Tsybin Ts-1

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Tsybin Ts-1
Descrizione
Tipoaereo sperimentale
Equipaggio1
ProgettistaOKB-265 di Pavel Vladimirovič Cybin
CostruttoreBandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Data ordinesettembre 1945
Data del completamento1947
Data primo volo1947
ProprietarioSovetskie Voenno-vozdušnye sily
Esemplari2?
Voli30
Destino finaleritirato nel 1948
Altre variantiLL-2 ed LL-3
Dimensioni e pesi
Lunghezza8,98
Apertura alare7,1
Freccia alare0
Superficie alare10,2
Peso a vuoto1.000 kg
Peso max al decollo2.039
Propulsione
Motore1 razzo a propellente solido Kartukhov PRD-1500
Spinta1.500 kgf (14,71 kN)
Prestazioni
Velocità max1.050 km/h
Atterraggio120
Tangenza7.000 m
Impieghi sperimentali e di ricerca
Studio delle configurazioni alari più idonee nei voli supersonici
NoteDati riferiti alla versione LL-1

Testpilot.ru

voci di aeroplani sperimentali presenti su Wikipedia

Il Tsybin Ts-1 (in cirillico Цыбин Ц-1) era un aereo sperimentale sviluppato e costruito in Unione Sovietica nell'ambito di un programma di ricerche sull'aerodinamica nei voli supersonici. Il progetto del velivolo fu curato dall'OKB-256 di Pavel Vladimirovič Cybin, nella seconda metà degli anni quaranta. Identificati con la sigla LL (cirillico: Летающая Лаборатория, ovvero “laboratorio volante” in russo), ne furono ideate tre configurazioni (LL-1, LL-2 e LL-3), di cui solo due effettivamente portate in volo.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Nel settembre 1945, l'OKB di Cybin fu incaricato dall'istituto di ricerca sul volo LII-MAP di condurre una serie di ricerche riguardanti lo sviluppo e l'individuazione delle configurazioni alari più idonee ai voli supersonici. I test incominciarono nel 1946, e furono condotti presso il TsAGI. Il risultato fu, appunto, il Tsybin Ts-1, che fu definito “laboratorio volante” e chiamato con la sigla LL. Queste sigle andarono successivamente a identificare le varie configurazioni del velivolo. Il prototipo, chiamato LL-1, volò per la prima volta nella metà del 1947 con il pilota collaudatore M. Ivanov. Complessivamente, effettuò un totale di trenta voli, con i piloti Amet-Khan Sultan, S.N. Anochin e N.S. Rybko.
Mentre lo sviluppo del Ts-1 proseguiva, sempre all'interno dell'OKB-256, un gruppo di progettisti guidati da Berentsov curò lo sviluppo di una nuova fusoliera, con un innovativo profilo alare. In particolare, Berenstov ideò due distinte configurazioni alari: una a freccia negativa, l'altra a freccia positiva. La prima innovazione fu introdotta nel secondo esemplare nell'inverno 1947-48. Questo aereo, chiamato LL-3, effettuò ben 100 voli.
Successivamente, il primo esemplare (ex LL-1) fu modificato con un'ala a freccia positiva (la seconda configurazione studiata da Berentsov), e designato LL-2. Però, questa versione non fu mai portato in volo: infatti, gli esperimenti con questa formula alare di ala furono condotti con aerei da caccia MiG-15 e Lavochkin La-15[1].

Tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il progetto di base del Ts-1 prevedeva un aereo di costruzione interamente lignea, con ala dritta. Questo aereo fu poi successivamente modificato, in particolare con le soluzioni proposte da Berentsov. Come detto in precedenza, del Ts-1 vennero realizzate tre configurazioni.

  • LL-1: si tratta della versione base, con ala dritta. Effettuò una trentina di voli a partire dalla metà del 1947. Il prototipo fu successivamente modificato come LL-2. Le caratteristiche tecniche sono quelle riportate in tabella.
  • LL-2: si tratta dell'ultima configurazione realizzata, con ala a freccia positiva. Derivato dalla trasformazione dell'LL-1, non fu mai portato in volo.
  • LL-3: si tratta della seconda configurazione, con ala a freccia negativa. Volò nel 1948, ed effettuò un centinaio di voli. Presentava numerose differenze, in particolare nella coda (ampiamente riprogettata) e, soprattutto, nelle ali. Queste, infatti, oltre a essere metalliche, erano inclinate negativamente di 30°, e l'apertura alare raggiungeva i 7,22 metri. Le altre caratteristiche tecniche erano praticamente le stesse della versione LL-1: si differiva per la maggiore velocità massima (1.200 km/h, ovvero Mach 0,97) e per il peso al decollo (2.000 kg, leggermente inferiore). Tuttavia, a causa delle variazioni dei pesi (che avevano spostato il centro di gravità del velivolo), era stato necessario sistemare dei serbatoi d'acqua come zavorra nel muso e nella coda.

Il motore, comune a tutte le versioni, era costituito da un razzo a propellente solido Kartukhov PRD-1500, in grado di fornire una spinta di 1.500 kgf della durata di otto-dieci secondi. Il razzo era sistemato all'interno della fusoliera. I comandi di volo erano manuali. Il carrello, posto sotto la fusoliera, era a due ruote, e veniva sganciato subito dopo il decollo. Inoltre, vi era anche un ruotino fisso sotto alla coda. L'atterraggio avveniva tramite un pattino.
Sui Ts-1 vennero testatati a bordo numerosi tipi di strumentazione. Nei primi voli, tuttavia, questa non era imbarcata. Per simularne peso e ingombro, quindi, si decise di caricare come zavorra circa una tonnellata di acqua, che era espulsa prima dell'atterraggio, per non creare troppi problemi di manovrabilità.

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Il Ts-1 veniva portato in volo rimorchiato da un Tupolev Tu-2: giunto a un'altezza compresa tra i 5.000 e i 7.000 metri, l'aereo veniva sganciato e rivolto verso il basso con un'inclinazione di 45-60°. Quindi, veniva acceso il razzo, e il velivolo veniva portato alla massima velocità. Esaurita la spinta, l'aereo si trasformava in un vero e proprio aliante, e atterrava come tale.
Il Ts-1, in generale, fornì parecchie informazioni utili, senza dare mai problemi durante il volo. Inoltre, furono considerati aerei eccellenti dal punto di vista prestazioni/prezzo[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Energia-Buran: The Soviet Space Shuttle.
  2. ^ (EN) Ts-1 flying laboratory, su testpilot.ru, https://www.testpilot.ru. URL consultato il 23 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bart Hendrickx, Bert Vis, Energia-Buran: The Soviet Space Shuttle, Springer, ottobre 2007, ISBN 0387698485

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]