Lica

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Ercole e Lica, scultura di Antonio Canova

Lica (in greco Λίχας?) era il nome di uno degli araldi di Eracle nella mitologia greca.

Il mito[modifica | modifica wikitesto]

Eracle inviò il suo giovane araldo Lica a Eraclea Trachinia affinché recuperasse una veste prodigiosa. Ebbe da Deianira la veste intrisa dal sangue di Nesso, la donna in realtà pensava ad essa come un potente filtro d'amore, come le aveva raccontato lo stesso Nesso morente, ma si trattava invece di un veleno molto potente. Se ne accorse in ritardo, osservando la fine di una sola goccia caduta a terra, non riuscendo poi ad avvertire in tempo il suo amato del pericolo imminente.[1]

L'unguento di cui era intrisa la veste era avvelenato con il sangue del mostro Idra di Lerna. Dopo che Eracle ebbe indossato la veste fu travolto da un dolore insopportabile, che l'avrebbe accompagnato poi fino alla morte, e pensò che il giovane Lica lo avesse avvelenato. Così lo prese e lo scagliò giù dal promontorio.[2]

Altri invece narravano una diversa fine di Lica, Ovidio ad esempio racconta di come egli venne scagliato nel mare d'Eubea, e da lì venne tramutato in roccia.[3]
Una leggenda dice che Lica si sia diviso in mille pezzi che hanno creato tutte le isole che si trovano sul mar Egeo.

Omonimia[modifica | modifica wikitesto]

Questo Lica non va confuso con il giovane latino omonimo citato nel libro X dell'Eneide che prende parte alla guerra contro Enea sbarcato nel Lazio dopo la caduta di Troia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Igino, Fabulae, 36.
  2. ^ Apollodoro, Biblioteca, libro II,7,7.
  3. ^ Ovidio, Metamorfosi, libro IX,152-158 e 211-229.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luisa Biondetti, Dizionario di mitologia classica, Milano, Baldini&Castoldi, 1999, ISBN 88-8089-725-X.

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