Progetto:P feliciati/Sandbox/Progetto:Faro Cratere

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Progetto Faro Cratere[modifica wikitesto]

Progetto[modifica wikitesto]

logo progetto Faro Cratere

Il progetto Faro Cratere (Faro Cratere Heritage Community Network) è una strategia di resilienza contro la calamità naturale del terremoto che ha quasi distrutto 140 paesi del centro Italia tra agosto e ottobre 2016, e ancora minaccia l’esistenza stessa delle comunità locali.
Si tratta di un processo partecipato, ispirato alla Convenzione di Faro del Consiglio d'Europa e basato sul coinvolgimento delle comunità patrrimoniali per contribuire a salvaguardarne l’identità, la memoria e il futuro. Un complesso di istituzioni e associazioni locali aveva prodotto nel 2018 il documentario “Impresa e genius loci, oltre l’orrore del sisma” per dar voce alle comunità, avvio dell’archivio della memoria dei borghi terremotati.

Dopo la ratifica in Italia della Convenzione con la legge dell’ottobre 2020 n°133, il Consiglio di Europa ha avviato nel 2021 la piattaforma sperimentale Faro Italia, censimento dinamico delle Comunità Patrimoniali e delle loro reti tematiche e territoriali.

Il progetto Faro Cratere, promosso dalle associazioni Faro Venezia[1] e Venti di Cultura [2], ed è stato segnalato tra le migliore pratiche dal Consiglio di Europa[3]. Inoltre è parte integrante della Piattaforma Faro Italia, che nelle reti territoriali e tematiche vede il collante tra le più di 100 comunità patrimoniali già coinvolte attivamente in ogni regione italiana.

Azioni[modifica wikitesto]

Le azioni previste dal progetto Faro Cartere consistone della realizzazione di:

  • Interviste degli anziani dell'area del terremoto per registrare le narrazioni sul loro patrimonio culturale materiale ed immateriale;
  • Passeggiate Patrimoniali tematiche tra le rovine per i sopravvissuti (e non per i visitatori), al fine di comunicare il valore del patrimonio tra le diverse generazioni;
  • Attivare azioni delle Comunità Patrimoniali sui luoghi e sugli edifici che la comunità degli abitanti considerano più rappresentativi del loro patrimonio culturale, al fine di evidenziare strategie di salvaguardia e valorizzazione condivise;
  • Realizzazione di un archivio digitale e materiale della storia privata e collettiva dei cittadini;
  • Realizzazione di una “casa della memoria" come luogo fisico per raccogliere l’archivio, la cui costituzione segua le comunità nei luoghi temporanei e poi nei luoghi ricostruiti.

L'archivio della memoria digitale, dedicato al consolidamento delle Comunità Patrimoniali nell'attuazione della Convenzione di Faro, alla formazione tra pari nell’educazione permanente, è prodotto dall'attività di soggetti di formazione a vari livelli, dalle scuole superiori alle università.
In particolare sono stati orgnizzati laboratori di scambio delle esperienze a scala interregionale, nazionale ed internazionale e percorsi didattici di Service Learning con le Scuole superiori per costituire un ponte tra le generazioni, tra i testimoni di vita e lavoro nei borghi colpiti dal sisma e gli studenti chiamati a raccontarli attraverso produzioni audiovisive. Quest'attività è coordinata dall'architetto Francesco Calzolaio, in collaborazione con Pierluigi Feliciati professore dell'Università di Macerata, in collegamento con il Progetto:GLAM/Wiki Appennino Centro Italia. Partecipano tre scuole che stanno raccogliendo e producendo documenti e audiovisivi sui borghi di Camerino, Visso, e Caldarola:

Soggetti coinvolti[modifica wikitesto]

Sono dieci le comunità che compongono la Rete Faro Cratere censite nella piattaforma Faro Italia. Ciascuna è composta da almeno 5 soggetti locali, in tre regioni: ne fanno parte i comuni di Accumoli, Arquata del Tronto, Caldarola e la frazione di Vestignano, Falerone, San Ginesio, Sant'Anatolia di Narco, Roccafluvione, Tolentino, Visso.

Hanno garantito un sostegno al progetto la Regione Abruzzo, la Regione Marche, Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, la Università di Camerino e la Università di Macerata, il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, l'Associazione Symbola e ICOMOS Italia, Consiglio internazionale per i monumenti e i siti.

Note[modifica wikitesto]