Opium (film 1919)

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Opium
Lingua originaleintertitoli in tedesco
Paese di produzioneGermania
Anno1919
Durata112 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedrammatico
RegiaRobert Reinert
SceneggiaturaRobert Reinert
ProduttoreRobert Reinert
Casa di produzioneMonumental-Film-Werk
FotografiaHelmar Lerski
MusicheI. Poltschuk
Interpreti e personaggi

Opium è un film muto del 1919 scritto, diretto e prodotto da Robert Reinert.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il professor Gesellius è un medico inglese in Cina per studiare gli effetti farmacologici dell'oppio. Recatosi in una fumeria, il proprietario Nung-Tschang gli racconta la storia del figlio nato anni prima dalla relazione segreta della moglie con un europeo. Nung-Tschang aveva ucciso la moglie e tenuto con sé il bambino, rendendo l'uomo suo schiavo grazie all'oppio. Nella fumeria, Gesellius conosce anche la giovane Sin che lo supplica di liberarla dallo stato di schiavitù in cui è stata ridotta. Il medico riesce a tornare in Inghilterra con la ragazza, scoprendo che è proprio lei il frutto dell'adulterio di cui gli ha parlato Nung-Tschang, che nel frattempo si è messo sulle loro tracce in cerca di vendetta.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La prima proiezione del film avvenne il 29 gennaio 1919 al Residenz-Theater di Düsseldorf.[1]

In anni recenti è stato proiettato alle Giornate del cinema muto di Pordenone del 1997[2] e nelle edizioni del Festival internazionale del cinema di Berlino del 1992, in una retrospettiva dedicata agli studi Babelsberg di Potsdam, e del 2018, in quella dedicata alle produzioni tedesche negli anni della Repubblica di Weimar.[3][4] In quest'ultimo caso è stata mostrata una versione a colori di 91 minuti, con l'accompagnamento al pianoforte di Richard Siedhoff, restaurata grazie al contributo di Filmmuseum München, Filmmuseum Düsseldorf e Filmarchiv Austria.[4][5]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film ricevette giudizi positivi in Germania alla sua uscita. Secondo la recensione della rivista Der Film, «l'accuratezza della regia è stata in grado di raggiungere traguardi ben al di sopra della media» e «la peculiare tecnica fotografica ha prodotto immagini che non si erano mai viste in Germania»,[6] mentre alcuni giorni prima Die Lichtbild-Bühne aveva parlato di «una trama sofisticata e realizzata con precisione» e di una tecnologia «perfetta e mai noiosa», concludendo che «con un film così grande non c'è davvero da temere la concorrenza straniera».[7]

Più recentemente, lo storico del cinema Tobias Nagl ha scritto che «sotto la superficie, Opium cattura l'esperienza e lo shock della prima guerra mondiale... Reinert e il suo cameraman Helmar Lerski hanno sviluppato un linguaggio cinematografico brillante e allucinante».[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Opium, su filmportal.de, www.filmportal.de. URL consultato il 14 settembre 2021.
  2. ^ Pordenone Silent Film Festival, su cinetecadelfriuli.org, www.cinetecadelfriuli.org. URL consultato il 14 settembre 2021.
  3. ^ Retrospective - Opium, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 14 settembre 2021.
  4. ^ a b c Retrospective - Opium, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 14 settembre 2021.
  5. ^ Retrospektive und Berlinale Classics (PDF), su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 14 settembre 2021.
  6. ^ Opium - C.B., Der Film, Nr. 7, 15.2.1919, su filmportal.de, www.filmportal.de. URL consultato il 14 settembre 2021.
  7. ^ Opium - Lichtbild-Bühne, Nr. 5, 1.2.1919, su filmportal.de, www.filmportal.de. URL consultato il 14 settembre 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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