Pietro Matranga

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Pietro Matranga (Pjetër Matrënga in albanese; Piana degli Albanesi, 1807Piana degli Albanesi, 1855) è stato un presbitero di rito bizantino, paleografo e scrittore italiano di etnia arbëreshe.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Studiò nel Seminario Italo-Albanese di Palermo. Ordinato sacerdote, si recò a Roma, dove fu apprezzato dal cardinale Angelo Mai, riscopritore del De re pubblica di Cicerone, a cui Giacomo Leopardi dedica una delle canzoni civili.

Il cardinale riconobbe all'erudito arbëresh le qualità di scrittore e di traduttore di latino e di greco antico, lo assunse come segretario personale e lo fece nominare scrittore di greco della Biblioteca Vaticana. Coadiuvò il Mai, erudito gesuita, in un'intensa attività di ricerca di manoscritti classici, che culminarono nel ritrovamento del palinsesto del De re pubblica di Cicerone e degli Inni del patriarca Sofronio, che pubblicò per primo nel testo e nella traduzione latina.

Scrisse odi in perfetta lingua greca e interpretò numerose iscrizioni in lingua greca antica, di cui diede comunicazione all'istituto archeologico di Roma. Viene ricordato per la descrizione del ritrovamento degli affreschi di Via Graziosa a Roma, raffiguranti storie tratte dall'Odissea di Omero.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Sopra una tegola siracusana inscritta (1845)
  • Di una moneta fusa agrigentina (1847)
  • Illustrazione di alcune lapidi antiche (1849)
  • Anecdota greca e mss. bibliothecis Vaticana, Angelica, Barberiniana, Vallicelliana, Medicea, Vindoboniana, deprompta, voli. 2 (1850)
  • Discorso sopra due sonetti inediti dei Petrarca e di Tommaso Calofra da Messina.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN42223747 · ISNI (EN0000 0000 6136 9363 · SBN MILV056562 · BAV 495/138017 · GND (DE116838418 · BNF (FRcb10406173s (data) · WorldCat Identities (ENviaf-42223747