Santuario dell'Assunta (Morbegno)

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Santuario dell'Assunta
Campanile
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàMorbegno
IndirizzoVia Santuario
Coordinate46°07′59.34″N 9°34′56.5″E / 46.13315°N 9.58236°E46.13315; 9.58236
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria Assunta, San Lorenzo
Diocesi Como
Consacrazione1506
Stile architettonicorinascimentale
Inizio costruzione1418

Il santuario dell'Assunta sorge a Morbegno e rappresenta una felice matrimonio di arte rinascimentale (esterno) e arte barocca (interno).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio si sviluppa a partire da una chiesa di inizio XV secolo, intitolata ai santi Lorenzo e Bernardo. L'attuale dedicazione, derivante da un'omonima confraternita, venne assunta nel corso del secolo successivo, durante il quale la chiesa venne ampliata.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'esterno - il cui aspetto si deve agli interventi operati intorno al 1503 da Giovanni Antonio Amadeo e dai suoi allievi (tra i quali Tommaso Rodari[1]), che applicarono lo stile del rinascimento lombardo - si presenta in tutta la sua sobria eleganza; la facciata è ingentilita dal portale del Rodari e dallo splendido rosone fiammato. Il campanile rialzato in epoca barocca con i suoi 51 metri di altezza è il più alto della città; ai piedi della torre campanaria trova posto il settecentesco ossario decorato con scene macabre nella seconda metà del XVIII secolo. L'interno è un vero scrigno. Trionfa su tutto la splendida ancona dedicata Assunta lignea degli anni 1516-1519, opera degli intagliatori Tiburzio Del Maino[2] e Giovan Angelo e dei pittori Gaudenzio Ferrari[2] e Fermo Stella, vero e proprio capolavoro di arte lignea a livello europeo vanta nella predella raffigurazioni direttamente tratte da alcune incisioni di Albrecht Dürer. Degni di nota sono poi l'altare delle Reliquie che conserva all'interno di un ricco reliquiario a teca le spoglie di San Prospero, una tela di Gaudenzio Ferrari raffigurante la Natività della Vergine e un quadro secentesco copia da Luca Giordano. Il santuario presenta inoltre un diffuso ciclo di affreschi di squisito gusto barocchetto opera di Pietro Bianchi detto il Bustini, Giuseppe Prina (o Brina) e del morbegnese Giovan Pietro Romegialli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA. VV., Il Duomo di Como, p. 13.
  2. ^ a b AA. VV., Il Duomo di Como, p. 202.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Duomo di Como; testi di Pietro Gini, Ottavio Bernasconi, Luisa Cogliati Arano e Giorgio Mascherpa; fotografie di Mario Carrieri, Milano, Cassa di risparmio delle provincie lombarde, 1972.

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