Stan Getz & Bill Evans

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Stan Getz & Bill Evans
album in studio
ArtistaStan Getz, Bill Evans
Pubblicazione1973
Durata38:15 (LP)
61:43 (ristampa su CD)
GenereJazz
EtichettaVerve Records
ProduttoreCreed Taylor
Registrazione5 maggio 1964 (#4-6, 9-10)
6 maggio 1964 (#1-3, 7-8, 11)
Stan Getz - cronologia
Album precedente
(1964)
Album successivo
(1964)
Bill Evans - cronologia
Album precedente
(1964)

Stan Getz & Bill Evans (sottotitolato Previously Unreleased Recordings) è un album jazz del sassofonista Stan Getz e del pianista Bill Evans, registrato nel 1964 per l'etichetta Verve ma non pubblicato fino al 1973.[1][2]

Ricezione[modifica | modifica wikitesto]

Recensioni professionali
RecensioneGiudizio
AllMusic[3]

La recensione di AllMusic di Ken Dryden assegnò all'album quattro stelle, affermando:

«È curioso che Verve abbia accantonato i risultati per oltre un decennio prima di pubblicare qualcosa di questa musica, anche se si può pensare che Getz ed Evans non abbiano avuto abbastanza tempo per ottenere l'alchimia desiderata, benché vi siano momenti memorabili»

Elenco delle tracce[modifica | modifica wikitesto]

LP originale
  1. Night and Day – 6:45 (musica: Cole Porter)
  2. But Beautiful – 4:41 (musica: Johnny Burke, Jimmy Van Heusen)
  3. Funkallero – 6:40 (musica: Bill Evans)
  4. My Heart Stood Still – 8:37 (musica: Lorenz Hart, Richard Rodgers)
  5. Melinda – 5:04 (musica: Burton Lane, Alan Jay Lerner)
  6. Grandfather's Waltz – 6:28 (musica: Lasse Farnlof, Gene Lees)
Tracce bonus per la ristampa su CD
  1. Carpetbagger's Theme – 1:47 (musica: Elmer Bernstein)
  2. WNEW (Theme Song) – 2:50 (musica: Larry Green)
  3. My Heart Stood Still [Alternate Take] – 6:45 (musica: Lorenz Hart, Richard Rodgers)
  4. Grandfather's Waltz [Alternate Take] – 5:32 (musica: Lasse Farnlof, Gene Lees)
  5. Night and Day [Alternate Take] – 6:34 (musica: Cole Porter)

Componenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stan Getz & Bill Evans, su Discogs, Zink Media.
  2. ^ (EN) Bill Evans discography, su jazzdisco.org. URL consultato il 25 luglio 2019.
  3. ^ a b (EN) Ken Dryden, Recensione, AllMusic. URL consultato il 25 luglio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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