Nicezio di Besançon

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San Nicezio di Besançon

Vescovo

 
Nascita...
Morte...
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione24 novembre 1900 da papa Leone XIII
Ricorrenza8 febbraio

Nicezio di Besançon (... – ...; fl. VII secolo) è stato un vescovo franco, vescovo di Besançon nel VII secolo. Il suo culto come santo fu confermato da papa Leone XIII nel 1900.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Louis Duchesne considerò il suo nome una corruzione di Migetius e collocò il suo episcopato dopo quello di Donato alla metà del VII secolo;[1] in base a studi successivi, Bernard de Vregille ritenne giusto accettare i dati dell'antico catalogo episcopale di Besançon che poneva l'episcopato di Nicezio prima di quello di Protadio, negli anni a cavallo tra il VI e il VII secolo.[2]

Scarse e poco attendibili le notizie sul suo episcopato: nel 602 avrebbe partecipato a un concilio di cui non si conoscono gli atti; sarebbe stato contemporaneo e amico di papa Gregorio magno e avrebbe promosso l'erezione della chiesa di San Pietro a Besançon.[1]

Sotto il suo episcopato Colombano fondò il monastero di Luxeuil, in diocesi di Besançon, ma né il nome di Nicezio, né quello di altri vescovi di quella sede viene menzionato dal biografo del monaco irlandese, Giona di Bobbio.[1] Ciò potrebbe dipendere dall'ostilità di Nicezio e degli altri vescovi franchi verso alcune posizioni di Colombano, come la sua pratica di celebrare la Pasqua al modo irlandese.[2]

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Fu sepolto nella chiesa di San Pietro. La sua festa era celebrata nella diocesi l'8 febbraio, ma per un certo periodo la celebrazione fu spostata al 31 gennaio.[1]

Gli sono dedicate parrocchie nelle diocesi di Besançon, in quella di Saint-Claude e ad Augerans.[1]

Il suo culto come santo fu confermato da papa Leone XIII con decreto del 24 novembre 1900.[3]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano all'8 febbraio.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Claude Boillon, BSS, vol. IX (1967), col. 898.
  2. ^ a b Bernard de Vregille, Les origines chrétiennes et le haut Moyen Âge, in Histoire de Besançon, vol. I (1964), p. 179.
  3. ^ Index ac status causarum (1999), pp. 452 e 599.
  4. ^ Martirologio romano (2004), p. 191.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Claude Fohlen (cur.), Histoire de Besançon, 2 voll., Nouvelle librairie de France, Parigi 1964-1965.
  • Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causaruom, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.