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Baratuciat
Dettagli
StatoBandiera dell'Italia Italia
Resa (uva/ettaro)8,0 t
Resa massima dell'uva55-60%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
11,5%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
12,0%
Estratto secco
netto minimo
22,0 g/l
Riconoscimento
TipoVino Bianco
Istituito con
decreto del
2008  
Gazzetta Ufficiale del
Vitigni con cui è consentito produrlo
[senza fonte]


Il Baratuciat è un vitigno che produce uva a bacca colorata (bianca); è un vitigno autoctono della Val di Susa, recentemente riscoperto. Nessun sinonimo vero e proprio, anche se, nelle zone ove era tradizionalmente presente, i viticoltori locali ne ricordano varianti del nome anche piuttosto distanti, come “Bertacuciàt”, o lo chiamano “Berlu ‘d ciàt”. Si sono trovati riferimenti storici locali, risalenti alla fine del 1800, per un “Berlon ‘d ciat bianco”. L'etimologia del nome è incerta, ma tale denominazione potrebbe derivare dalla forma particolare dell’acino, molto allungato, associato popolarmente alla forma degli escrementi di gatto (in dialetto locale "ciàt") similmente a quanto accade in zona per altre varietà di vite (Berla grossa, Berla ‘d crava)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Baratuciat ha le sue prime citazioni storiche in un bollettino ampelografico del 1877 e successivamente nella Tesi di Laurea del Prof. Giovanni Dalmasso, Tesi di Laurea, per la sua presenza in vari luoghi, primariamente in Savoia e in Val di Susa, soprattutto per ad Almese e a Chiomonte. A seguito di uno studio condotto dalla Facoltà di Agraria di Torino [DISAFA] Solo a partire dal XXI secolo, ed in particolare dal 2008, il Baratuciat viene inserito stato inserito nell'albo ampelografico nazionale ampelografi.


Zone di coltivazione[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente il vitigno si ritrova in ceppi sparsi nei vecchi vigneti dei comuni di Villarbasse, Buttigliera ed Almese ed è stato oggetto di un lavoro di studio e caratterizzazione sia agronomica che enologica. L’analisi con marcatori molecolari del DNA non ha evidenziato alcuna corrispondenza genetica con altri vitigni dell’Italia nord occidentale. Una certa vicinanza genetica è invece emersa tra Baratuciàt e Cascarolo, un vecchio vitigno ad uva bianca che pare geneticamente importante per l’evoluzione dell’assortimento varietale piemontese.

È coltivato in Piemonte in Bassa Val di Susa, in dettaglio nei comuni di Almese e Chiomonte, ove costituisce la base per la produzione di vini bianchi localit come: Cianisot e Cesa Veja.

Caratteristiche morfologiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Germogliamento: prima decade di aprile.
  • Fioritura: prima decade di giugno.
  • Invaiatura: prima decade di agosto.
  • Maturazione dell'uva: prima decade di ottobre.

Caratteristiche agronomico-produttive[modifica | modifica wikitesto]

Il Baratuciàt, vitigno dal precoce ciclo vegeto-produttivo, presenta un elevato vigore ed una produttività media; generalmente richiede una potatura lunga per via della scarsa fertilità delle gemme basali. Tuttavia non è particolarmente esigente dal punto di vista dell’ambiente e delle pratiche colturali da adottare: il germogliamento, che avviene piuttosto precocemente (circa contemporaneo al vitigno Arneis), lo espone al rischio di gelate tardive, pertanto se ne consiglia l'impianto in terreni ben esposti e non soggetti al fenomeno dell'inversione termica, abbastanza frequente nelle vallate alpine. Il Baratuciàt è piuttosto resistente alle principali patologie fungine, mentre in primavere piovose e fredde può andare incontro al fenomeno della colatura, benché in genere la produzione risulti costantemente buona. Talvolta il vigore può essere eccessivo e, soprattutto in giovani impianti, l'entrata in produzione risulta essere ritardata.

Attitudini enologiche[modifica | modifica wikitesto]

Il vino risulta caratterizzato da un contenuto in estratto secco netto elevato per un vino bianco (circa 23 g/L). Anche l’acidità totale risulta generalmente elevata, ma tipica di ambienti di montagna, con valori medi superiori agli 8 g/L. A tale acidità concorre maggiormente l’acido malico, che in annate sfavorevoli arriva fino a 4 g/L. Tale aspetto può però essere positivo qualora si ipotizzi di utilizzare l’uva nella produzione di basi spumante. Il vino si presenta generalmente di colore giallo paglierino scarico con gradevoli tonalità verdi, con un profumo intenso caratterizzato da note prevalenti di mela (verde) e ananas, e con peculiari sentori di eucalipto e fieno. Al sapore il prodotto risulta molto interessante, di struttura importante e molto equilibrato.

E' un vitigno adatto alla tecnica dello spumante metodo Charmat, è infatti stabile per aromi e colore.


A maturazione finita i vini di Baratuciat presentano un profumo con note erbacee e fruttate di mela verde e di fiori secchi, di spezie. Normalmente viene vinificato in purezza per far risaltare tutte le sue caratteristiche.

Vini ricavati[modifica | modifica wikitesto]

  • Solo in purezza (100% uve Baratuciat)

Sinonimi del Baratuciat[modifica | modifica wikitesto]

Bertacuciàt, Berlu ‘d ciàt.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

I portali: Vitigno e DISAFA non esistono

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