Lex Cassia

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Lex Cassia
Senato di Roma
TipoPlebiscito
Nome latinoLex Cassia tabellaria
AutoreLucio Cassio Longino Ravilla
Anno137 a.C.
Leggi romane

La Lex Cassia tabellaria fu un plebiscito emanato nel 137 a.C. dal tribuno della plebe Lucio Cassio Longino Ravilla.[1]

Disposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Questa legge deliberava che l'utilizzo di apposite tabelle (da qui tabellaria) come strumento di scrutinio fosse ampliato nell'ambito dei processi giudiziari, garantendo teoricamente la segretezza del voto. Era di fatto un ampliamento della Lex Gabinia tabellaria del 139 a.C., che stabiliva l'utilizzo delle tabelle nei comitia.

Motivazioni[modifica | modifica wikitesto]

Si pensa che questa legge fosse stata adottata in seguito all'assoluzione che L. Aurelio Cotta ottenne corrompendo i giudici nel 138 a.C.; fu osteggiata dal tribuno della plebe Marco Anzio Brisone e dal console Marco Emilio Lepido Porcina, ma appoggiata da Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione.[2] Successivi miglioramenti o ampliamenti furono la Lex Papiria (131 a.C.), la Lex Maria (119 a.C.) e la Lex Coelia (107 a.C.), tutte volte a limitare la corruzione. Queste leggi sono dette Leges tabellariae.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) T. Robert S. Broughton, The magistrates of the Roman Republic, collana Philological Monographs, I, 1ª ed., New York, American Philological Association, 1951 [1º maj 1951], p. 485.
  2. ^ Giovanni Rotondi, Leges publicae populi Romani, in Enciclopedia Giuridica Italiana, 1ª ed., Milano, Società editrice libraria, 1912, p. 297.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni (e fonti)[modifica | modifica wikitesto]