Tito Vezio Zapparoli

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Tito Vezio Zapparoli (Poggio Rusco, 18851943) è stato un agronomo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureatosi in agraria, studiò le caratteristiche agronomiche e morfologiche delle varietà tradizionali di mais, che descrisse in numerose pubblicazioni[1][2] e utilizzò per creare varietà altamente produttive.

Nell'ottobre del 1920 sorse la Stazione sperimentale di maiscoltura di Curno,[3], di cui fu immediatamente nominato direttore Zapparoli, allievo dell'agronomo Ottavio Munerati[4], dal quale apprese la severa impostazione scientifica e metodologica della ricerca sperimentale. Egli divenne ben presto l'uomo del granoturco, come lo chiamavano con confidenza gli agricoltori, per il suo sapere e per le spiccate doti di bontà d'animo, di semplicità, di praticità e di onestà. Zapparoli diede un forte impulso alle attività di ricerca genetica ed agronomica e promosse attività di miglioramento delle varietà locali in tutta l'Italia settentrionale e centrale. Sviluppò linee isogeniche dalle più pregevoli popolazioni locali di mais, che impiegò poi per costituire varietà sintetiche per produrre incroci inter-varietali. Inoltre mise a punto la tecnica agronomica richiesta per la loro coltivazione[5][6][7][8][9].

In particolare selezionò, moltiplicò e diffuse le varietà migliorate Marano (da Marano Vicentino, dove fu costituita)[10], Rostrato[11], Nostrano dell'Isola[12] e Scagliolo[13], originati da incroci effettuati da agricoltori innovatori nel corso del XIX secolo [1][collegamento interrotto]. Collaborò con la Federazione italiana dei consorzi agrari (Federconsorzi) per la produzione e la diffusione delle varietà migliorate di mais. Questa stretta associazione tra ricerca e produzione rappresentarono quanto di meglio era allora possibile fare in campo maidicolo e i suoi apporti sostennero per alcuni decenni maiscoltura italiana,

I suoi tratti umani furono rievocati dal prof. Viscardo Montanari, nel corso dell'inaugurazione della seconda sede della Stazione sperimentale di maiscoltura a Bergamo[14], tratteggiandone la luminosa e indimenticabile figura. La sua opera è documentata dalle 37 pubblicazioni apparse a cura della Stazione sperimentale di maiscoltura tra il 1921 e il 1943. Il suo ricordo è perpetuato dalla avvenuta costituzione, per iniziativa degli agricoltori riconoscenti, della Fondazione Tito V. Zapparoli, che si ripromette di stimolare e sovvenire iniziative intese al miglioramento della maiscoltura italiana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Granoturchi Italiani. Quaderni Staz. Sper. di Maiscoltura. 15 pp. 1924
  2. ^ Alcuni granturchi selezionati a grande produzione. Italia Agricola. 76:3-32 1939
  3. ^ istituita con i R.D. n. 327 del 7 marzo 1920 e n. 648 del 6 maggio 1920
  4. ^ direttore della Stazione sperimentale di Bieticoltura di Rovigo
  5. ^ Il granoturco, Biblioteca agricola Paravia, Torino. VIII, 365 p. 1930
  6. ^ La coltivazione e la concimazione del granoturco. Arte della Stampa, Roma 1935
  7. ^ Appunti di maiscoltura, Federazione italiana dei consorzi agrari. Piacenza, 1930
  8. ^ (insieme a Arturo Marescalchi) Il granoturco e la sua concimazione : brevi note per gli agricoltori. Comitato nazionale per l'incremento delle coltivazioni. Roma. 193-?
  9. ^ Il granoturco, REDA, Bologna, 1937
  10. ^ Il Granoturco Marano. L'Italia Agricola, 76:155-159, 1939
  11. ^ Due granturchi selezionati: Rostrato Cajo Duilio (SM) e Giallo Tondo S. Pancrazio (SM). Italia Agricola 76:609-614 1939
  12. ^ Derivati del granturco Nostrano dell'Isola: Nostrano dell'Isola Finardi (SM), Isola Basso (SM) e Letizia (SM). Italia Agricola. 76:317-326 1939
  13. ^ Il granoturco Scagliolo. Italia Agricola 76:239-245 1939
  14. ^ 18 novembre 1956, cfr. Maydica II:13-22 1957; nel 1968 fu assorbita dall'Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]