1980, pp. 351-354.
  12. ^ (EN) E. anno = 1980 Hummel, A radio continuum survey of bright galaxies at 1415 MHz, in Astronomy and Astrophysics Supplement Series, vol. 41, pp. 151-171.
  13. ^ (EN) J. Pfleiderer, Durst, C.; Gebler, K.-H., Radio continuum observations of galaxies at 11 CM, in Royal Astronomical Society, Monthly Notices, vol. 192, 1980, pp. 635-640.

Altri nomi da riportare[modifica | modifica wikitesto]

  • MCG -04-15-020 / MCG -04-15-021