Chiesa di Santa Maria la Vetere (Militello in Val di Catania): differenze tra le versioni

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Versione delle 01:38, 27 giu 2016

Chiesa di Santa Maria la Vetere
"Chiesa di Santa Maria la Vetere" in una rappresentazione del XVII secolo.
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneBandiera della Sicilia Sicilia
Località Militello in Val di Catania
Coordinate37°16′15.64″N 14°47′51″E / 37.27101°N 14.7975°E37.27101; 14.7975
Religionecattolica
TitolareSanta Maria
DiocesiDiocesi di Catania
Inizio costruzione1090c.

La chiesa di Santa Maria la Vetere sorge a Militello in Val di Catania, ed è monumento nazionale.

Storia

Fu edificata dai Normanni intorno al 1090, dopo aver strappato queste contrade al dominio musulmano. Il sito non fu scelto a caso, in quanto il primitivo edificio fu impostato in prossimità di un luogo sacro più antico, un cimitero cristiano di età tardoantica o altomedievale, sicuramente non successivo al periodo bizantino. La presenza di questo cimitero avvalorerebbe le fonti diplomatiche (anno 1115) che ricordano la riedificazione di un tempio distrutto dai Saraceni da parte del conte Ruggero d'Altavilla. Sin dalla fondazione esercitò la cura delle anime come chiesa sacramentale del borgo, in particolare per i gruppi etnici di provenienza normanna e lombarda di lingua latina, e in essa i feudatari del luogo esercitarono il diritto di patronato concesso dall'istituto dell'Apostolica Legazia di Sicilia. Distrutta e riedificata più volte nel corso dei secoli, in forme sempre più ampie e monumentali, subì l'ultima parziale distruzione a causa del terremoto del 1693. Spogliata di molti elementi architettonici, che servirono alla costruzione in altro sito della nuova chiesa di Santa Maria della Stella, fu riadattata al culto grazie al tamponamento delle arcate dell'unica navata superstite.

Il sarcofago di Blasco II Barresi, opera notevole attribuita a Domenico Gagini del 1465, era collocato in questo luogo di culto.[1]

Architettura

Conserva oggi: tracce di un affresco bizantineggiante riferibile alle fasi edilizie più antiche; capitelli e fregi medievali, tra i quali alcuni in stile anglo-normanno; una camera con volta a crociera costolonata e porta con fasci di colonnine del '400; un magnifico portale policromo tardogotico con un ricco ciclo di sculture completato nel 1506, forse da Antonello Gagini, e sormontato da un protiro sostenuto da leoni stilofori; pilastri e finestroni incorniciati da cariatidi a seno nudo in stile manieristico, e alcune ornatissime cappelle gentilizie in pietra policroma arricchite da colonne tortili del XVII secolo. In fondo all'unica navata superstite è collocata una bella statua in pietra di scuola gaginesca raffigurante Santa Maria della Provvidenza della metà del '500. All'interno, come all'esterno, si trova un complesso di sepolture e ipogei di epoche diverse (dall'età tardo-romana all'età moderna), fra cui un oratorio rupestre con croci e simboli templari (detto "Cripta dello Spirito Santo"), e una vasca battesimale circolare anch'essa con croce templare.

Note

  1. ^ Pagina 94, Gioacchino di Marzo (Conte Antonio Cavagna Sangiuliani di Gualdana Lazelada di Bereguardo), "I Gagini e la scultura in Sicilia nei secoli XV e XVI; memorie storiche e documenti." [1], Volumi I e II, Stamperia del Giornale di Sicilia, Palermo.

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