John Oswald (compositore): differenze tra le versioni

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Una delle sue prime opere "saccheggiofoniche" è ''Plunderphonics EP'', uscita nel 1988 e contenente quattro brani distorti di altri musicisti ([[Elvis Presley]], [[Count Basie]], [[Dolly Parton]], e [[Igor Stravinsky]]).<ref name=UbuWeb/>
Una delle sue prime opere "saccheggiofoniche" è ''Plunderphonics EP'', uscita nel 1988 e contenente quattro brani distorti di altri musicisti ([[Elvis Presley]], [[Count Basie]], [[Dolly Parton]], e [[Igor Stravinsky]]).<ref name=UbuWeb/>


Nel 1989 pubblicò ''Plunderphonics'', versione estesa dell'omonimo EP che presenta fra gli altri musicisti citati i [[Beatles]], [[Ludwig Van Beethoven|Beethoven]], [[Franz Liszt|Liszt]], [[James Brown]], i [[Public Enemy]] e [[Michael Jackson]]. In seguito a due azioni legali da parte di quest'ultimo, che accusò Oswald di aver violato il [[copyright]] della sua traccia ''[[Bad (singolo Michael Jackson)|Bad]]'' (riprodotta nel brano ''Dab'') e di aver abusato della sua immagine per la copertina (raffigurante il volto del cantante posto su un nudo femminile), molte copie di ''Plunderphonics'' vennero distrutte.<ref name=UbuWeb/><ref name=Scaruffi/><ref name=Toop/><ref name=Electrocd>{{cita web|url=http://www.electrocd.com/en/bio/oswald_jo/|titolo=electrocd.com //: John Oswald|accesso=15 maggio 2014}}</ref><ref name=Musiccentre>{{cita web|url=https://www.musiccentre.ca/node/37490/biography|titolo=John Oswald: Biography| Canadian Music Centre|accesso=15 maggiop 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://media.hyperreal.org/zines/est/intervs/oswald.html|titolo=Interview with John Oswald - hyperreal.org|accesso=15 maggio 2014}}</ref>
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Nel 1993 Oswald pubblicò ''Plexure'', ambizioso mini album basato sulle registrazioni tratte da oltre mille brani di altri musicisti.<ref name=Scaruffi/>
Nel 1993 Oswald pubblicò ''Plexure'', ambizioso mini album basato sulle registrazioni tratte da oltre mille brani di altri musicisti.<ref name=Scaruffi/>

Versione delle 12:58, 7 giu 2014

John Oswald
NazionalitàBandiera del Canada Canada
GenereMusica sperimentale
Mash-up
Jazz d'avanguardia
Periodo di attività musicale1976 – in attività
Sito ufficiale

John Oswald (Kitchener, 30 maggio 1953[1]) è un compositore, sassofonista e artista canadese. È noto per aver coniato il termine "plunderphonics" ("saccheggiofonia"), parola che indica il realizzare musica manipolando fonti sonore ricavate da dischi di altri musicisti.[2] Questa definizione, ispirata in parte al concetto di "cut up" dello scrittore William Borroughs,[3] venne ben espressa dal musicista durante un'intervista avvenuta nel 1988:[4]

«Un plunderphone è una citazione sonora riconoscibile, che presenta effettivamente il suono di qualcosa di familiare che è già stato registrato...»

Carriera musicale

Dopo aver studiato musica d'avanguardia con Murray Schafer e Barry Truax nella Simon Fraser University e con David Rosenboom, Casey Sokol, Richard Teitelbaum, e James Tenney nella York University,[1] Oswald esordì come musicista suonando il sassofono e componendo jazz sperimentale durante la seconda metà degli anni settanta.[2]

Nonostante il concetto e stile "plunderphonics" sia stato maturato da Oswald durante gli anni ottanta, il brano Power, realizzato nel 1975, lo anticipava. Questa traccia, forse una delle più note del musicista, incrocia la registrazione delle chitarre suonate dai Led Zeppelin con quella di un'esortazione appassionata di un evangelista americano.[5][6]

Nel 1980, Oswald fondò il Mystery Tapes Laboratory, che pubblicava musica su cassetta senza nome e attribuzione.[1]

Una delle sue prime opere "saccheggiofoniche" è Plunderphonics EP, uscita nel 1988 e contenente quattro brani distorti di altri musicisti (Elvis Presley, Count Basie, Dolly Parton, e Igor Stravinsky).[1]

Nel 1989 pubblicò Plunderphonics, versione estesa dell'omonimo EP che presenta fra gli altri musicisti citati i Beatles, Beethoven, Liszt, James Brown, i Public Enemy e Michael Jackson. In seguito a due azioni legali da parte di quest'ultimo, che accusò Oswald di aver violato il copyright della sua traccia Bad (riprodotta nel brano Dab) e di aver abusato della sua immagine per la copertina (raffigurante il volto del cantante posto su un nudo femminile), molte copie di Plunderphonics vennero distrutte.[1][2][5][7][8][9]

Nel 1993 Oswald pubblicò Plexure, ambizioso mini album basato sulle registrazioni tratte da oltre mille brani di altri musicisti.[2]

Durante l'anno seguente uscì Grayfolded, un doppio album commissionato dai Grateful Dead contenente brani ricavati da cento diverse registrazioni del loro singolo Dark Star.[2] L'opera ricevette il plauso da parte della stampa e della critica.[7][8]

Oltre a comporre opere basate sulla "saccheggiofonia", Oswald ha realizzato, durante la propria carriera, musica acustica, per orchestra, e alcuni balletti (molti sono contenuti nel suo album Discosphere).[1][2][7] I musicisti con i quali ha collaborato includono i Kronos Quartet, gli Array Music, Henry Kaiser e Toshinori Kondo.[1][2]

Carriera artistica

Oltre ad essersi concentrato su una propria attività musicale, Oswald ha intrapreso a parte una carriera artistica. Le sue opere, a volte rappresentate in formato video, sono soprattutto collage di fotografie.[8][10]

Discografia parziale

  • Improvised (1978) (con Henry Kaiser)
  • Moose And Salmon (1978) (con Toshinori Kondo ed Henry Kaiser)
  • Plunderphonics (EP) (1988) (non in vendita)
  • Plunderphonics (1989) (non in vendita)[5]
  • Discosphere (1991)
  • Plexure (mini album) (1993)
  • Grayfolded (con i Grateful Dead) (1994)
  • Acoustics (1994) (con Henry Kaiser, Mari Kimura e Jim O'Rourke)
  • Bloor (2000) (con David Prentice)
  • Plunderphonics 69/96 (antologia) (2001)
  • aparanthesi (2003)
  • Number Nine (2006) (con Michael Keith e Roger Turner)

Note

  1. ^ a b c d e f g UbuWeb Sound - John Oswald, su ubu.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  2. ^ a b c d e f g Avantgarde Music. John Oswald, su scaruffi.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  3. ^ Plunderphonics - Chronology, su plunderphonics.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  4. ^ Plunderphonics - Interviews, su plunderphonics.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  5. ^ a b c David Toop, Oceano di Suono, Costa&Nolan, 1995, pp. 289-290, 322.
  6. ^ Interview with John Oswald, su media.hyperreal.org. URL consultato il 15 maggio 2014.
  7. ^ a b c electrocd.com //: John Oswald, su electrocd.com. URL consultato il 15 maggio 2014.
  8. ^ a b c John Oswald: Biography, su musiccentre.ca. URL consultato il 15 maggio 2014.
  9. ^ Interview with John Oswald - hyperreal.org, su media.hyperreal.org. URL consultato il 15 maggio 2014.
  10. ^ Edward Day Gallery - Artists - John Oswald, su edwarddaygallery.com. URL consultato il 15 maggio 2014.

Collegamenti esterni