Stefan Nebel

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Stefan Nebel
Nazionalità Bandiera della Germania Germania
Motociclismo
Carriera
Carriera in Supersport
Esordio 1998
Miglior risultato finale 29º
Gare disputate 11
Punti ottenuti 14
Carriera in Superbike
Esordio 2003
Gare disputate 4
 

Stefan Nebel (Velbert, 13 febbraio 1981) è un pilota motociclistico tedesco, ritiratosi dall'attività agonistica.

Due volte campione tedesco IDM della categoria Superbike.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nebel inizia la sua carriera disputando il campionato tedesco Minibike passando poi alla ADAC Junior Cup che vince nel 1997.

Nel 1998 è pilota titolare nel Campionato mondiale Supersport. In sella ad una Kawasaki del team Kawasaki Junior conquista cinque punti chiudendo undicesimo il Gran Premio degli Stati Uniti e la stagione al trentanovesimo posto. Nel 2000 disputa il Gran Premio di Germania con una Yamaha in qualità di wild card ottenendo l'ottavo posto in gara. Nel 2002 disputa il Gran Premio di Germania nella Superstock 1000 FIM Cup chiudendo al quarto posto. Nella stagione 2003 partecipa al Gran Premio di Germania in Stock 1000 conquistando la pole position e chiudendo la gara con un ritiro,[2] successivamente disputa il Gran Premio di Assen nel campionato mondiale Superbike senza ottenere punti. Nel 2005 disputa il Gran Premio di Francia nella Stock 1000 in qualità di wild card per il team Yamaha Motor Germany. Chiude la gara al terzo posto dopo essere partito dalla pole position.[3] Nel 2006 è wild card nel Gran Premio di Superbike di Lausitz non ottenendo punti validi per la classifica. L'ultima apparizione di Nebel in un campionato mondiale risale alla stagione 2007 quando sostituisce Davide Giugliano nel team Lightspeed Kawasaki Supported nel campionato mondiale Supersport. Disputa le ultime tre gare in calendario conquistando un punto e chiudendo al trentanovesimo posto tra i piloti.[4]

Parallelamente alle apparizioni nelle competizioni mondiali per motociclette derivate dalla serie, dal 2000 al 2013 partecipa a vari livelli del campionato tedesco Superbike. Guida motociclette Suzuki, Yamaha, Kawasaki, KTM e BMW conquistando il titolo nazionale della categoria Superstock nel 2002 e Superbike nelle stagioni 2003 e 2005.[5]

Terminata la carriera da pilota, rimane nel mondo delle corse in veste di commentatore televisivo per Eurosport.[6]

Risultati in gara[modifica | modifica wikitesto]

Campionato mondiale Supersport[modifica | modifica wikitesto]

1998 Moto Punti Pos.
Kawasaki NQ Rit Rit Rit NQ 18 11 NQ 19 21 5 39º
2000 Moto Punti Pos.
Yamaha 8 8 29º
2001 Moto Punti Pos.
Suzuki NP 0
2007 Moto Punti Pos.
Kawasaki 15 16 16 1 39º
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Gara non valida Non qual./Non part. Ritirato/Non class Squalificato '-' Dato non disp.

Campionato mondiale Superbike[modifica | modifica wikitesto]

2003 Moto Punti Pos.
Suzuki Rit 17 0
2006 Moto Punti Pos.
Kawasaki Rit 20 0
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Gara non valida Non qual./Non part. Ritirato/Non class Squalificato '-' Dato non disp.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Björn Reichert, Superbike IDM Internationale Deutsche Motorradmeisterschaft Rekorde, su motorrad-autogrammkarten.de, Björn Reichert. URL consultato il 9 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2019).
  2. ^ (EN) STK1000 2003 Oschersleben - Starting Grid (PDF), su resources.worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 31 maggio 2003.
  3. ^ (EN) STK1000 2005 Magny-Cours - Results Race (PDF), su resources.worldsbk.com, Dorna Sports S.L., 9 ottobre 2005.
  4. ^ Gianluca, Supersport: Nebel debutta al Lausitzring, su motoblog.it, Triboo Media S.r.l., 27 agosto 2007.
  5. ^ (DE) Björn Reichert, Stefan Nebel - Rider profile and picture, su motorrad-autogrammkarten.de, Björn Reichert. URL consultato il 9 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2019).
  6. ^ (DE) Esther Babel, Stefan Nebel: Vom Fahrer zum Eurosport-Kommentator, su speedweek.com, Red Bulletin Schweiz A.G., 1º agosto 2015.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]