Perdite e danni

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Il termine perdite e danni (loss and damage, in inglese) viene usato per esprimere il concetto delle perdite e dei danni causati dal cambiamento climatico antropogenico (generato dagli esseri umani), nel contesto della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).[1][2]

Stabilire la responsabilità e il risarcimento per perdite e danni è un obiettivo annoso per i paesi vulnerabili e in via di sviluppo nei negoziati dell'Alleanza dei piccoli Stati insulari (AOSIS) e del Gruppo dei paesi meno sviluppati.[3] Eppure, i paesi sviluppati hanno opposto resistenza: il "Meccanismo internazionale di Varsavia", stabilito alla COP19 del 2013, si concentra sulla ricerca e sul dialogo piuttosto che sulla responsabilità o sul risarcimento.

Definizione[modifica | modifica wikitesto]

L'UNFCCC ha definito il concetto "perdite e danni" in modo da includere i danni derivanti da eventi improvvisi (disastri climatici, come i cicloni) e processi a lenta insorgenza (come l'innalzamento del livello del mare).[4] Perdite e danni possono verificarsi sia nei sistemi umani (come i mezzi di sussistenza) come nei sistemi naturali (come la biodiversità), benché la ricerca e la politica mettano l'accento sugli impatti umani.[5] Nell'ambito delle perdite e dei danni ai sistemi umani, viene fatta una distinzione tra perdite economiche e perdite non economiche; la principale differenza tra le due è che le perdite non economiche riguardano cose che non sono normalmente scambiate nei mercati.[6]

I risarcimenti per perdite e danni si basano sul concetto di riparazione. Le riparazioni climatiche sono una forma di giustizia climatica, con la quale il risarcimento è necessario per ritenere i paesi responsabili delle perdite e dei danni derivanti dalle emissioni storiche, ed è un obbligo etico e morale.[7][8][9]

Il ricercatore bengalese Saleemul Huq alla COP26 di Glasgow ha osservato: «Il termine "perdite e danni" è un eufemismo per parole che non siamo autorizzati a usare, che sono "responsabilità e risarcimenti" [...] "Riparazioni" è anche peggio».[10]

Primi negoziati[modifica | modifica wikitesto]

Mentre erano in corso i negoziati per la costituzione dell'UNFCCC, nel 1991 l'Alleanza dei piccoli Stati insulari propose la creazione di un pool assicurativo internazionale per «risarcire i piccoli paesi insulari più vulnerabili e i paesi in via di sviluppo litoranei per perdite e danni derivanti dall'innalzamento del livello del mare».[3] Nella proposta, l'importo che ogni paese dovrebbe contribuire a questo pool sarebbe determinato dal loro contributo relativo alle emissioni globali e dalla loro quota relativa del prodotto interno lordo mondiale, una formula «modellata sulla Convenzione complementare di Bruxelles del 1963 sulla responsabilità civile nel campo dell'energia nucleare». Questa proposta è stata respinta e quando la Convenzione UNFCCC è stata adottata nel 1992 non conteneva alcuna menzione di perdite o danni.[11]

Il concetto di perdite e danni è stato menzionato per la prima volta in un testo ufficiale delle Nazioni Unite, il Piano d'azione di Bali alla COP13 del 2007, che richiedeva «strategie e mezzi per la riduzione dei disastri per affrontare le perdite e i danni associati agli impatti dei cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo che sono particolarmente vulnerabili agli avversi effetti del cambiamento climatico».[12]

Meccanismo internazionale di Varsavia[modifica | modifica wikitesto]

Il Meccanismo internazionale di Varsavia per perdite e danni, istituito nel 2013, riconosce che «le perdite e i danni associati agli effetti avversi del cambiamento climatico comprendono, e in alcuni casi comportano, più di quanto può essere ridotto dall'adattamento».[13] Il suo mandato include «migliorare la conoscenza e la comprensione», «rafforzare il dialogo, il coordinamento, la coerenza e le sinergie tra le parti interessate» e «rafforzare l'azione e il sostegno, compresi finanziamenti, tecnologia e sviluppo di capacità, per affrontare le perdite e i danni associati agli effetti avversi del cambiamento climatico».[13] Tuttavia, non prevede alcuna responsabilità o risarcimento per perdite e danni.

L'Accordo di Parigi prevede di mantenere il Meccanismo internazionale di Varsavia, ma afferma esplicitamente che la sua inclusione «non comporta né fornisce una base per alcuna responsabilità o risarcimento».[14] L'inclusione di questa clausola è stata la condizione alla quale i paesi sviluppati, in particolare gli Stati Uniti, hanno accettato di inserire un riferimento a perdite e danni.[15]

Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico[modifica | modifica wikitesto]

Il Quinto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), pubblicato nel 2013-14, non conteneva un capitolo specifico su perdite e danni, ma il Capitolo 16 Opportunità di adattamento, vincoli e limiti, nell'ambito del rapporto del Gruppo di lavoro II: Impatti, adattamento e vulnerabilità (WG2), può essere molto rilevante per chi è interessato al tema "perdite e danni".[16] Un'analisi qualitativa dei dati di ciò che il Quinto rapporto di valutazione dell'IPCC ha da dire su perdite e danni ha sorprendentemente mostrato che il termine è stato utilizzato molto più spesso nelle dichiarazioni sui paesi dell'allegato I (ad esempio Stati Uniti, Australia e Stati europei) che nel testo sui paesi non inclusi nell'allegato I (la maggior parte dei paesi in Africa, Asia, America Latina e Pacifico), che tendono ad essere più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico.[17]

Nonostante i ripetuti suggerimenti dei delegati dei paesi vulnerabili, il Sesto rapporto di valutazione dell'IPCC, pubblicato nel 2021-22, non conteneva un capitolo su perdite e danni.

COP27 di Sharm el-Sheikh[modifica | modifica wikitesto]

Dopo tre decenni di rinvii per ottenere il riconoscimento del concetto di "perdite e danni" causati dal cambiamento climatico, la XXVII Conferenza delle Parti dell'UNFCCC (COP27) di Sharm el-Sheikh ha accettato la proposta,[18] concordando di utilizzare la Santiago Network,[19] istituita alla COP25, per fornire assistenza tecnica, e istituito un comitato di transizione che formulerà raccomandazioni alla COP28 (Dubai, 30 novembre - 12 dicembre 2023) su come dovranno essere gestiti i fondi.[20]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Introduction to loss and damage, su UNFCCC.
  2. ^ https://ipccitalia.cmcc.it/loss-and-damage-perdite-e-danni/
  3. ^ a b (EN) M.J. Mace e Roda Verheyen, Loss, Damage and Responsibility after COP21: All Options Open for the Paris Agreement, in RECIEL. Review of European, Comparative & International Environmental Law, vol. 25, n. 2, 27 luglio 2016, pp. 197-214.
  4. ^ (EN) Koko Warner e Kees van der Geest, Loss and damage from climate change: Local-level evidence from nine vulnerable countries (PDF), in International Journal of Global Warming, vol. 5, n. 4, 2013, pp. 367-386.
  5. ^ (EN) Zinta Zommers, David Wrathall e Kees van der Geest, Loss and Damage to Ecosystem Services (PDF), in UNU-EHS Working Paper Series, n. 12, Bonn, United Nations University Institute of Environment and Human Security (UNU-EHS), 2014.
  6. ^ (EN) Non-economic losses in the context of the work programme on loss and damage (PDF), su UNFCCC, 9 ottobre 2013.
  7. ^ (EN) Anita Bhadani, A Guide to Climate Reparations, su yesmagazine.org, 29 novembre 2021.
  8. ^ (EN) Kara Manke, What is the role of reparations in delivering climate justice?, su news.berkeley.edu, 5 maggio 2022.
  9. ^ (EN) Naveena Sadasivam, ‘A moral responsibility’: Scotland calls for climate reparations ahead of COP27, su msn.com, 14 ottobre 2022.
  10. ^ (EN) Somini Sengupta, Calls for Climate Reparations Reach Boiling Point in Glasgow Talks, su The New York Times, 11 novembre 2021.
  11. ^ (EN) Yana Nazarova, "Loss and Damage" in the Context of Small Islands, su weblog.iom.int.
  12. ^ (EN) Decisions adopted by the Conference of the Parties (PDF), su UNFCCC, Bali, 14 marzo 2008.
  13. ^ a b (EN) Segretariato UNFCCC, Warsaw international mechanism for loss and damage associated with climate change impacts (PDF), in Report of the Conference of the Parties on its nineteenth session, held in Warsaw from 11 to 23 November 2013, Varsavia, UNFCCC, 31 gennaio 2014, pp. 6-8.
  14. ^ (EN) Decisions adopted by the Conference of the Parties (PDF), su UNFCCC, Parigi, 29 gennaio 2016.
  15. ^ (EN) Roz Pidcock e Sophie Yeo, Explainer: Dealing with the ‘loss and damage’ caused by climate change, su carbonbrief.org, 9 maggio 2017.
  16. ^ (EN) Richard J.T. Klein et al. (a cura di), 16. Adaptation Opportunities, Constraints, and Limits (PDF), in Cambridge University Press, 2014, pp. 899-943.
  17. ^ (EN) Kees van der Geest e Koko Warner, Loss and damage in the IPCC Fifth Assessment Report (Working Group II): a text-mining analysis, in Climate Policy, n. 20, 2020, pp. 729-742.
  18. ^ (EN) COP 27 delivers progress on Loss and Damage but fails on fossil fuels, su escr-net.org, 21 novembre 2022.
  19. ^ (EN) About the Santiago Network, su unfccc.int.
  20. ^ Valentina Neri, Loss and damage, cos'è il fondo per perdite e danni dovuti alla crisi climatica, su lifegate.it, 25 novembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]