Locomotiva FS 897

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Gruppo 897
Locomotiva a vapore
Una locomotiva Br 94, modello analogo alla FS 897
Anni di costruzione 1913 - 1926
Anni di esercizio 1919 - 1953
Quantità prodotta 1242 (2 unità immatricolate in Italia)
Costruttore Schwartzkopff
Dimensioni 12.660 mm x ?? x ??
Passo dei carrelli 1.450 mm
Massa in servizio 84,9 t
Massa aderente 84,9 t
Tipo di motore a vapore
Alimentazione carbone
Velocità massima omologata 40 km/h
Rodiggio 0-5-0 (E)
Diametro ruote motrici 1.350 mm
Distribuzione Walschaerts
Tipo di trasmissione bielle
Numero di cilindri 2
Diametro dei cilindri 610 mm
Corsa dei cilindri 660 mm
Superficie griglia 2,30 
Superficie riscaldamento 129,36 m²
Superficie surriscaldamento 45,27 m²
Pressione in caldaia 12
Potenza continuativa 787 kW
Dati tratti da:
Mascherpa, IF 1,2,11, pp. varie

Le locomotive gruppo 897 erano locotender a vapore, di rodiggio 0-5-0, di costruzione tedesca (ex KPEV T 161) acquisite dalle Ferrovie dello Stato come riparazioni di guerra dopo il 1919.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le locomotive del gruppo FS 897 erano delle locomotive "prussiane" del Gruppo T 161, divenuto in seguito Baureihe 94.5–17 presso la Deutsche Reichsbahn di cui vennero costruite ben 1242 unità fino al 1926. Erano giunte in Italia in conto riparazioni della prima guerra mondiale in numero di 2 unità.

Lo stesso argomento in dettaglio: Locomotiva prussiana T 16.1.

Vennero immatricolate dalle FS nel gruppo 897 con numerazione progressiva 897.001 e 897.002 ed adibite, data la loro potenza e la loro piena aderenza, alla manovra pesante negli scali di Bologna e Milano. Ebbero il soprannome "Pierina" da parte dei ferrovieri.[1] La 897.001, ex KPEV T 16.1 8101 "Danzica" venne demolita nel 1948; la 897.002 nel 1953[2]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Le caratteristiche delle locomotive 897 e il loro schema costruttivo erano quelli della locomotiva prussiana T 161. Il motore era a 2 cilindri esterni, a vapore surriscaldato, con distribuzione a cassetto cilindrico e meccanismo tipo Walschaerts. La caldaia aveva il preriscaldamento dell'acqua di alimentazione con il dispositivo disposto in alto traa la cabina di guida e il duomo; la pressione di esercizio era di 12 bar.

Era fiancheggiata dai due lati per oltre metà della sua lunghezza da due casse d'acqua. Il rodiggio a 5 assi accoppiati con ruote di piccolo diametro permetteva una piena aderenza. Per limitare l'effetto del notevole passo rigido gli assi estremi avevano la possibilità di spostarsi trasversalmente e quello centrale aveva il bordino di spessore ridotto[3].

Le due locomotive giunte in Italia sviluppavano 1350 CV; avevano scorte di 8 metri cubi d'acqua e di 3 tonnellate di carbone.[4].

Deposito locomotive di assegnazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Deposito Locomotive di Milano: 897.001
  • Deposito Locomotive di Bologna: 897.002

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Cornolò, Locomotive di preda bellica, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2009, ISBN 978-88-87372-74-8.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel Ferrovie, (IF 1) (gennaio 1977) n. 200, pp. 15-25.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel Ferrovie, (IF 11) (novembre 1976) n. 198, pp. 592-601.
  • Erminio Mascherpa, Le locomotive tedesche in Italia, in Italmodel Ferrovie, (IF 2) (febbraio 1977) n. 201, pp. 93-96.

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