Utente:Ags/Pacchetto Colombo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

A seguito della rivolta di Reggio Calabria (estate 1970) per l'attribuzione della sede degli organi regionali, il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) assegna alla Calabria 1300 miliardi per la costruzione di un centro siderurgico nella piana di Gioia Tauro (occupazione prevista 7500 unità) ed altri 360 miliardi per una serie di interventi nel settore chimico (Sir, Liquichimica) e meccanico (Efim) con una occupazione prevista di 7300 unità.

I Costanzo sbarcarono in Calabria, intorno al 1975, per la costruzione della Liquichimica di Saline Joniche. Il complesso industriale doveva sorgere in Sicilia. Ma dopo la rivolta di Reggio Calabria il governo decise di dare un contentino ai calabresi. E nell’ambito di una serie di provvedimenti denominati pacchetto Colombo, dal nome dell’allora ministro dell’Industria, Emilio Colombo, furono stanziati anche trecento miliardi di lire per la costruzione di uno stabilimento che avrebbe dovuto dare lavoro a mille persone circa. I Costanzo, in consorzio con altre ditte, si aggiudicarono quell’appalto. Poi lo diedero in subappalto agli Iamonte, che erano i capi dell’organizzazione mafiosa del comune di Montebello Jonico e di Melito Porto Salvo, e ai quali più tardi fu affidata anche la gestione della mensa aziendale. Gli Iamonte, legati al capondrangheta Mico Tripodo - compare d’anello di Salvatore Riina - detenevano il controllo delle attività economiche della zona. Proprietari di un distributore di benzina e di una macelleria, possedevano anche, in forma diretta o indiretta, alcune imprese attraverso le quali dettavano legge in campo edilizio.

“…l’occupazione realizzabile in provincia di Reggio sarà di 10.200 unità”. Come tutti sanno, il Quinto Centro Siderurgico nella Piana di Gioia Tauro, che avrebbe dovuto occupare 7.500 persone, non è mai stato realizzato, a causa della crisi internazionale nel settore dell’acciaio che già il Governo conosceva. Con i provvedimenti messi in atto da Colombo per la Calabria, nel 1971, nacque la definizione “cattedrali nel deserto” che indicò i grandi insediamenti industriali nelle aree ancora non sviluppate. Il pacchetto Colombo fu il danno aggiunto alla beffa: servì ad alcuni industriali per intascare un bel gruzzolo di miliardi di vecchie lire per poi dileguarsi; servì per distruggere zone coltivate e litorali di spiaggia, danneggiando paesaggi turistici di estrema bellezza. Così successe anche a Saline Joniche con la costruzione della Liquichimica, uno stabilimento per la costruzione delle bioproteine sintetiche: la ciminiera alta della fabbrica, che sorge davanti allo Jonio, subito dopo lo stretto di Messina, è il più significativo ed emblematico dei monumenti al fallimento del piano di sviluppo economico della Calabria da parte dell’allora Presidente del Consiglio, oggi senatore a vita della Repubblica, On. Emilio Colombo.

Viene fuori così il pacchetto Colombo che in Calabria (ma anche in Sicilia) prevede una serie di impianti pubblici, tra cui quelli chimici di Lamezia Terme e Saline Joniche e quello siderurgico di Gioia Tauro (che deve occupare circa 7.500 lavoratori).

Maggioranza schiacciante[modifica | modifica wikitesto]

La politica delle grandi opere pubbliche sembra mettere tutti d’accordo, così si progettano, sempre nella Piana, altre due infrastrutture: il porto di Gioia Tauro e la diga sul Metramo, entrambe destinate a servire il nascente indotto industriale. La verità è che fin dalla posa della prima pietra nell’aprile 1975, per mano dell’allora ministro Giulio Andreotti, si sapeva che per il polo siderurgico di Gioia Tauro non ci sarebbe stato futuro: la siderurgia è in crisi. Intanto nella Piana vanno distrutti quasi 1.000 ettari di agrumeti e uliveti, vanto della Calabria contadina, per far posto alla grande industria. E mentre la 'ndrangheta fa affari d’oro con appalti e subappalti, aprendo un guerra di clan che lascia sul campo 233 morti in tre anni, il polo siderurgico non vede mai la luce.

In quello stesso periodo nascevano le Regioni, esplodeva in Calabria la rivolta di Reggio e il governo rispondeva con il cosiddetto pacchetto Colombo di cui non resta quasi nulla, che prevedeva, tra l’altro, l’insediamento della Liquichimica a Saline [Rc] e della Sir di Rovelli a Lametia Terme [Cz].

La rivolta di Reggio durò sostanzialmente dal luglio 1970 al febbraio 1971 (il 4 febbraio muore Malacaria, il 12 Emilio Colombo annuncia in Parlamento il suo "pacchetto", (il "pacchetto Colombo": Liquichimica di Saline e V Centro siderurgico di Gioia Tauro), che si rivelarono un fallimento.

"Cattedrale nel deserto: al posto della sabbia l'amianto[modifica | modifica wikitesto]

E' dagli anni '70 che la Liquichimica di Saline Joniche viene considerata una "Cattedrale nel deserto". Un'opera faraonica e costosissima: dunque, per completare il sillogismo dal sapore d'ossimoro, inutile.

Ma adesso i simpaticoni del Noe l'hanno sequestrata. Perché, dopo l'ennesima illusione (un consorzio che aveva presentato progetti lautamente finanziati con soldi pubblici, cioè nostri, per rilanciare a Saline la chimica che è in declino da 30 anni in tutt'Europa e farci altre cose utilissime come la pescicoltura etc. etc.....), nell'area della pseudofabbrica i militari hanno ritrovato enormi quantitativi d'amianto.

Cala il sipario sul sogno del "pacchetto Colombo", definitivamente. Adieu. E' stato bello pensare che, come nella Silicon Valley, dalla sabbia arrivano i dollari. In Calabria, a quanto pare, la sabbia rimane sabbia. E basta.

Gioia Tauro e Saline, stesse origini, destino comune?[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni settanta un industriale di Roccella, il Dr. Ursini, che era amministratore della Liquigas, ha avuto l'idea di creare un polo chimico nel sud, grazie al quale ha richiesto finanziamenti pubblici per un grosso stabilimento, sorto ad Augusta, per la produzione di paraffine come derivate dal petrolio. L'impianto doveva produrre circa un milione di tonnellate annue di normalparaffine, la più grossa produzione mondiale. Le normaparaffine prodotte ad Augusta dovevano servire come materia prima per una lavorazione successiva da fare a Saline e questo allo scopo di produrre componenti chimici per la detergenza e produrre bioproteine ed acido citrico. Le bioproteine sarrebbero state utilizzate nel campo dell'alimentazione animale, mentre l'acido citrico costituiva un ingrediente fondamentale per i prodotti della detergenza. Soprattutto l'acido citrico rivestiva una grandissima importanza in quanto proprio in quegli anni incominciava ad esserne criticato l'uso (prodotto in Italia dalla Montedison), negli anni si è scoperto che gli scarichi di queste sostanze provocavano dei problemi ambientali (tipo la produzione di alghe in Adriatico). Si scelse Saline perché nell'ambito dell'allora pacchetto Colombo, dopo la rivolta di Reggio Calabria, la DC cercò di dare "qualcosa" alla provincia reggina, in cambio del fatto che il capoluogo di regione era passato a Catanzaro. Il pacchetto prevedeva due investimenti essenziali, quello di Saline Ioniche, e quello di Gioia T., per la costruzione del V centro siderurgico. Tutti sanno come è andata a finire....

Anche a Saline si costruì un porto, che doveva servire alla movimentazione di tutti i prodotti liquidi. Tutt'oggi esiste un grosso deposito costiero di circa 200.000 metri cubi che potrebbe ora diventare base per la predisposizione di un terminal per sostanze liquide. Assieme alla costruzione del porto, l'ASI di Reggio Calabria aveva curato la costruzione di una grossa presa a mare per il raffreddamento degli impianti, la trivellazione di diversi pozzi e di una vasca di raccolta per l'acqua dolce. Da parte sua la Liquichimica aveva costruito uno stabilimento, una centrale elettrica per l'autoproduzione di energia, con la possibilità di scambiare energia con l'Enel, ed anche una piccola presa a mare e due pontili per poter partire con la produzione, visti i ritardi nella consegna delle opere pubbliche. Alcune opere sono state ultimate, infatti, molti anni dopo, nonostante non servissero più. Lo stabilimento fu portato a termine nel 1973 e la produzione cominciò solo per piccole quantità sperimentali e solo per l'acido citrico, non per le bioproteine. Subito dopo l'ultimazione degli impianti l'Istituto Superiore della Sanità ne vietò la messa in produzione, in quanto le bioproteine per alimentazione animale essendo prodotte con sostanze derivate dal petrolio come le paraffine avrebbero potuto avere degli effetti cancerogeni sull'intero ciclo alimentare. La cosa incredibile è che a non dare il permesso per l'attivazione degli impianti è stato proprio l'Istituto Superiore di Sanità, un organo statale, lo stesso che aveva largamente finanziato l'impresa! Finisce così l'avventura della Liquichimica, che negli anni '80 fallisce e viene rilevata dall'Enichem, il braccio chimico dell'ENI. Mentre lo stabilimento di Augusta è stato rimesso in funzione e successivamente rivenduto alla Condea, un gruppo multinazionale che produce detergenza, lo stabilimento di Saline è stato assolutamente abbandonato, pur in presenza di una certa forza con incarico manutentivo, il che permette oggi di avere degli impianti in buone condizioni.

Il governo inoltre predispose il "pacchetto Colombo", cioè una serie di provvedimenti che prevedevano la realizzazione dell'Università a Cosenza, insediamenti industriali a Gioia Tauro con il quinto centro siderurgico, a Saline Jonio. A S. Leo furono collocati gli impianti della Liquigas; a S. Eufemia quelli della SIR e a Castrovillari nacque un’industria tessile.


Il secondo intervento del CIPE si ha tre mesi dopo ( delibera n. 1 seduta del 28-2-1971) . In essa era prevista l’approvazione del complesso di interventi predisposti dal Governo, conosciuti come pacchetto Colombo. Così come aveva detto il Presidente del Consiglio, esso comprendeva l’annuncio di 19 programmi d’investimento industriale da realizzare in Calabria e Sicilia, predisposti da aziende a partecipazione statale, ma anche da industrie private, e sottoposti agli organi della programmazione nell’ambito delle procedure della contrattazione programmata. La tabella A allegata alla delibera, elencava le localizzazioni degli investimenti che avevano l’obiettivo di realizzare 15 mila posti di lavoro in Calabria e 25 mila in Sicilia. Per la ubicazione del centro siderurgico, la delibera riproponeva la formula generica di: “Centro Siderurgico IRI - Localizzazione prevista Calabria – Occupazione 7.500 Unità”50. Per le iniziative che si riferivano a produzioni già avviate, si specificavano le sedi, ed esse riguardavano esclusivamente località siciliane; per le iniziative che si 50 IVI. Capitolo I IL S 111 riferivano a nuove produzioni, non si specificava affatto la loro localizzazione, e ciò riguardava i 7 investimenti previsti per la regione Calabria. A proposito delle localizzazioni, il Cipe dava incarico al “Comitato dei Ministri per la contrattazione programmata” di completare l’esame dei programmi, e riformulare al Cipe stesso le proposte conseguenti circa : 1. la localizzazione specifica delle singole iniziative nell’ambito di ciascuna regione, attraverso consultazioni tra gli organi della programmazione, le Regioni e le imprese interessate; 2. le infrastrutture speciali da realizzare per l’attuazione dei programmi di investimento con indicazioni degli organi e delle amministrazioni che avrebbero dovuto ad esse provvedere; 3. le misure degli incentivi sulla base della legislazione in atto. La delibera che determinò la definitiva localizzazione di “un centro siderurgico nella Piana di Gioia Tauro”51, fu la n. 15 del 18 Marzo 1971. Preso atto della proposta che il Comitato dei Ministri aveva intanto formulato, il Cipe la approvava, dando mandato al Ministero dei Lavori Pubblici di procedere agli accertamenti occorrenti per stabilire : 1. la fattibilità di un porto industriale avente le caratteristiche richieste dall’azienda interessata; 51 Nella Delibera citata si usa appunto l’espressione “Piana di Gioia Tauro”. TECNICI E POLITICI NELLA PROGRAMMAZIONE DEL V CENTRO SIDERURGICO DI GIOIA TAURO pag. 112 2. la individuazione delle infrastrutture necessarie con indicazione degli oneri e dei tempi tecnici occorrenti, tenuto anche conto delle effettive esigenze dell’azienda interessata. A proposito del ruolo di cui era questo ministero, il Cipe precisò che esso avrebbe dovuto formare una apposita commissione con la partecipazione di esperti, ma anche della Finsider, con lo scopo di provvedere specificamente alla fattibilità del porto e, “avvalendosi della collaborazione della Cassa per il Mezzogiorno provvedesse con il ricorso ai sistemi d’indagine più aggiornati e previa analisi di tutti gli aspetti tecnici ed economici del problema, alla dichiarazione di fattibilità delle infrastrutture occorrenti al porto, dei costi delle opere e di tutti gli altri problemi connessi all’assetto del territorio”52. Nella parte conclusiva della delibera il Cipe precisava che entro tre mesi, la commissione avrebbe fornito al Comitato dei ministri una relazione sull’indagine svolta, rimanendo a carico della Cassa l’onere per il finanziamento delle indagini. 52 Archivio Ministero del Tesoro, Divisione CIPE, fonte citata.

Il governo predispose il "pacchetto Colombo", cioè una serie di provvedimenti che prevedevano la realizzazione dell'Università a Cosenza, insediamenti industriali a Gioia Tauro con il quinto centro siderurgico, a Saline Jonio e a S. Leo con gli impianti della Liquigas, a S. Eufemia con la SIR di Rovelli e a Castrovillari con un' industria tessile. Complessivamente si prevedevano 25.000 posti di lavoro che però non si sarebbero mai visti e che avrebbero invece rappresentato occasioni di speculazione di gruppi economici privati