Palazzo Bargellini

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Palazzo Bargellini
Facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia delle Pinzochere 3
Coordinate43°46′08.86″N 11°15′47.3″E / 43.769128°N 11.263139°E43.769128; 11.263139
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Realizzazione
Proprietarioeredi Bargellini
Committentefamiglia Da Cepparello

Palazzo Bargellini, già palazzo da Verrazzano, si trova in via delle Pinzochere 3 a Firenze.

Il nome attuale deriva da Piero Bargellini, sindaco di Firenze durante l'alluvione del 1966 e famoso storico e scrittore, che vi abitò a partire dagli anni '40.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In questo sito nei primi del Quattrocento si trovavano due case, una delle quali apparteneva al famoso umanista Poggio Bracciolini. Verso la metà del secolo i due edifici vennero acquistati da un certo Giovanni Del Zaccheria, che le cedette nel 1505 a Gherardo di Michele Da Cepparello. La famiglia Da Cepparello fu l'artefice del nuovo palazzo, costruito agli inizi del XVI secolo da un architetto sconosciuto, forse attribuibile per alcuni elementi a Giuliano da Sangallo o a Baccio d'Agnolo (i peducci e le pregevoli colonne con capitelli scolpiti del cortile e dello scalone, le tracce di finestre quadripartitre come a Palazzo Bartolini Salimbeni, lo scorcio prospettico del giardino, ecc.).

Nel 1578 il palazzo passò agli Almanneschi e nel 1650 ai Dell'Antella, prima di venire acquistato nel 1662 da Isabella Gerini, moglie del senatore Andrea Da Verrazzano (della casata resa illustre dal famoso navigatore Giovanni). Risale a quel periodo lo stemma nel cortile, con la stella dei Da Verrazzano, che tennero il palazzo fino all'estinzione del ramo familiare nel 1819.

Lo studio di Piero Bargellini

Seguirono altri passaggi di proprietà: i Casamorata (qui visse il compositore Luigi Ferdinando Casamorata), i Parenti (che fecero inserire una "P" ancora presente sulla cancellata del cortile), gli Antinori, i Fedeli, fino all'acquisto da parte della moglie di Piero Bargellini, Lelia Cartei, nel 1946. La coppia stava cercando un palazzo in centro ed è un curioso aneddoto come la donna appena vide il palazzo, sebbene fosse in un cattivo stato di manutenzione, decise di acquistarlo senza consultarsi con il marito, anzi chiedendo i soldi per la caparra all'editore del Bargellini a titolo di anticipo sul prossimo libro del marito. Il Bargellini, quando venne a conoscenza dell'iniziativa della moglie, sebbene turbato dalle cattive condizioni della struttura, approvò in definitiva la sua scelta.[senza fonte] La ristrutturazione terminò all'inizio degli anni '60, ma già nel 1966 l'alluvione danneggiava gravemente fino al primo piano, essendo la zona di Santa Croce una delle più colpite dalla sciagura. Le grandi ante del portale vennero divelte ed una di esse non fu mai più ritrovata. Tutto ciò che si trovava al pian terreno venne irrimediabilmente devastato.

Bargellini fu capace di attirare l'attenzione sulla catastrofe dell'alluvione, ed è emblematico l'episodio quando invitò alcune personalità del governo nel suo palazzo facendoli passare con fatica per la melma che invadeva il pian terreno del palazzo, per vedere con i propri occhi la drammatica situazione: poco dopo non tardarono ad arrivare aiuti più efficaci alla città da parte del Governo. In quei duri giorni Bargellini aprì il palazzo agli sfollati e ne fece un centro di prima accoglienza.

Oggi il palazzo appartiene agli eredi Bargellini, che hanno curato un riordino dello studio e delle carte dello scrittore. Lo studio di Bargellini è Casa della Memoria dal 2006 e visitabile su appuntamento. Il giardino viene periodicamente aperto al pubblico in alcune occasioni nel corso dell'anno.

Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il giardino
Ordine architettonico attorno al cortile

Il palazzo è da giudicare, come più volte sottolineato dalla letteratura, tra i più belli e conservati di Firenze, per la misurata facciata, le eleganti finestre centinate del primo e del secondo piano circondate da bozze spianate (su sette assi), la sua panca di via e l'ampia grondaia sporgente.

L'androne voltato a botte dà accesso al cortile, con una loggetta con colonmne dai capitelli scolpiti finemente. Anticamente il loggiato occupava tre lati, ma due vennero tamponati in varie epoche. Da qui si accede sia al giardino, un angolo verde circondato da alti edifici con un piccolo ninfeo e una serra, e allo scalone, che ha il corrimano in pietra serena originale e una colonna al primo piano.

All'ultimo piano, sul lato interno, si trova una loggetta.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Il cortile
  • Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, p. 182, n. 27;
  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 166, n. 390;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d'osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, p. 414;
  • Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, p. 444;
  • Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-190, X, pp. 4,7;
  • Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 254;
  • L'illustratore fiorentino. Calendari storico per l'anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, 1909, p. 90;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Leipzig, F.A. Brockhaus, 1910, n. 715;
  • L'illustratore fiorentino. Calendari storico per l'anno ..., a cura di Guido Carocci, Firenze, Tipografia Domenicana, 1913, pp. 131-134;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 167, n. XLIX;
  • Enrico Barfucci, Giornate fiorentine. La città, la collina, i pellegrini stranieri, Firenze, Vallecchi, 1958, p. 136;
  • Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 715;
  • Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell'arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, II, pp. 639-642;
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 198;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, III, 1978, p. 125;
  • Gabriella Orefice, Da Ponte Vecchio a S. Croce. Piani di risanamento a Firenze, Firenze, Alinea, 1992, p. 40;
  • Francesco Gurrieri, Patrizia Fabbri, Palazzi di Firenze, fotografie di Stefano Giraldi, Venezia, Arsenale Editrice, 1995, pp. 200-205;
  • Patrizia Fabbri, Palazzi a Firenze, Venezia Mestre, Arsenale Editrice, 2000, pp. 118-121;
  • Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 485;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, pp. 411-412;
  • Donata Bertoldi, I luoghi e la cultura: lo Studio Bargellini in Via delle Pinzochere a Firenze, in "Erba d'Arno", 2006, 104-105, pp. 113-119.
  • Toscana Esclusiva XII edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane 2007.
  • Claudio Paolini, Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze, Firenze, Paideia, 2008, pp. 172-173, n. 263;
  • Andrea Cecconi, Le case della memoria. Un itinerario letterario nella Firenze del ‘900, Firenze, Giampiero Pagnini Editore, 2009, p. 27;
  • Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce, Firenze, Paideia, 2009, pp. 244-245, n. 348;

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