Monumento a Vittorio Emanuele II (Genova)

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Monumento a Vittorio Emanuele II
AutoreFrancesco Barzaghi
Data1886
MaterialeBronzo e granito
UbicazionePiazza Corvetto, Genova
Coordinate44°24′36.25″N 8°56′17.73″E / 44.410069°N 8.938257°E44.410069; 8.938257

Il monumento a Vittorio Emanuele II è una statua equestre bronzea situata in Piazza Corvetto, nel quartiere Portoria, a Genova, dedicata al re d'Italia Vittorio Emanuele II di Savoia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La statua di bronzo, che sorge su un piedistallo di granito, venne realizzata dallo scultore milanese Francesco Barzaghi e inaugurata il 18 luglio 1886, con la dedica "I Genovesi al re Vittorio Emanuele II", il primo re dell'Unità d'Italia e deceduto poi a Roma il 9 gennaio 1878. Il monumento venne posto nell'elegante piazza ottocentesca dedicata a Luigi Emanuele Corvetto, politico genovese di età napoleonica, esattamente al centro della rotatoria, confinante con l'ampio parco della spianata dell'Acquasola. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti l'allora re Umberto I, succeduto al padre, e la consorte Margherita di Savoia[1]. Il monumento equestre evidenzia inoltre il nodo degli incroci stradali circostanti, un sistema viario "a stella" della piazza realizzato sul modello francese.

Polemiche[modifica | modifica wikitesto]

In epoca recente[2] (anche per via dello storico sentimento anti-monarchico genovese), il monumento è stato contestato poiché il sovrano, quando era ancora re di Sardegna, avrebbe definito il popolo genovese una "vile e infetta razza di canaglie" in una lettera datata l'8 aprile 1849 indirizzata al generale Alfonso La Marmora, durante i moti di Genova, in cui gli attivisti e manifestanti mazziniani erano insorti in città contro i piemontesi e la rivolta era stata repressa nel sangue dalle truppe sabaude[3] con violenze e razzie. Anche l'attore genovese Paolo Villaggio scrisse una lettera a Il Secolo XIX criticando la presenza del monumento[4]. Nel 2008, su richiesta dell'allora Movimento Indipendentista Ligure (non più esistente), il Comune di Genova fece apporre, su un marciapiedi di fronte alla statua, una targa che ricorda i moti de 1849[5].

In occasione delle mobilitazioni di Black Lives Matter negli Stati Uniti che videro la decapitazione e la rimozione di numerose statue appartenenti a un passato razzista e coloniale tra cui anche il navigatore Cristoforo Colombo, l'associazione genovese Che l'inse! propose la rimozione di quella del re sabaudo in Piazza Corvetto, poiché aveva parlato in termini razziali della popolazione della città[6].

Nella lettera citata, tuttavia, il monarca non definisce espressamente la popolazione genovese delle canaglie, ma si riferisce probabilmente ai rivoltosi, né questo insulto ha una chiara matrice razziale [7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ilpostalista.it, https://www.ilpostalista.it/sommario_52.htm.
  2. ^ Lettere e articoli contro il monumento, su francobampi.it.
  3. ^ Storia del monumento a Vittorio Emanuele II in Piazza Corvetto, su fosca.unige.it.
  4. ^ Paolo Villaggio, Vuoi mettere piazza Corvetto senza la statua del baffuto Savoia, in Il Secolo XIX, 20 novembre 1998.
  5. ^ Marco Preve, Savoia, la secessione di Tursi, in la Repubblica, 23 novembre 2008.
  6. ^ Petizione online per rimuovere la statua, su genova24.it.
  7. ^ Il sacco di Genova del 5 aprile 1849, su ilmugugnogenovese.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • La scultura a Genova e in Liguria. Dal Seicento al primo Novecento, vol. III, F.lli Pagano,1989, Genova.
  • Stefano Percivale, Genova com’era, Genova com’è. Fratelli Frilli editori, Genova 2008.

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