Masso Gastaldi

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Masso Gastaldi
Veduta
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Piemonte
Provincia  Torino
Catenamonolite isolato
Coordinate45°05′56.04″N 7°33′01.12″E / 45.0989°N 7.55031°E45.0989; 7.55031
Altri nomi e significatiRoc di Pienezza[1],
(PMS) Pera Mòra
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Masso Gastaldi
Masso Gastaldi

Il Masso Gastaldi (o Roc di Pianezza[1] oppure, in piemontese, Pera Mòra) è un masso erratico situato nel Comune di Pianezza (TO, Italia), intitolato al geologo Bartolomeo Gastaldi che gli dedicò alcuni studi pionieristici sulla geomorfologia glaciale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il masso visto da sud-ovest

Si tratta di un grande masso alto 14 metri, largo 16 metri e lungo 26 metri[2], di circa 2.000 metri cubi di volume.[3]
È collocato a breve distanza dal centro storico di Pianezza, in Via Masso Gastaldi, ed è ormai incluso nell'abitato della cittadina[2], parzialmente inglobato da un condominio di costruzione relativamente recente [4] che si trova addossato alla sua parete nord-occidentale.
Sulla sua cima sorge una chiesetta dedicata all'Arcangelo Michele, mentre sulla parete sottostante alla facciata del piccolo edificio di culto si trova una lapide dedicata a Bartolomeo Gastaldi, dedicatagli dal Club Alpino Italiano nel 1884.[2]

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

La lapide in memoria di Bartolomeo Gastaldi

Il Masso Gastaldi fa parte del complesso dell'Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana.[5] Durante la glaciazione Mindel venne trasportato nel luogo dove attualmente si trova dal grande ghiacciaio che percorreva la Valle di Susa, sul quale era caduto a seguito di una frana. Il masso fu oggetto a metà del XIX secolo di una disputa scientifica tra Angelo Sismonda, che lo considerava un inselberg collegato, al di sotto dello strato di sedimenti della pianura padana, con il Monte Musinè, e Bartolomeo Gastaldi, che ne sosteneva invece l'origine glaciale. Questa seconda ipotesi fu dimostrata da Gastaldi con l'osservazione che, a breve distanza dal masso, esistevano alcuni pozzi di notevole profondità, scavati completamente nel sedimento, e che ciò escludeva l'esistenza di una continuità del substrato roccioso tra la catena alpina e il masso.[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesetta di San Michele

Il masso in epoca pre-cristiana fu presumibilmente sede di culti pagani. Il luogo venne in seguito cristianizzato, anche visivamente, con l'erezione di una cappella dedicata all'Arcangelo Michele sulla sua cima. L'antica chiesetta con gli anni andò in rovina e venne ricostruita nella forma attuale di tempietto non consacrato, raggiungibile grazie ad una scalinata scavata nella pietra.[4]

Durante la seconda guerra mondiale sotto il masso venne costruito un rifugio antiaereo, al quale si accede con un passaggio scavato sull'angolo sud-est del roccione.[1]
Dopo un lungo periodo di chiusura nel 2016 il rifugio è stato riaperto e reso visitabile per iniziativa del Comune di Pianezza e della locale sezione del CAI.[7]

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

Il masso viene utilizzato, nelle sue parti più ripide, come palestra di roccia, e vi sono presenti alcuni spit. In passato vi fu allestito un piccolo giardino roccioso, del quale rimangono oggi alcune specie vegetali rupicole di un certo interesse botanico.[4]

Per accedere alla cima ci si può rivolgere alla Sezione CAI di Pianezza.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c AA.VV., Annali Del Museo Civico Di Storia Naturale "Giacomo Doria", vol. 76-77, Museo civico di storia naturale, 1967, p. 187-190. URL consultato il 17 marzo 2021.
  2. ^ a b c d Masso "Gastaldi", su comune.pianezza.to.it, Comune di Pianezza. URL consultato il 16 marzo 2021.
  3. ^ AA.VV. (Touring club italiano), Piemonte, eccetto Torino e Valle d'Aosta, collana Guida d'Italia, Officine grafiche A. Vallardi Touring club italiano, 1961, p. 426. URL consultato il 16 marzo 2021.
  4. ^ a b c Aldo Molino, Il Masso Gastaldi di Pianezza, in Piemonte Parchi, Regione Piemonte, 7 aprile 2015, ISSN 1124-044X (WC · ACNP). URL consultato il 16 marzo 2021.
  5. ^ Luigi Motta, Michele Motta e Osvaldo Ferrero, Massi erratici singolari - testimonianze glaciali nel paesaggio piemontese (PDF), Torino, Museo Regionale di Scienze Naturali, 2013, p. 12. URL consultato il 16 marzo 2021.
  6. ^ Michele Motta e Luigi Motta, Il ruolo dei massi erratici nella nascita della geomorfologia (PDF), in Le Rocce della Scoperta – Momenti e problemi di storia della scienza nelle Alpi occidentali., Glauco Brigati, 20210, p. 104, ISBN 9788878224605. URL consultato il 17 marzo 2021.
  7. ^ Riapertura rifugio del antiaereo, su caipianezza.it, Club Alpino Italiano sezione di Pianezzza. URL consultato il 17 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2020).

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