Penthetor lucasi

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Pipistrello della frutta dal muso corto di Lucas
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Chiroptera
Sottordine Megachiroptera
Famiglia Pteropodidae
Genere Penthetor
K.Andersen, 1912
Specie P.lucasi
Nomenclatura binomiale
Penthetor lucasi
Dobson, 1880
Areale

     P.l.lucasi

     P.l.suyantoi

Il Pipistrello della frutta dal muso corto di Lucas (Penthetor lucasi Dobson, 1880) è un pipistrello appartenente alla famiglia degli Pteropodidi, unica specie del genere Penthetor K.Andersen, 1912, diffuso nella Penisola Malese e in Indonesia.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine Penthetor deriva dal greco Πενθέτωρ, letteralmente "colui che è in lutto", con allusione al colore scuro della specie.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 85,6 e 115 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 57 e 62 mm, la lunghezza della coda tra 8 e 13 mm, la lunghezza delle orecchie tra 14 e 16,5 mm e un peso fino a 44 g.[3]

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio presenta una scatola cranica allungata, il rostro del cranio accorciato ed è privo dei fori postorbitali, presenti nelle altre specie simili. La specie si distingue dalle dimensioni dell'incisivo superiore esterno, circa la metà di quello interno.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

1 3 1 2 2 1 3 1
2 3 1 1 1 1 3 2
Totale: 28
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è molto più corta e schiacciata che in Cynopterus. Il colore delle parti dorsali è marrone scuro, la testa è nerastra, mentre le parti ventrali sono grigiastre, più chiare al centro. La nuca è cosparsa di peli grigi, mentre il collo è simile in colore al centro dell'addome. Il muso è relativamente corto e largo, gli occhi sono grandi. Le orecchie sono larghe con la punta arrotondata e sono munite di un lobo antitragale piccolo ma distinto. Le membrane alari sono attaccate posteriormente all'estremità del primo metatarso, le ossa alari sono scure. La coda è sottile e lunga circa la metà del piede, l'uropatagio è ridotto ad una sottile membrana lungo la parte interna degli arti inferiori. Il calcar è di dimensioni normali. La tibia è insolitamente lunga, circa la metà dell'avambraccio, ed e priva di peli.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia all'interno delle grotte, formando grandi colonie superiori alle cento unità. È stato osservato anche nelle fessure rocciose, tra i massi lungo i fiumi e, solitariamente, negli alberi cavi.[4]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di una grande varietà di frutti e semi degli alberi della foresta.[4]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Femmine gravide sono state osservate a settembre, molto più raramente a giugno. Danno alla luce un piccolo alla volta all'anno.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nella Penisola Malese e in Indonesia.

Vive nelle foreste disturbate ed in quelle primarie di pianura e collinari, fino a 610 metri di altitudine. Sugli Altipiani Cameron, nella Penisola Malese raggiungono anche i 1.828 metri.[4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 2 sottospecie:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerata il vasto Areale, la presenza in diverse aree protette, e l'adattamento a qualsiasi degrado del proprio habitat, classifica P. lucasi come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Bates, P., Bumrungsri, S., Suyanto, A., Francis, C., Kingston, T. & Maryanto, I. 2008, Penthetor lucasi, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Penthetor lucasi, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Francis, 2008.
  4. ^ a b c Medway, 1983.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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