Piero Ferretti

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Piero Ferretti

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato20 aprile 1929 –
19 gennaio 1934
LegislaturaXXVIII, XXIX
Gruppo
parlamentare
PNF
Incarichi parlamentari
  • XXIX legislatura
    Commissione per l'esame dei bilanci e dei rendiconti consuntivi (2 maggio 1934-2 marzo 1939)
Sito istituzionale

Consigliere nazionale del Regno d'Italia
Durata mandato23 marzo 1939 –
2 agosto 1943
LegislaturaXXX
Gruppo
parlamentare
Componente della corporazione del mare e dell'aria

Dati generali
Prefisso onorificoDuca
Suffisso onorificodi Castelferretto
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Piero Ferretti, duca di Castelferretto dal 1941 (Parma, 13 febbraio 1896Tangeri, 23 marzo 1951), è stato un avvocato, militare e politico italiano.

Discendente dalla dinastia comitale della "Gens Ferretta", stabilita ad Ancona da Antonio de' Conti Ferretti, a sua volta discendente dalla nobile stirpe degli Agiolfingi, ha dato vita al ramo ducale della famiglia per effetto del titolo concesso da Vittorio Emanuele III a seguito dell'eroica morte del figlio Gabriele, medaglia d'oro al valor militare nell'ultimo conflitto mondiale. È stato animatore e presidente della sezione di Ancona dell'Istituto storico del risorgimento italiano. Al 15 aprile 1916 era Sottotenente osservatore della 48ª Squadriglia venendo insignito della medaglia di bronzo al valor militare e nel dicembre 1917 il Tenente Ferretti passa alla 27ª Squadriglia. Ha preso parte alla guerra d'Etiopia nelle file della Regia Aeronautica col grado di maggiore, dove ha conseguito una medaglia d'argento al valore.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale osservatore di provata capacità, compiva un'arditissima ricognizione strategica in Valle Ysargo, su Klause-Bressanone-Franzesfeste. Riportava informazioni di grande importanza
— Cielo del Tirolo, 26 aprile 1917.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario per l'impresa africana, sempre dimostrando elevati nobili sentimenti di ardire e di italianità, perizia nel pilotaggio, calma e sprezzo del pericolo, partecipava a numerose ed importanti azioni di bombardamento, rientrando spesso alle basi con l'apparecchio colpito da tiro contraereo. Dopo il bombardamento di Dessiè, Mai Mescic e Debra Abbai, effettuato con risultati efficaci, fu costretto ad atterrare su campo di fortuna in seguito di gravi danni subiti dal velivolo per la violenta reazione del fuoco contraereo.»
— Fronte del Tigrai, novembre-febbraio 1935-1936 Anno XIV.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rivista dell'Istituto storico del risorgimento italiano. Anno 1936, p. 795.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]