Picea alcoquiana

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Peccio di Alcock
Esemplare di Picea alcoquiana
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Pinophyta
Classe Pinopsida
Ordine Pinales
Famiglia Pinaceae
Genere Picea
Specie P. alcoquiana
Nomenclatura binomiale
Picea alcoquiana
(H.J.Veitch ex Lindl.) Carrière, 1867
Sinonimi
Nomi comuni

(IT) Peccio di Alcock
(EN) Alcock's Spruce
(DE) Alcocks-Fichte

Il peccio di Alcock (Picea alcoquiana (H.J.Veitch ex Lindl.) Carrière, 1867) è una specie di peccio, appartenente alla famiglia delle Pinaceae, originaria della zona centrale dell'isola di Honshū, in Giappone.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico Picea, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare da Pix picis = pece, in riferimento all'abbondante produzione di resina.[2] Il nome specifico alcoquiana fu assegnato da John Gould Veitch in onore di Rutherford Alcock, ambasciatore inglese allora in carica in Giappone, che lo accompagnò nella ascesa del Fuji, durante la quale venne collezionata per la prima volta la specie.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portamento[modifica | modifica wikitesto]

Albero alto fino a 30 m, con unico tronco diritto che può raggiungere 1 m di diametro e rami lunghi e snelli; i virgulti sono slanciati, lisci, di colore rosso-marrone, con piccoli pulvini lunghi 0,5-0,6 mm, divergenti di 50°-80° dal loro asse.[4]

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono aghiformi, di colore verde intenso, lunghe 10-15 mm, coriacee, lineari, quadrangolari, con punte molto acute nei giovani esemplari, lievemente acute in quelli maturi; hanno stomi su entrambe le pagine (disposti in 3-6 linee su quella superiore, 1-3 linee in quella inferiore). Le gemme vegetative sono resinose, lunghe 3-5 mm, con perule triangolari, marroni, persistenti.[4]

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

Sono strobili maschili che fioriscono in maggio-giugno, rossi poi gialli, lunghi 1-1,5 cm, con numerosi stami.[4]

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I coni femminili sono oblunghi-cilindrici, pendenti, con peduncolo corto, lunghi 7-9 cm e larghi 3 cm, inizialmente rosso-porpora, poi rosso-marroni a maturazione, in ottobre. I macrosporofilli sono leggermente legnosi, orbicolari-ovati, strozzati superiormente, cuneati alla base e lunghi 13-16 mm. Le brattee sono molto piccole, acute e obovate, lunghe 3-4 mm. I semi, di color marrone nerastro, sono oblunghi-obovati, lunghi 4 mm, con parte alata marrone, lunga 10 mm.[4]

Corteccia[modifica | modifica wikitesto]

La corteccia, che si sfoglia in scaglie in età giovanile, è di colore marrone-porpora, poi grigia-marrone e fessurata in età matura.[4]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Vegeta dai 700 ai 2180 m di quota, prediligendo suoli vulcanici e podzolici; il clima di riferimento è fresco e umido, con precipitazioni annue comprese tra 1000 e 2500 mm, caratterizzato da inverni freddi e nevosi. Cresce in foreste miste di conifere alle quote elevate, in associazione con Picea jezoensis hondoensis, Tsuga diversifolia, Larix kaempferi, Pinus parviflora, Abies veitchii e Abies mariesii; a quote meno elevate anche con caducifoglie come Betula ermanii, Betula grossa, Sorbus commixta, Quercus mongolica var. grosseserrata, Alnus hirsuta var. sibirica e Prunus maximowiczii.[1]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Vengono accettate due varietà:[5]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono stati riportati i seguenti sinonimi:[5]

  • Abies alcoquiana H.J.Veitch ex Lindl.
  • Pinus alcoquiana (H.J.Veitch ex Lindl.) Parl.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Il peccio di Alcock non ha grande importanza economica, tuttavia, al pari di altre specie di pecci giapponesi, il suo legno viene utilizzato nell'industria cartaria e per la fabbricazione di strumenti musicali, anche fuori dal Giappone. Introdotto in Europa e America, è comunque confinato a orti e giardini botanici, spesso conosciuto con il sinonimo P. bicolor.[1]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo sfruttamento del suo legno con conseguente deforestazione era e rimane il rischio maggiore per la specie, con un lento declino della popolazione; per questo motivo viene classificata come specie prossima alla minaccia nella Lista rossa IUCN.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) Katsuki, T., Farjon, A. & Carter, G. 2013, Picea alcoquiana, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Picea alcoquiana, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 maggio 2019.
  3. ^ Picea alcoquiana, su American Conifer Society. URL consultato il 17 maggio 2019.
  4. ^ a b c d e Picea alcoquiana, su The Gymnosperm Database. URL consultato il 17 maggio 2019.
  5. ^ a b (EN) Picea alcoquiana (H.J.Veitch ex Lindl.) Carrière, in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 30/4/2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Picea alcoquiana, su BHL. URL consultato il 18 maggio 2019.
  • (EN) Picea alcoquiana, su Threatened Conifers of the World. URL consultato il 18 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2019).
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