Le Strade Nuove e il sistema dei palazzi dei Rolli di Genova
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I Rolli di Genova - o, più precisamente, Rolli degli alloggiamenti pubblici - erano, al tempo dell'antica Repubblica di Genova, le liste dei palazzi e delle dimore eccellenti delle famiglie nobili che ambivano ad ospitare - e che potevano farlo solo grazie ad un sorteggio pubblico - le alte personalità in transito per visite di stato.
In tempi successivi le medesime abitazioni avrebbero ospitato viaggiatori illustri che includevano il capoluogo ligure nei loro Grand Tour culturali e/o turistico-affaristici.
I Rolli costituiscono un unicum dei palazzi più prestigiosi del centro storico genovese, specialmente lungo le antiche Strade Nuove (via Garibaldi, dove ha sede il Comune, già Via Aurea, e via Balbi, oggi sede della cittadella universitaria).
Il 13 luglio 2006 quarantadue degli ottanta palazzi iscritti ai Rolli sono stati inseriti dalla speciale commissione UNESCO riunita a Vilnius (Lituania) fra i Patrimoni dell'umanità. Per il loro restauro sono stati spesi negli anni novanta circa 10 milioni di euro, con l'impiego di capitali pubblici e privati.
Storia
Il 20 gennaio 2007 l'UNESCO ha posto in inizio di via Garibaldi una targa che illustra il senso della motivazione con cui la serie dei Palazzi dei Rolli e le Strade Nuove - ovvero la stessa via Garibaldi e la via Balbi - sono state inserite fra i patrimoni mondiali dell'umanità.
Relativamente al ruolo svolto dai Rolli, si legge nella targa:
«Le maggiori dimore, varie per forma e distribuzione, erano sorteggiate in liste ufficiali (rolli) per ospitare le visite di Stato. I palazzi, spesso eretti su suolo declive, articolati in sequenza atrio - cortile - scalone - giardino e ricchi di decorazioni interne, esprimono una singolare identità sociale ed economica che inaugura l'architettura urbana di età moderna in Europa.»
I rolli - termine derivato dalla parola rotoli - vennero costituiti a partire dal 1576 su disposizione del Senato della Repubblica aristocratica rifondata dal principe ed ammiraglio Andrea Doria, che attraverso la sua riforma costituzionale aveva instaurato il dominio oligarchico e il conseguente inserimento della sovranità genovese nell'orbita della Spagna.
La minuziosità con cui i Rolli furono ideati e compilati, solo pochi decenni dopo la grande ristrutturazione urbanistica decisa da Doria - che riguardò in particolare fra il 1536 ed il 1553 le mura trecentesche - costituisce ancora oggi una precisa e documentata testimonianza di quella che fu la Genova del "Secolo d'oro".
Quella che era una città di armatori, mercanti e banchieri in grado di dare alla Repubblica marinara un ruolo di assoluta predominanza politico-commerciale sull'intero mar Mediterraneo, era anche un importante crocevia di prìncipi e sovrani, diplomatici e autorità ecclesiastiche.
Tuttora conservati nell'Archivio di Stato di Genova, i Rolli erano suddivisi in bussoli (bussolotti) in base ai quali gli edifici erano catalogati in base al loro prestigio.
I Rolli degli alloggiamenti pubblici furono cinque: il primo venne redatto nel 1576, e i successivi negli anni 1588, 1599, 1614 e 1664. In essi è catalogato l'insieme delle circa centocinquanta dimore che erano precettabili per ospitare i notabili; in buona parte sono palazzi ancor oggi esistenti, e sono gli stessi che hanno indotto ed inducono tuttora i critici a guardare alla Genova di allora come ad una «reggia repubblicana, vera contraddizione in termini, dietro a cui si spalancano orizzonti di storia abitativa e urbana, piuttosto che di sola architettura»[1].
Le dimore iscritte nei Rolli si dividevano in tre categorie in rapporto alle dimensioni, bellezza e importanza e venivano destinate in base a questi criteri a ospitare cardinali, prìncipi e viceré, feudatari, ambasciatori e governatori. Ad ogni categoria era riferito un corrispettivo bussolo con i nomi dei proprietari destinati a concorrere all'estrazione a sorte per sostenere oneri ed onori delle visite ufficiali.
Solo tre erano i palazzi che potevano ospitare alti dignitari o comunque le più alte cariche ed erano le abitazioni di Gio. Batta Doria, a salita Santa Caterina, di Nicolò Grimaldi e Franco Lercari in Strada Nuova, l'attuale via Garibaldi già "Via Aurea". Nelle disposizioni dei Rolli si precisava che tali abitazioni erano riservate a «Papa, Imperatore re e legato Cardinali o altro Principe».
Scriverà quasi trecento anni dopo Stendhal quando l'uso dei Rolli era ormai caduto in disuso:
«Ho cercato di andare a visitare tre gallerie di quadri famosi in via Balbi. Siccome i proprietari hanno la bella abitudine di abitare negli appartamenti dove sono i quadri, bisogna ripassare diverse volte; e spesso l'impazienza che desta in me il rifiuto altezzoso dei valletti mi toglie la gioia davanti ai quadri. I ricchi di Genova occupano quasi sempre il terzo piano per poter vedere il mare. I gradini delle scale sono di marmo ma quando, dopo aver salito cento di quei gradini, un valletto, dopo avervi fatto aspettare un quarto d’ora viene a dirvi: "sua eccellenza è ancora nella sua stanza, ripassi domani", è permesso avere uno scatto d'umore, soprattutto quando si deve ripartire la sera ...»
Se il celebre scrittore non nasconde la sua stizza per la mancanza di ospitalità da parte di certo patriziato genovese, è altresì da notare come la consapevolezza di disporre di un patrimonio d'arte e urbanistico di assoluto valore fosse tale da indurre gli abitanti più potenti ed influenti della Genova di allora a organizzare un vero e proprio censimento dello status abitativo, non solo e non tanto per definirne inequivocabilmente i limiti di proprietà, ma anche per meglio organizzarne un adeguato utilizzo.
Palazzo Grillo sede della Fondazione De André
Uno dei palazzi dei Rolli - Palazzo Grillo di piazza delle Vigne[2], di proprietà demaniale - è stato destinato a sede della Fondazione intitolata al cantautore genovese Fabrizio De André.
Stante il tempo necessario per un restauro dello stabile, l'inaugurazione della struttura è programmata per il decennale della morte dell'artista che ricorre nel 2009[3].
All'interno della sede, ubicata in pieno centro storico, troveranno posto una caffetteria e/o un ristorante, un auditorium, sale per il pubblico, spazi di informazione ed aule dedicate allo studio della scuola genovese dei cantautori; l'ultimo piano della dimora potrebbe diventare un relais-foresteria destinato agli ospiti.
A cura del FAI è invece in corso di completamento il riadattamento e restauro di Villa Saluzzo Bombrini, ad Albaro, conosciuta come Il Paradiso e che fu abitata in gioventù da De André.
Note
- ^ Una reggia repubblicana. Atlante dei palazzi di Genova 1576-1664, a cura di Ennio Poleggi, Torino, 1998
- ^ Approfondimento
- ^ Fonte: Il Secolo XIX, 21 gennaio 2006
Voci correlate
Note
Bibliografia
- Giorgio Doria, Nobiltà e investimenti a Genova in Età moderna, Genova, 1995