Pithecheir melanurus

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Topo arboricolo di Giava
Immagine di Pithecheir melanurus mancante
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Sottordine Myomorpha
Superfamiglia Muroidea
Famiglia Muridae
Sottofamiglia Murinae
Genere Pithecheir
Specie P.melanurus
Nomenclatura binomiale
Pithecheir melanurus
Lesson, 1840

Il topo arboricolo di Giava (Pithecheir melanurus Lesson, 1840) è un roditore della famiglia dei Muridi endemico dell'isola di Giava.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 148 e 180 mm, la lunghezza della coda tra 172 e 215 mm, la lunghezza del piede tra 26 e 32 mm, la lunghezza delle orecchie tra 18 e 20 mm e un peso fino a 135 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è molto lunga e soffice. Le parti dorsali sono rossicce, con la base dei peli grigia scura, mentre le parti ventrali sono bianche. Le orecchie ed i piedi sono rossicci. La coda è più lunga della testa e del corpo ed è uniformemente scura.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie arboricola. Costruisce nidi globulari di foglie o muschio sui rami o nei tronchi cavi degli alberi.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine danno alla luce un piccolo alla volta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nella parte occidentale dell'isola di Giava. Non è invece presente su Sumatra, come erroneamente indicato da più autori.

Vive probabilmente nelle foreste tropicali fino a 1.200 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato l'areale limitato e frammentato e il continuo declino nella qualità del proprio habitat, classifica P.melanurus come specie vulnerabile (VU).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Aplin, K., Helgen, K., Lunde, D. & Ruedas, L. 2008, Pithecheir melanurus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Pithecheir melanurus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Musser & Cameron, 1983.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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