Maestro d'Isacco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giacobbe, dettaglio dell'affresco Isacco benedice Giacobbe basilica superiore

Il cosiddetto Maestro d'Isacco, o meglio il Maestro delle Storie di Isacco (fine XIII secolo – ...), è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Due scene affrescate nel registro superiore della Basilica di San Francesco di Assisi, che narrano la storia biblica della Morte d'Isacco, sono di una modernità tale che da sempre ha fatto discutere sull'attribuzione di questi affreschi ad un pittore di grosso bagaglio tecnico e rientrano a pieno titolo in quella che è definita la "Questione giottesca".

Trovandosi nel registro superiore della Basilica accanto ai pre-giotteschi di scuola romana (Jacopo Torriti e Filippo Rusuti) e ai toscani (seguaci e allievi di Duccio di Boninsegna e Cimabue), il Maestro d'Isacco spicca in volumetria e tridimensionalità anticipando di diversi anni la rivoluzione pittorica di Giotto.

Per questo motivo si è pensato ad un maestro romano all'apice della propria attività (Pietro Cavallini) o ad un allievo di Cimabue, da identificarsi proprio con il giovanissimo Giotto.

Gli affreschi[modifica | modifica wikitesto]

Maestro d'Isacco, Isacco respinge Esaù, Assisi, Basilica Superiore di San Francesco

I due affreschi mostrano Isacco che benedice Giacobbe (Gen. 27, 1-29) e Isacco che respinge Esaù (Gen. 27, 30-40).

L'ambientazione degli affreschi è uguale: Isacco cieco giace sul letto di morte in primo piano, un secondo personaggio (prima Giacobbe e poi Esaù) in secondo piano proteso verso la figura del padre, un terzo piano è occupato dalla figura di Rebecca che sorveglia preoccupata che l'inganno dello scambio dei fratelli riesca.

In ambedue le scene una pesante cortina chiude lo sfondo come un'edicola della sacra rappresentazione mettendo in risalto, come una scatola tridimensionale, la volumetria dei personaggi che agiscono nello spazio scenico: una finta architettura in lieve assonometria fa infatti da cornice all'ambiente dove si trova il letto di Isacco composto da un solido parallelepipedo.

L'iato fra le due scene è la presenza di una figura che solleva Isacco nell'atto di benedire Giacobbe (che lui crede Esaù) e la cortina sollevata da Rebecca forma delle pieghe che danno ancora più movimento alla scena.

Il Maestro d'Isacco, per il suo elevato livello tecnico, può essere considerato uno dei primi pittori gotici italiani, distaccandosi per originalità e tecnica dai pittori della sua età.

La questione di Giotto ad Assisi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Questione giottesca.
Isacco respinge Esaù, dettaglio

Da molti decenni è stata messa in seria discussione la tradizionale attribuzione a Giotto degli affreschi della Vita di San Francesco della Basilica Superiore, soprattutto ad opera di studiosi e critici d'arte di area anglosassone (Rintelen, Oertel, Meiss). Gli studiosi italiani rimangono invece in buona parte convinti della bontà della tesi vasariana della sicura attribuzione a Giotto. Di recente l'intervento di Bruno Zanardi, restauratore della Basilica di Assisi dopo il terremoto del 1997, ha dato un altro forte scossone alla secolare diatriba[1], ribadendo l'opinione di Federico Zeri che riconosceva la mano di un pittore di scuola romana, forse Pietro Cavallini, l'unico grande pittore gotico che stranamente non è presente nel Cantiere di Assisi, dove invece lavorarono gli altri pittori romani suoi contemporanei Jacopo Torriti e Filippo Rusuti.

L'attribuzione a Cavallini degli affreschi di San Francesco, anche se ancora minoritaria fra gli storici dell'arte, getterebbe nuova luce sul Maestro d'Isacco, i cui affreschi sono forse i più vicini al Cavallini sia tecnicamente, sia per i colori caldi e gli incarnati così simili a quelli degli affreschi di Santa Cecilia in Trastevere.

Nonostante questo, le attribuzioni più accettate sono ancora quelle di Giotto oppure (meno accreditata) di un Arnolfo di Cambio che accanto a quelle di scultore e architetto aggiungerebbe una rara perizia pittorica[2].

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Al Maestro di Isacco sono attribuite una serie di storie dell'Antico testamento nella basilica superiore di Assisi, tra cui:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bruno Zanardi, Giotto e Pietro Cavallini.
  2. ^ Angiola Maria Romanini, Gli occhi di Isacco

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angiola Maria Romanini, Gli occhi di Isacco. Classicismo e curiosità scientifica tra Arnolfo di Cambio e Giotto, in “Arte medioevale”, n.s., I (1987).
  • E. Simi Varanelli, Dal Maestro d'Isacco a Giotto. Contributo alla storia della perspectiva communis medievale, in "Arte medievale", n.s. III (1989), pp. 115–143.
  • Bruno Zanardi, Giotto e Pietro Cavallini. La questione di Assisi e il cantiere medievale della pittura a fresco, Skira, Milano 2002.
  • La Basilica di San Francesco ad Assisi, a cura di Giorgio Bonsanti, Franco Cosimo Panini Editore, Modena 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàEuropeana agent/base/111670