Masillabune

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Masillabune
Scheletro di Masillabune franzeni
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Ordine Artiodactyla
Famiglia Choeropotamidae
Genere Masillabune

Il masillabune (gen. Masillabune) è un mammifero artiodattilo estinto, appartenente ai cheropotamidi. Visse nell'Eocene medio (circa 45-40 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Germania.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale doveva essere vagamente simile a un tragulo attuale, sia come aspetto che come dimensioni, ma come tutti i cheropotamidi era dotato di una lunga coda e di zampe più corte. Masillabune era caratterizzato da denti a corona bassa (brachidonti) e bunodonti, dotati di cuspidi arrotondate. La mandibola, simile a quella di Haplobunodon ma dall'angolo posteriore arrotondato, si innalzava posteriormente. La specie tipo, Masillabune martini, è conosciuta per uno scheletro appartenente a un esemplare giovane, dotato ancora di premolari da latte e privo di diastemi tra i denti.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Masillabune è considerato uno dei più antichi e arcaici rappresentanti dei cheropotamidi, un gruppo di artiodattili tipici dell'Eocene, di piccole dimensioni e dalla dentatura vagamente simile a quella dei suidi. Inizialmente venne considerato un genere ancestrale alla famiglia degli antracoteriidi, comprendente anche animali di talia notevole e dalle forme pesanti.

La specie tipo è Masillabune martini, descritta per la prima volta da Tobien nel 1980 sulla base di uno scheletro in ottimo stato di conservazione proveniente dal giacimento di Messel, in Germania; la specie M. franzeni, descritta nel 1989, proviene invece dal giacimento della Geiseltal, sempre in Germania e di età simile.

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Masillabune doveva essere un piccolo erbivoro piuttosto agile, dotato di denti caniniformi anteriori che potrebbero indicare anche una dieta parzialmente carnivora o che forse avevano una funzione per il combattimento intraspecifico. L'esemplare proveniente da Messel conserva al suo interno i resti dell'ultimo pasto dell'animale, che comprendono varie foglie di piante simili all'alloro e altro materiale vegetale non identificato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tobien, H. 1980. Ein anthracotherioider Paarhufer (Artiodactyla, Mammalia) aus dem Eozan von Messel bei Darmstadt (Hessen). Geologisches Jahrbuch Hessen, 108, 11-22.
  • Tobien, H. 1985. Zur Osteologie von Masillabune (Mammalia, Artiodactyla, Haplobunodontidae) aus dem Mitteleozan der Fossilfundstatte Messel bei Darmstadt (S-Hessen, Bundesrepublik Deutschland). Geologisches Jahrbuch Hessen, 113, 5-58.
  • Erfurt, J. and Haubold, H. 1989. Artiodactyla aus den Eozanen Braunkohlen des Geiseltals bei Halle (DDR). Palaeovertebrata, 19, 131-160.
  • J. Sudre and G. Lecomte. 2000. Relations et position systématique du genre Cuisitherium Sudre et al., 1983, le plus dérivé des artiodactyles d l'Éocène inférieur d'Europe. Geodiversitas 22(3):415-432
  • Hooker, J. J. & Thomas, K. M., 2001: A new species of Amphirhagatherium (Choeropotamidae, Artiodactyla, Mammalia) from the Late Eocene Headon Hill Formation of southern England and phylogeny of endemic european "anthracotheroids". Palaeontology: Vol. 44, #5, pp. 827–853
  • J. Erfurt and G. Metais. 2007. Endemic European Paleogene artiodactyls. In D. R. Prothero, S. E. Foss (eds.), Evolution of Artiodactyls 59-84

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