Porta di Sopra (Castel Goffredo)

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Porta di Sopra
Mura di Castel Goffredo
Porta di Sopra a fine '800
Ubicazione
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
CittàCastel Goffredo
Coordinate45°17′56″N 10°28′30″E / 45.298889°N 10.475°E45.298889; 10.475
Mappa di localizzazione: Italia
Porta di Sopra (Castel Goffredo)
Informazioni generali
Tipoporta cittadina
Materialepietra, mattoni e marmo
Condizione attualeabbattuta
[1]
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La Porta di Sopra era un tempo una delle porte di accesso alla fortezza di Castel Goffredo, per chi proveniva da nord.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del Quattrocento, sotto il marchesato di Alessandro Gonzaga, il primo nucleo abitato costruito a ridosso di "Castelvecchio" fu circondato da un secondo ordine di mura.[2] Non è da escludere che Alessandro si sia avvalso della consulenza del famoso architetto militare della corte gonzaghesca di Mantova Giovanni da Padova. Tutto attorno alle mura si estendeva un fossato, originato dal corso dei torrenti Fuga e Tartarello,[3] che nel punto più largo era ampio 25 metri e profondo alcuni metri.

L'accesso al borgo era controllato da quattro porte:

Le quattro porte furono in seguito ridotte a due (di Sopra e del Povino) sotto il dominio di Aloisio Gonzaga per ragioni di sicurezza.

Il rivellino e la Porta di Sopra in una mappa di Castel Goffredo agli inizi del Cinquecento.[5]

La Porta di Sopra era collocata a nord, all'ingresso dell'attuale via Manzoni ed era formata da una grossa torre quadrata con muri di tre metri di spessore e divisa in tre piani. Il piano terra, a volto, serviva per il transito pubblico verso l'esterno. L'architrave della porta era formato dal masso quaternario collocato oggi nei giardini pubblici.

A protezione della porta nel 1460 venne iniziata da costruzione del rivellino, a forma di ottagono irregolare. L'opera difensiva, realizzata in posizione avanzata rispetto al perimetro esterno delle mura, simile ad un piccolo castello indipendente, difendeva la porta da urti e tiri frontali e forniva lateralmente un ottimo tiro per la difesa del fossato su cui sorgeva. Un doppio ponte levatoio (il primo davanti alla porta e il secondo, collegato alla terraferma, immetteva in un cortile) garantiva l'accesso dall'esterno, sorvegliato da un posto di guardia. La loggia permetteva la comunicazione a mezzo di piccioni viaggiatori.

All'esterno della porta, Aloisio Gonzaga fece collocare due lapidi, ancora oggi visibili sulla torre civica, che recitano: NE' SUPERBIA IN LA PROSPERA NE VILTA' IN LA ADVERSA e ALOYSIVS RODVLPHI FILIVS.

A metà del Settecento (tra il 1757 e il 1776) iniziò il progressivo abbattimento delle opere di difesa, iniziando dal rivellino. Nei primi decenni dell'Ottocento iniziò per Castel Goffredo una profonda ristrutturazione urbanistica, che interessò anche la Porta di Sopra (chiamata al tempo anche "Porta Acquafredda" o "Porta Brescia"). Questa porta, che collegava via Cavallara alla nuova strada per Carpenedolo, venne ridotta nello spessore dei muri e nel volto a botte, con la costruzione all'interno di un portone in legno adatto ad essere chiuso. Da questa porta fecero ingresso, dopo l'abbattimento del portone, gli uomini al comando del generale francese François Certain de Canrobert, che il 24 giugno 1859, giorno della battaglia di Solferino, liberarono Castel Goffredo dalla cavalleria austriaca.

L'abbattimento della Porta di Sopra fu completato nel 1949, a seguito delibera comunale.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005.
  2. ^ Bonfiglio (2005), p.62.
  3. ^ Bonfiglio (2005), p.61.
  4. ^ Berselli, p.107.
  5. ^ Bonfiglio (2005), pp.26-27.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costante Berselli, Castelgoffredo nella storia, Mantova, 1978.ISBN non esistente
  • Francesco Bonfiglio, Notizie storiche di Castelgoffredo, 2ª ed., Mantova, 2005, ISBN 88-7495-163-9.
  • Enzo Boriani, Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano, Brescia, 1969.

Altre fonti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1999 – Immagina. Castel Goffredo: l'evoluzione di un territorio, CD-ROM, a cura del Comune di Castel Goffredo

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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