Pradis Pedaggi

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Pradis Pedaggi
NascitaPistoia, 1921
MorteCampagna italiana di Russia, dicembre 1942
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1941 - 1942
GradoSottotenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Pradis Pedaggi (Pistoia, 1921Campagna italiana di Russia, dicembre 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pistoia nel 1921, figlio di Ottavio e di Giovannina Fanusti.[2] Completati gli studi di scuola media a Pistoia, passò a frequentare l’Accademia di educazione fisica di Roma.[1] Nel marzo 1941 fu chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, assegnato al 3º Reggimento "Granatieri di Sardegna, venendo promosso sergente nel giugno successivo; in agosto, mobilitato, raggiunse il reggimento di stanza in Grecia.[1] Dopo aver frequentato ad Arezzo un corso allievi ufficiali, fu nominato sottotenente di complemento nell'agosto 1942. Assegnato all'LXXXIX Battaglione complementi in partenza per l'Unione Sovietica, raggiunse due mesi dopo l'80º Reggimento fanteria della 9ª Divisione fanteria "Pasubio", schierato sul fronte del Don.[1] Cadde in combattimento nel corso del dicembre 1942 e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone fucilieri, lo forgiava ai primi duri cimenti e in successivi eventi bellici si distingueva per ardente spirito offensivo e spiccato senso del dovere. Articolata la compagnia cui apparteneva in caposaldi e attaccata da agguerrite preponderanti forze alimentava, col suo valoroso esempio, la tenace resistenza. Caduti i caposaldi laterali e rimasto solo a fronteggiare l’aggressività nemica. resisteva indomito benché ferito. Sconvolti gli apprestamenti a difesa, decimati i difensori, privo ormai di munizioni e di vettovaglie, ma forte della stoica fermezza dei pochi superstiti feriti, alla testa di essi, fallito l’estremo tentativo di ristabilire la situazione con audace contrassalto, impegnava epica lotta a colpi di bombe a mano nel punto più conteso del caposaldo e la protraeva imperterrito, finché veniva falciato da raffica di mitragliatrice. Col suo eroico sacrificio contribuiva a tenere in grande onore, in terra straniera, il prestigio delle armi d’Italia. Fronte russo, dicembre 1942 .[4]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 22 giugno 1949.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di plotone fucilieri, appena giunto in terra di Russia, si affermava subito per ardente spirito offensivo. Assegnato al comando di un caposaldo, dislocato al punto di saldatura con un altro reggimento, con sommo sprezzo, primo tra i suoi eroici fanti, difendeva all'arma bianca ed a bombe a mano ripetuti attacchi nemici, causando forti perdite e catturando materiale. In altra azione di pattuglia in campo aperto si affermava comandante parimenti capace, ardito e valoroso. Caposaldo Cavallini Propagini Orientali di quota 206,3, 13-15 dicembre 1942
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 22 dicembre 1947.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 162.
  3. ^ Cataldi 1991, p. 1037.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Pedaggi, Pradis, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enzo Cataldi, La Brigata dei Granatieri di Sardegna, Roma, Edizioni Rivista Militare, 1991.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 162.
  • Armando Rati, La fulgida epopea della Divisione "Pasubio", Mantova, Editoriale Sometti, 2012, ISBN 978-88-7495-459-9.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Pedaggi, Pradis, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.