Rudolf Müller

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Rudolf Müller (Basilea, 24 giugno 1802Roma, 22 febbraio 1885) è stato un pittore svizzero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Müller al Cimitero acattolico.

All'età di 15 anni Müller lasciò Basilea insieme al suo amico d'infanzia Friedrich Horner per guadagnare i soldi necessari per vivere e viaggiare, inizialmente lavorando sulle Alpi, principalmente per conto di viaggiatori inglesi. Nell'Oberland bernese incontrarono proprio una famiglia inglese che li incoraggiò mandandoli a Parigi per poter fare ulteriori studi.

Come la maggior parte dei giovani pittori dell'epoca, Müller e Horner furono attratti dall'Italia. Nel 1822 si recarono a Napoli, dove lavorarono per 13 anni, tanto da ricevere la cittadinanza onoraria dal consiglio comunale. Dal 1838 in poi i due pittori vissero a Roma, dalla quale dovettero partire durante il periodo della Rivoluzione romana e della Restaurazione nel biennio 1848/9, a causa della mancanza di ordini e tornando così a Basilea.[1] Dopo alcuni anni, però, Rudolf Müller tornò a Roma: qui nel 1864 sposò Waldburga Güttinger, di Zurigo, e qui continuò a risiedere fino alla sua morte, avvenuta il 22 febbraio 1885.

A Roma fu in rapporti amichevoli anche con altri artisti svizzeri, come il paesaggista Johann Jakob Frey e lo scultore Ferdinand Schlöth.[2] La sua tomba si trova nel Cimitero acattolico a Roma.

Lavoro[modifica | modifica wikitesto]

Veduta dell'Acropoli dalla Pnice, 1863

Rudolf Müller ha rappresentato soprattutto paesaggi e monumenti di Roma e della Campagna oltre che delle zone dei monti Albani e Sabini, di Napoli e dei luoghi pittoreschi e paesaggi costieri del Golfo di Napoli e della Costiera Amalfitana fino a Paestum. Fu uno dei primi svizzeri a viaggiare e ritrarre la Sicilia e la Grecia fino a Istanbul.

Le opere di Rudolf Müller trovarono principalmente acquirenti dall'Inghilterra e dalla Russia. Gli svizzeri, abbandonati a se stessi e non appartenenti a nessuna delle maggiori scuole di Roma, trovarono difficoltà a vendere i loro dipinti in vista della grande concorrenza, come si evince dalle poche lettere di Müller a Basilea Archivi di Stato e quelli di Jacob Burckhardt. Oltre a Roma e Napoli, Rudolf Müller vendette le sue opere anche alle mostre d'arte che all'epoca erano frequenti nelle capitali europee.

Gli acquerelli di Müller sono nella tradizione della pittura vedutista, in quanto mostrano sempre paesaggi e monumenti reali e chiaramente identificabili. L'aspetto artistico risiede nella capacità di Müller di idealizzare esteticamente i paesaggi reali, combinando ad esempio due diverse prospettive nella stessa immagine e così la vista, nonostante tutta la "fedeltà fattuale", appare esteticamente più bella e, in un certo senso, più efficace di realtà.

Per quanto riguarda la tecnica pittorica, gli acquerelli di Müller vanno oltre le vedute di altri contemporanei e sono da considerarsi dipinti di alto rango dell'epoca romantica: da un lato, la tecnica del colore sviluppata insieme a Horner gli ha permesso di esprimere il proprio, inconfondibile "mood" cromatico. D'altra parte, soprattutto nel suo ultimo lavoro, Müller utilizza una tecnica "puntinista" sempre più ariosa, che dimostra che Müller, in contrasto con i semplici vedutisti, ha vissuto il proprio sviluppo artistico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Stefan Hess e Tomas Lochman (a cura di), Klassische Schönheit und vaterländisches Heldentum. Der Basler Bildhauer Ferdinand Schlöth (1818–1891), Basilea, 2004, p. 27.
  2. ^ (DE) Stefan Hess e Tomas Lochman (a cura di), Klassische Schönheit und vaterländisches Heldentum. Der Basler Bildhauer Ferdinand Schlöth (1818–1891), Basilea, 2004, p. 46f.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) pp. 446–447, Schweizerisches Künstler-Lexikon, a cura di Carl Brun, vol. 2, Frauenfeld, Huber & Co., 1908.
  • (DE) Yvonne Boerlin-Brodbeck, Schweizer Zeichnungen 1800-1850 aus dem Basler Kupferstichkabinett, Basilea, Basel Kunstmuseum, 1991.
  • (DE) Max Burckhardt (a cura di), Jacob Burckhardt Briefe, vol. 6, Basilea, Schwabe & Co., 1966.
  • (DE) Marie Therese Bätschmann, Schweizer Zeichnungen 1850–1900 aus dem Basler Kupferstichkabinett, Basilea, Schwabe & Co., 2001, ISBN 978-3-7965-1868-3.
  • Die Weltkunst, volume 72, numeri 7–10, 2002, pagina 1256.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN45228002 · ISNI (EN0000 0000 6682 4265 · SBN NAPV161658 · CERL cnp00579277 · ULAN (EN500021526 · GND (DE124154301 · WorldCat Identities (ENviaf-45228002
  Portale Pittura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di pittura