Quattro guarnigioni di Anxi

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Campagne dei Tang contro gli stati delle Regioni Occidentali.

Le Quattro guarnigioni di Anxi (安西四鎮T, 安西四镇S, Ānxī SìzhènP, Anhsi SzuchenW) erano guarnigioni dell'esercito cinese create tra il 648 e il 658, durante la dinastia Tang. Queste guarnigioni erano situate nelle città-stato indoeuropee di Qiuci (Kucha), Yutian (Hotan), Shule (Kashgar) e Yanqi (Karasahr). Esse erano le basi principali a partire dalle quali i Cinesi assicuravano la sorveglianza e la protezione del Protettorato di Anxi, la cui sede si trovava a Qiuci/Kucha[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Protettorato di Anxi fu creato nel 640, in seguito alla conquista del regno di Gaochang nel settembre di quell'anno da parte del generale Hou Junji[2]. Dopo la sua annessione, questo regno fu trasformato nello Zhou di Xi (西州)[3][4], che diventò la sede del Protettorato di Anxi l'11 ottobre 640. La sede del protettorato fu spostata a Qiuci nel 648, dopo l'annessione del regno di Kucha da parte della dinastia Tang[4].

Gli inizi del furono segnati da tumulti locali, provocati e sostenuti dal Khaganato turco occidentale. Il Protettore generale messo nel posto dai Tang fu assassinato e la sede del protettorato fu di nuovo spostata nello Zhou di Xi nel 651[4]. Fu solo quando la dinastia Tang sconfisse il Khaganato turco occidentale nel 658, che la sede del protettorato ritornò di nuovo a Qiuci[5]. Lo stabilimento completo delle quattro guarnigioni, e con esse di un vero, protettorato militare dei Tang sul bacino del Tarim, risale dunque al 658, dopo la sconfitta di Ashina Helu, il khagan dei Turchi occidentali[6].

Dopo il declino dell'egemonia turca sulla regione, fu l'Impero tibetano che diventò il principale concorrente dei Tang per il controllo di questa zona. I Tibetani invasero a più riprese il Bacino del Tarim e i regni vicini, contestando in permanenza il controllo dei Tang sulle Regioni Occidentali. Durante tutta l'esistenza del protettorato, interi settori del bacino passarono regolarmente dalle mani dei Tang a quelle dei Tibetani e viceversa[7]. Nel corso di questo periodo, la sede del protettorato fu spostata a Suiye, ugualmente conosciuta sotto il nome di Suyab, a causa dei tumulti. I Tang riuscirono a creare una stabilità relativa nella regione solo nel 692, quando la sede del protettorato fu reinstallata a Qiuci. Pertanto, questa non si mosse più fino alla scomparsa del protettorato negli anni 790[1][4][8][9].

Nel 702, Wu Zetian trasformò lo Zhou di Ting (Jimsar) nel Protettorato di Beiting[10], al quale furono annessi gli Zhou di Yi (Hami) e Xi, a detrimento del Protettorato di Anxi[10].

Anche se l'influenza dei Tang sulle regioni dell'ovest era abbastanza stabile, l'Impero tibetano continuò ad attaccare il Protettorato di Anxi, ma senza riuscire ad assicurarsi una base solida prima dell'inizio della ribellione di An Lushan nel 755. Quando scoppiò la ribellione, i Tang richiamarono la maggioranza delle loro truppe in guarnigione sulle frontiere per tentare di schiacciare An Lushan, il che diede ai Tibetani un'occasione per invadere le frontiere dei Tang in tutta impunità. Nel 763, un grande esercito tibetano riuscì perfino a occupare Chang'an, la capitale dei Tang, per un breve periodo di tempo prima di essere obbligati a ripiegare[11]. Lo stesso anno, i Tibetani occuparono Yanqi, in maniera ben più durevole[12]. Il corridoio di Hexi e il Protettorato di Beiting, che erano vicini al Protettorato di Anxu, furono ugualmente invasi.

La disfatta dei Tang continuò durante gli anni seguenti, perché persero il controllo dello Zhou di Liang nel 764[13], di quelli di Gan e Su nel 766[14][15], di quello di Gua nel 776[15], e dello Zhou di Sha nel 787[16][17]. Il Protettorato di Beiting fu ugualmente colpito, perché i Tang persero lo Zhou di Yi nel 781, quello di Ting nel 790 e lo Zhou di Xi nel 792[12].

Qiuci, la sede del Protettorato di Anxi, cadde nel 787 e Yutian nel 792. Non si sa che cosa accadde a Shule[18][12].

Le città-guarnigioni[modifica | modifica wikitesto]

Il monaco buddhista Xuánzàng visitò le Regioni Occidentali durante gli anni 630-640. Le descrizioni che lasciò nelle sue varie opere ci danno un'idea dell'aspetto e della ricchezza della regione in quell'epoca.

Kucha[modifica | modifica wikitesto]

Tributario di Kucha. Illustrazione tratta dal Wang hui tu di Yan Liben

Xuánzàng visitò Kucha durante gli anni 630. Descrive questa città nella maniera seguente.

«Il suolo si addice [alla coltura del] riso e [dei] grani[19]... Produce uve, granate e numerose specie di prugne, di pere, di pesche e di mandorle... Il suolo è ricco di minerali come l'oro, il rame, il ferro, il piombo e lo stagno. L'aria è dolce, e i costumi delle persone onesti. Lo stile di scrittura è indiano, con qualche differenza. Superano altri paesi nella loro abilità nel suonare il liuto e il flauto. Si vestono di indumenti sontuosi di seta e ricami... Ci sono circa 100 conventi in questo paese, con più di 5.000 discepoli. Questi appartengono al Piccolo veicolo della scuola Sarvāstivāda. Le loro dotrine e le loro regole di disciplina sono come quelle dell'India, e quelli che le leggono utilizzano gli stessi [testi] originali [dell'India]... A quasi 40 Li a nord di questa città desertica ci sono due conventi vicini l'uno all'altro, sul pendio di una montagna... All'esterno della porta ovest della città principale, sui lati destro e sinistro della strada, ci sono statue di Buddha, di circa 90 piedi di altezza[20]

Karasahr[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo Zhoushu, o Libro degli Zhou, che fu compilato intorno all'anno 636, Karasahr era un piccolo paese povero e composto da molte città fortificate. Ecco come è descritto nella traduzione dello Zhoushu realizzata da Roy Andrew Miller:

«Il matrimonio è all'incirca lo stesso tra i Cinesi. Tutti i defunti sono cremati e poi seppelliti. Portano il lutto per sette giorni interi, dopo di che lo smettono. Gli uomini adulti si tagliano tutti i capelli per farsi una decorazione alla testa. I loro caratteri scritti sono gli stessi di quelli dell'India. È loro costume servire il "Dio Celeste" (gli "Dei Celesti") ma mostrano anche riverenza e fiducia nella legge del Buddha. Celebrano specialmente questi giorni: l'ottavo giorno del secondo mese, e l'ottavo giorno del quarto mese. Tutto il paese si astiene e fa penitenza secondo gli insegnamenti di Śākya, e segue la Sua Via. Il clima è freddo, e la terra buona e fertile. Per i cereali, hanno il riso, il miglio, i legumi, il grano e l'orzo. Per gli animali, hanno cammelli, cavalli, mucche e pecore. Allevano bachi da seta ma non fanno la seta, usando semplicemente [la fibra di seta] per l'imbottitura. È loro costume apprezzare il vino d'uva, e anche amare la musica. È a circa dieci li a nord di uno specchio d'acqua, e ha un'abbondanza di pesce, sale e giunchi. Nel quarto anno del periodo Pao-ting, il suo re mandò un inviato per presentare i suoi celebri cavalli[21]

Kashgar[modifica | modifica wikitesto]

Tributario di Hotan. Illustrazione tratta dal Wang hui tu di Yan Liben.

Xuanzang si recò a Kashgar vero l'anno 644, e secondo il resoconto che ne fa Sally Hovey Wriggins, ecco che cosa trovò in questa città:

«La sua prima visione nell'avvicinamento all'oasi più occidentale della Cina fu di molte dune di sabbia e di poco suolo fertile. Commentando l'oasi stessa, disse che "dava buoni raccolti e una rigogliosità di frutti e fiori". Quanto dovevano essere invitanti i frutteti, le mura della città, le stradine sinuose e i muri di mattoni delle case! Dopo il tetro e poco popolato, quanto si riscaldava il cuore alla vista dei flussi di gente che andava e e veniva, dei pony e degli asini carichi di beni, che annunciavano un centre commerciale importante. Xuanzang andò nel famoso bazar di Kashgar. "Si ottengono da questo paese feltro e tessuto di eccellente qualità nonché lana fine. Inoltre, gli abitanti sono abili a tessere diversi tipi di tappeti fini e morbidi." Xuanzang nota inoltre che le persone hanno occhi verdi, suggerendo l'origine sogdiana o iraniana dell'est di un parte della popolazione.
A Kashgar, c'erano centinaia di monasteri buddisti con più di un migliaio di monaci, la maggior parte dei quali erano di una scuola Hinayana realista. Resti dei due siti buddhisti esistono ancora vicino a Kashgar. Il primo, la Caverna dei Tre Immortali, che risale al II secolo, è intagliata nelle scogliere del fiume Quiakmakh. Si trova ora a trenta piedi sopra il letto del fiume. Ha due camere; tracce di pitture murali sopravvivono nella camera sinistra. Il secondo sito, l'antico villaggio di Hanoi, era un fiorente insediamento buddhista del periodo Tang. Si crede che Xuanzang vi abbia visitato lo Stupa Mauri-Tim[22]

Hotan[modifica | modifica wikitesto]

Xuanzang visitò Hotan nel 644 e vi rimase otto mesi.

«Descrive questo paese come un circuito di più di 4.000 Li, di cui più della metà composti di dune di sabbia. Le terre coltivate, che erano molto limitate, davano cerali e frutti di vari tipi. Il paese produceva tappeti, feltro raffinato, seta di tessuto artistico, nonché giada bianca e nera. Il clima era gradevole, ma c'erano turbini e polvere volante. La gente era di temperamento gentile, appassionata delle arti pratiche; viveva nell'agiatezza e aveva occupazioni fisse. Questa nazione stimava la musica e le persone erano appassionate della danza e del canto. Alcuni erano vestiti di lane e di pelli, la maggioranza portando seta e calicò... Il sistema di scrittura era stato preso da quello dell'India, ma la struttura era stata leggermente alterata da una sorta di cambiamenti successivi; e la lingua parlata differiva da quella di altri paesi[23]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Xue (1992), pp. 596-598.
  2. ^ Xiong (2008), p. 590.
  3. ^ Xiong (2008), p. cix.
  4. ^ a b c d Xiong (2008), p. 45.
  5. ^ Zhang (1995), pp. 144-147.
  6. ^ Xiong (2008), p. 433.
  7. ^ Wang (1992), pp. 69-89, 294-295.
  8. ^ Bregel (2003), p. 17.
  9. ^ Bregel (2003), p. 16.
  10. ^ a b Xiong (2008), p. 58.
  11. ^ Xiong (2008), p. cxii.
  12. ^ a b c Bregel (2003), p. 21.
  13. ^ Xiong (2008), p. 310.
  14. ^ Xiong (2008), p. 170.
  15. ^ a b Beckwith (1987), p. 149.
  16. ^ Beckwith (1987), p. 152.
  17. ^ Xiong (2008), p. 485.
  18. ^ Wang (1992), pp. 207-210, 296-300.
  19. ^ Per "grani", si deve intendere vari tipi di cereali.
  20. ^ Daniel C. Waugh, Kucha and the Kizil Caves, su depts.washington.edu, Silk Road Seattle, University of Washington.
  21. ^ Roy Andrew Miller, Accounts of Western Nations in the History of the Northern Chou Dynasty, University of California Press, 1959, pp. 9–10.
  22. ^ Wriggins (2004), p. 173.
  23. ^ Wriggins (2004), p. 175.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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