Saro Cucinotta

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Saro Cucinotta

Saro Cucinotta (Messina, 18 settembre 1830Parigi, 21 maggio 1871) è stato un incisore, disegnatore e critico d'arte italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Messina nel 1830. In gioventù partecipò alla Primavera dei popoli del 1848[1] e si innamorò, non corrisposto, di Concetta Aspa una ragazza messinese figlia di un maestro di musica e lei stessa musicista[2]. Il sentimento amoroso durato per tutta la vita trovò sfogo artistico in versi romantici pubblicati postumi[3][4]. Intorno al 1850 si trasferisce a Napoli. Nel 1851 compare nel Catalogo delle Opere Di Belle Arti poste in mostra nel Real Museo Borbonico[5] del 1851 digitalizzato su Internet Archive. Insieme a Gaetano Micale e Giuseppe Bianco risulta assistente dell'incisore messinese Tommaso Aloisio Juvara direttore della scuola napoletana di incisione in acciaio e in rame, verosimilmente suo maestro da tempo. In quell'occasione Cucinotta espose due sue opere: Nostro signore che va al Calvario e Ritratto del Marini[5]. Collaborò con otto incisioni alla realizzazione del libro Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti di Francesco De Bourcard pubblicato nel 1853. Nel 1861 nacque a Napoli la Società promotrice di belle arti, un'associazione in rottura con la linea artistica tradizionale dell'Istituto di belle arti napoletano, di cui Filippo Palizzi era presidente e Cucinotta fra i consiglieri[1]. L'incisione che gli valse la maggior successo di critica fu Il diluvio universale tratta dal dipinto di Filippo Palizzi : L'uscita degli animali dall'arca del 1864 conservata al Museo nazionale di Capodimonte ed esposta anche, temporaneamente, a Vasto nel 2018[6]. Cucinotta, con l'enigmatico pseudonimo di Ciarusarvangadàrsana, esordì come critico d'arte tenendo la rubrica "Passeggiate artistiche" in una rivista napoletana di politica, letteratura, scienze, arti e commercio. Continuò poi nel 1864 con la Rivista artistica, appendice di L'Italia (1882) di Luigi Settembrini[1]. Verso la fine del 1866, Cucinotta si trasferì a Parigi dove continuò il suo lavoro di incisore. Durante la Comune di Parigi fu fucilato il 21 maggio 1871; nel massacro della settimana di sangue che fece almeno 20.000 vittime nella capitale francese il suo corpo non fu mai più ritrovato. Non si sa neppure se egli partecipò attivamente alla rivolta o se fu un soccorritore della Croce Rossa francese[7].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Federico Ricci, Acquaforte di Saro Cucinotta, circa 1869

Incisioni per de Boucard, 1858[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Treccani.
  2. ^ Archivio storico messinese, vol. 9, 1908.
  3. ^ Saro Cucinotta, Rime di Saro Cucinotta incisore messinese, a cura di Mimi Fugazzotto, Messina, A.Trimarchi, 1908, SBN IT\ICCU\PAL\0131206.
  4. ^ IT\ICCU\CUB\0222299 Saro Cucinotta, Rime, a cura di Mimi Fugazzotto, Messina, A.Trimarchi, 1908.
  5. ^ a b Catalogo delle Opere Di Belle Arti poste in mostra nel Real Museo Borbonico, Napoli, 1851.
  6. ^ "Dopo il diluvio", sabato l'inaugurazione della mostra su Filippo Palizzi a Vasto, su noixvoi24.it, 13 giugno 2018. URL consultato il 26 novembre 2018.
  7. ^ a b c d e f Commune.
  8. ^ incisioni per Usi e costumi di Napoli e contorni, su commons.wikimedia.org, Wikimedia Commons.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN64278594 · ISNI (EN0000 0000 2171 3174 · SBN PALV045746 · CERL cnp00501740 · ULAN (EN500133228 · GND (DE128621346 · BNF (FRcb14968181j (data) · J9U (ENHE987007500704005171 · WorldCat Identities (ENviaf-64278594
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