Terme di Stabia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

«Ve dimanno scusa: si tutto addicessero accossì, addio Castellammare. Nuje tenimmo l'acqua media pe li mprofolute, sa, Signò; l'Acqua ferrata pe chi è lasco de gamme, sa, Signorì, e l'acqua de lo muraglione e l'Acqua rossa, pe ogne autra nfermetà.»

Le Terme di Stabia sono un complesso termale situate a Castellammare di Stabia, un tempo considerate un tesoro inestimabile. Gli edifici si dividono in Antiche e Nuove terme, ancora presenti ma versano in stato di degrado dopo la chiusura al pubblico nel 2015.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio dell'odierna Castellammare di Stabia è stato fin dall'antichità caratterizzato da un'elevata salubrità dei luoghi, risultante da una combinazione felice di fattori ambientali. La zona, infatti, si trova alla confluenza di tre dominii differenti: la piana del fiume Sarno o Agro Nocerino Sarnese, il Mar Tirreno ed i primi contrafforti boscosi dei Monti Lattari. Dal punto di vista geologico, l'area è caratterizzata da un substrato calcareo, proprio dei Monti Lattari e della zona profonda della Piana del Sarno, sul quale le diverse eruzioni protostoriche e storiche del Vesuvio hanno depositato una coltre più o meno profonda, coesa e a granulometria variabile di piroclasti e pomice.

La Real Casina di Quisisana, dipinto del 1810 di Johan Christian Dahl

A testimonianza dell'amenità del posto, già dall'XI secolo sui primi contrafforti al di sopra del centro urbano di Castellammare era presente una costruzione chiamata Locus Domo Sano, poi evolutasi nella Reggia di Quisisana per opera dei Borbone di Napoli.

Le fonti termali[modifica | modifica wikitesto]

Antiche Terme e Nuove Terme.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza di acque sorgive di diversa natura nell'area stabiese è nota fin dall'antichità, ma non è stato mai presente in loco uno stabilimento termale. Esse erano conosciute ed usate dalla popolazione locale, senza che vi fosse intorno una qualsivoglia attività organizzata. Tali sorgenti non vanno perciò confuse con le Thermae Stabianae citate da Plinio il Vecchio. Queste ultime erano posizionate entro la cerchia urbana dell'antica Pompei ed erano cosiddette in quanto sorgevano sulla via Stabiana[1].

Ferdinando I di Borbone

Le prime analisi scientifiche sulle proprietà delle acque di Stabia furono effettuate nel 1787 per volontà del re Ferdinando I di Borbone. Quest'ultimo incaricò due dei più eminenti medici dell'epoca, Domenico Cotugno e Giuseppe Vairo, di studiare le proprietà dell'acqua acetosella, che all'epoca veniva largamente usata dalla popolazione e famosamente trasportata in recipienti detti mummare. I risultati furono lusinghieri, dato che i due scienziati attestarono la superiorità dell'acetosella di Stabia alle famose acque di Spa in Belgio. Per volontà sovrana, una lapide indicante le proprietà dell'acqua fu collocata nei pressi della fonte, che rimase per uso pubblico. Nel 1829 il successore di Ferdinando I, Francesco I, ordinò agli scienziati della Reale Accademia delle Scienze della Società Reale di Napoli, capitanata dal Ministro dell'Interno marchese Amati, di svolgere analisi anche sul resto delle fonti stabiesi. Nel 1887 la lapide originale fu ricollocata, nell'ambito del progetto di risistemazione dei luoghi effettuato dagli architetti architetti Luciano Parisi e Antonio Vitelli[2].

Nel 1905 la direzione delle Terme fu assunta dall'eminente clinico Pietro Castellino, che curò la riorganizzazione degli stabilimenti secondo criteri imprenditoriali[3].

Entrambi i complessi chiusero definitivamente nel 2015.

Caratteristiche delle acque di Stabia[modifica | modifica wikitesto]

Le fonti delle Antiche Terme
Bottiglia celebrativa di Acqua della Madonna

Le caratteristiche chimiche, biologiche ed organolettiche delle acque di Stabia, nonché le loro proprietà cliniche, derivano dall'elevata articolazione dei substrati geologici che esse attraversano. Come detto, nell'area territoriale il substrato di base è calcareo, così come caratteristico dei Monti Lattari e della valle del Sarno. Su tale substrato, l'attività effusiva del Vesuvio ha depositato materiali piroclastici di diversa natura e granulometria. Per tale ragione, le acque derivanti possono essere classificate in solforose, bicarbonato calciche e medio minerali.

Acque Solforose

  • Acqua Muraglione
  • Acqua sulfurea
  • Acqua Sulfurea Carbonica
  • Acqua Sulfurea Ferrata
  • Acqua Stabia

Acque Bicarbonato Calciche

  • Acqua Acidula
  • Acqua Ferrata
  • Acqua Magnesica
  • Acqua Media
  • Acqua Pozzillo
  • Acqua San Vincenzo

Acque Medio Minerali

  • Acqua Acetosella
  • Acqua della Madonna
  • Acqua San Giacomo
  • Acqua Rossa
  • Acqua Ferrata

Proprietà terapeutiche e curative[modifica | modifica wikitesto]

Acque delle Terme di Stabia
Fonte Nome Località Coordinate Tipologia Temperatura alla fonte Caratteristiche chimiche Proprietà cliniche Controindicazioni
Muraglione Acqua Muraglione Via Sorrentina, Pozzano Acqua solforosa 17,50-19,69 °C Clorurato sodica ipertonica Azione lassativa, usata nei casi di stitichezza ostinata, ossaluria, uricemia, diabete mellito e gotta Ipertensione arteriosa, colite ulcerosa, diarrea
Acqua sulfurea Acqua solforosa
Acqua sulfurea carbonica Acqua solforosa
Acqua sulfurea ferrata Acqua solforosa
Acqua Stabia Acqua solforosa

Marchi commerciali[modifica | modifica wikitesto]

Acetosella, Acqua della Madonna

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Penso (2002) La medicina romana: l'arte di Esculapio nell'antica Roma, pag. 429. SBM Scientific Book Market.
  2. ^ Castellammare - 28 sorgenti, ecco tutte le loro proprietà e benefici terapeutici. Stabia Channel, accesso il 20 agosto 2016
  3. ^ Biografia di Pietro Castellino su Treccani online.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]