Jumiles: differenze tra le versioni

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== Bibliogafia ==
== Bibliografia ==
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Versione delle 00:57, 12 dic 2015

Jumiles
Origini
Luogo d'origineBandiera del Messico Messico
Dettagli
Categoriacontorno
Ingredienti principalicimici

Gli jumiles, conosciuti anche come cimici di montagna o xotlinilli, sono piccole cimici, generalmente della specie Atizies taxcoensis oppure Euschistus taxcoensis nativa della zona di Taxco, nello stato di Guerrero nel Messico.

Nei fatti, qualsiasi hemiptera commestibile delle famiglie delle coreidae o pentatomidae families può essre classificata come "jumiles".[1] La loro dieta include foglie di leccio (Quercus ilex).[2]

Uso alimentare

Gli jumiles, della dimensione di circa un centimetro (le femmine sono più grandi dei maschi) sono raccolti per le loro proprietà culinarie: possono essere cucinati arrostiti, fritti, crudi e addirittura vivi.

Un tipo di salsa viene preparata mescolando pomodori freschi, chili e cipolle con gli jumiles, il tutto vengono macinato dentro un molcajete. La salsa poi viene servita insieme alle tortillas di mais[2].

Raccolta

La stagione di raccolta dei jumiles inizia il 1º novembre, in occasione di una grossa fiesta a Taxco. I partecipanti alla fiesta vanno nel parco montuoso di Huisteco per raccogliere i jumiles ed incoronare la "regina Jumil". Gli jumiles sono abbondanti da novembre fino a febbraio, e diventano scarsi dopo le prime piogge.[1]

Sapore

Gli jumiles hanno un odore simile alla cannella. Sono considerati un gusto acquisito a causa del loro alto contenuto di iodio, che conferisce un sapore amaro e medicinale.[3] Gli jumiles sono inoltre una buone fonte di triptofano e di vitamine come la riboflavina e la niacina.[4][5]

I chumiles sono simili e più piccole hemipterae della stessa regione, a sud di Morelos e a nord di Guerrero, che sono utilizzati anch'essi come cibo. Entrambi i jumiles e i chumiles sono insetti dell'ordine degli hemiptera e famiglia delle Pentatomidae. , comunemente chiamate cimici in italiano.

Nell'episodio "Ultimate Mexico" della serie televisiva Globe Trekker, Justine Shapiro mangia uno jumil vivo. Anche Andrew Zimmern, durante il suo show televisivo Bizarre Foods, ha mangiato gli jumiles, precisando che essi assomigliano a chewing gum al gusto tutti-frutti.

In altre culture

In Africa i Pentatomidi sono o sono stati usati a scopo alimentare in Sudafrica e Zimbabwe. Nel Sudafrica è citato da Faure, 1944, l'uso della specie Euchosternum delagorguei presso l'etnia Mapulana con il nome locale di thosono[6]. Documenti risalenti al 1934[7] citano l'impiego della stessa specie, apprezzata e ricercata, con il nome locale di harugwa anche presso popolazioni indigene dello Zimbabwe.

In Asia è citato il consumo di Pentatomidi in India[8], facenti capo ai generi Bagrada e Erthesina. Inoltre in Asia sono utilizzati a scopo alimentare anche altri Pentatomoidei appartenenti alle famiglie dei Dinidoridae[8] e Tessaratomidae in Cina e Thailandia[9][10].

Voci correlate

Note

  1. ^ a b De Foliart, Gene. "3.
  2. ^ a b Hosking, Richard, ed. (2006).
  3. ^ Menzel, Peter (November–December 1999).
  4. ^ DeFoliart, Gene (1992).
  5. ^ Massieu, H. G.; Trigo, M; Cravioto, R.O. and Calvo de la T., J. (1950).
  6. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 12. Republic of South Africa, in The Human Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress.
  7. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 13. Southern Africa: Zimbabwe, in The Human Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress.
  8. ^ a b (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 22. South-Central Asia, in The Human Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress.
  9. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 24. Southeastern Asia: Thailand, in The Human Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress.
  10. ^ (EN) Gene R. De Foliart, Chapter 26. Eastern Asia: China, Japan, other Countries, in The Human Use of Insects as a Food Resource: A Bibliographic Account in Progress.

Bibliografia

Bukkens, Sandra G.F. (1997). "The nutritional value of edible insects". Ecology of Food and Nutrition 36 (2-4): 287–319. doi:10.1080/03670244.1997.9991521. 

Collegamenti esterni