The Australian Pink Floyd Show

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The Australian Pink Floyd Show
The Australian Pink Floyd Show in concerto
Paese d'origineBandiera dell'Australia Australia
GenereRock progressivo
Rock psichedelico
Periodo di attività musicale1988 – in attività
Sito ufficiale

The Australian Pink Floyd Show, spesso chiamata Australian Pink Floyd, è una tribute band australiana formata con lo scopo di ricreare nei dettagli suoni e atmosfere che hanno caratterizzato i concerti dei Pink Floyd.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il gruppo nacque nel 1988 ad Adelaide ed esordì suonando in locali della zona. Il loro successo dipendeva dal fatto che l’Australia, per la sua collocazione geografica e per l’ampiezza del territorio, era raramente meta dei tour in cui si esibivano gruppi provenienti dall’emisfero settentrionale.[1] La prima formazione si costituì su iniziativa del chitarrista Lee Smith – già affiancato dal batterista Grant Ross e dal bassista Trevor Turton – che tramite un annuncio richiese un tastierista e un vocalist per ampliare il gruppo così da poter imitare da vicino i Pink Floyd. Al messaggio risposero Steve Mac and Jason Sawford, e il gruppo, assunto il nome di Think Floyd, cominciò a esercitarsi ascoltando con attenzione la produzione dei Pink Floyd e riproducendone le sonorità; la risposta del pubblico fu favorevole e così il quintetto iniziò le tournée australiane. La loro popolarità crebbe talmente da vedere gli Australian Pink Floyd Show – come si erano rinominati – protagonisti di uno spettacolo[2] al Wembley Stadium Conference Centre nell’agosto del 1993, in occasione della prima assemblea internazionale dei fans dei Pink Floyd.[3] La loro notorietà si espandeva nel Regno Unito e nel continente europeo, nonostante qualche rimaneggiamento nella formazione. Il gruppo australiano nel 1994 ebbe perfino l’onore di suonare di fronte a David Gilmour e successivamente alla presenza degli stessi Pink Floyd alcuni dei quali, in un finale trascinante, si unirono ad elementi della tribute band nell’esecuzione di celebri motivi floydiani.[2]

Ormai stabilitisi in Gran Bretagna, superarono in notorietà altri musicisti affermati,[1] e negli anni a seguire furono sul palco di molti teatri e in festival rock. Nel 2003, dopo alcuni cambiamenti nell’organico, a trent’anni dalla pubblicazione replicarono The Dark Side of the Moon ingaggiando dei coristi e un sassofonista e andando in tournée in Nord America e in Europa; due anni dopo fu la volta di Wish You Were Here con tour in Sud America, poi toccò ad Animals, registrato dal vivo nello stesso anno.[2] Mentre i tour si susseguivano, gli Australian Pink Floyd hanno perfezionato le capacità musicali riproduttive e affinato le soluzioni tecniche via via più complesse,[4] così da esibirsi in spazi sempre più larghi come la Wembley Arena e la O2 Arena a Londra. Nel 2011 il gruppo si è rinforzato con l’ingresso di David Domminney Fowler, Alex McNamara e le coriste Emily Lynn, Lara Smile e Lorelei McBroom. Negli anni a venire si sono avvicendate le tournée; nel 2014 la formazione è stata protagonista di concerti anche in Russia.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Alexis Pedridis, The copycat who got the cream, su theguardian.com, The Guardian, 18 maggio 2007. URL consultato il 26 novembre 2021.
  2. ^ a b c d (EN) History of the Australian Pink Floyd Show, su aussiefloyd.com, Official Website. URL consultato il 26 novembre 2021.
  3. ^ (EN) Glenn Povey, Echoes: The Complete History of Pink Floyd, su books.google.it, Chicago Review Press. URL consultato il 27 novembre 2021.
  4. ^ (EN) Dan Stubbs, The Australian Pink Floyd Show @ M.E.N. Arena, su manchestereveningnews.co.uk, Manchester Evening News, 24 aprile 2007. URL consultato il 26 novembre 2021.

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