Mario Rossani

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Mario Rossani
NascitaCassano delle Murge, 1º febbraio 1890
MorteMonte Corno, 26-27 giugno 1918
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGenio
Reparto5º Reggimento genio minatori
GradoMaggiore
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Gorizia
Battaglia del solstizio
Comandante diLXIX Battaglione zappatori
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Mario Rossani (Cassano delle Murge, 1º febbraio 1890Monte Corno, 26-27 giugno 1918) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cassano delle Murge, provincia di Bari, il 1 febbraio 1890, terzogenito di Antonio e Teresa Gallo.[1] Dopo il biennio propedeutico alla scuola di ingegneria di Palermo, si iscrisse alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino, dalla quale uscì il 12 agosto 1911 con il grado di sottotenente nell'arma del genio[2] e assegnato al 5º Reggimento genio, specialità minatori[1]. Il 17 novembre 1912 guadagnò la promozione a tenente e, più avanti, fu inviato in Libia, rientrando in Italia circa un anno dopo, ricevendo importanti incarichi di lavori di progettazione e di realizzazione di opere difensive nel settore della frontiera orientale, quella con l'Impero austro-ungarico.[1] Divenuto capitano nell'agosto 1915, a guerra iniziata, assunse il comando della 18ª Compagnia minatori raggiungendo la zona di operazioni.[1] Si distinse per l'abilità nella direzione dei lavori di rafforzamento delle difese delle prime linee, ricevendo ben tre encomi solenni nell'aprile e nel maggio 1916 e una certa notorietà tra le truppe di prima linea.[3] Insieme alla fanteria prese parte ad azioni belliche sul Monte Sabotino e sul Salcano il 23 giugno, il 6 e il 7-8 agosto, dove fu catturato un ricco bottino di guerra stabilita l'occupazione definitiva delle posizioni conquistate, venendo decorato per questo con tre Medaglie d'argento al valor militare.[4] Prestò servizio presso lo Stato maggiore della 35ª Divisione, e nominato comandante del LXIX Battaglione zappatori dopo la sua promozione a maggiore per meriti di guerra, si distinse nel giugno 1917 sul Monte Pasubio, venendo decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare il 25 agosto quando portò coraggiosamente in salvo alcuni militari rimasti feriti durante un incendio provocato dall'esplosione di alcuni esplosivi, e rimanendo egli stesso ferito dalla seconda esplosione.[5] Dopo la riconquista del Monte Corno, in Vallarsa, avvenuta il 10 giugno 1918, fu incaricato di organizzare la difesa della importante posizione.[5] Il 26 giugno, mentre si trovava nella primissima linea per eseguire il rilevamento per la messa in posizione di un reticolato, fu colpito da una pallottola di mitragliatrice alla fronte e alla mano sinistra.[1] Raggiunta una scala a corda per calarsi nello strapiombo venne raggiunto dallo scoppio di una granata di bombarda che lo fece precipitare nello strapiombo.[1] Per onorarne il coraggio con Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919 fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Costante e fulgido esempio di fermezza, di attività e di coraggio, dirigeva imperterrito lavori di rafforzamento sulla cima di un monte di recente conquistato, in una località tuttora vivamente contrastata dall’avversario. Ferito alla testa da una pallottola di mitragliatrice nemica, rimaneva sul posto nascondendo il suo stato mortale perché non venisse attenuata l’operosità degli ardui lavoratori. Nuovamente colpito, stramazzava in un sottostante burrone. M. Corno, 26-27 giugno 1918.[6]
— Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Si spingeva sotto i reticolati nemici per raccogliervi la salma di un suo dipendente; e in tale circostanza faceva prigioniero un austriaco, col quale aveva impegnato una lotta corpo a corpo, uccidendone un altro che accorreva ad aiutare il compagno. Monte Sabotino, 22 giugno 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Esempio di intelligente arditezza e di oculata attività, contribuiva in primissimo grado, con la sua opera e col suo valore, alla conquista vittoriosa del Sabotino e dei ponti di Salcano. Sabotino-Salcano, 6-9 agosto 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Guidata con impareggiabile slancio, al seguito di un battaglione, la propria compagnia fino al costone di San Marco, assicurando il possesso di questo, si slanciava alla presa dello sbocco dietro il ponte sull'Isonzo. Noncurante del pericolo, con freddo coraggio e travolgente audacia ributtava le forze nemiche oltre la riva sinistra del fiume, strappando all'avversario una batteria da campagna e parecchio altro bottino ed assicurando il dominio di tutto il ponte sotto il violento e persistente fuoco nemico. Sabotino, Salcano, 6 agosto 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un incendio provocato dallo scoppio di un magazzino di esplosivi, noncurante del pericolo, accorreva immediatamente per trarre in salvo i soldati feriti, rimanendo colpito a sua volta da una seconda esplosione. Panettone Medio, 29 agosto 1917

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare dal 1915 al 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del Solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Salvatore Caponio, Il Maggiore del Genio Mario Rossani, Medaglia d'oro al Valor Militare nella Grande Guerra, Oria, ItalGrafica, 2018, ISBN 9791220036801.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]