Laterculus

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Laterculus (plurale: laterculi) è il nome che nella tarda antichità e nell'alto Medioevo si dava ad una lastra in pietra od in terracotta sulla quale era stata scritta un'epigrafe[1] usata per diffondere certi tipi d'informazioni disposte in forma di elenco o di calendario. Il termine poi divenne sinonimo del contenuto di un tale tipo di scrittura, spesso un elenco, un registro[2] od una tabella, indipendentemente dal supporto su cui questi venivano scritti. Un elenco di soldati di un'unità dell'esercito romano, come quelli reclutati o congedati in un determinato anno, può essere chiamato laterculus,[3] un esempio del quale si trova in un'iscrizione da Vindonissa.[4]

Il termine equivalente Greco è plinthos (πλίνθος), usato nella nomenclatura architettonica.[5]

Un tipo comune di laterculus era il computus, una tabella per il calcolo della data della Pasqua e così laterculus sarà spesso equivalente a fasti.[6] Isidoro di Siviglia disse che un ciclo calendariale dovrebbe essere chiamato laterculus «…poiché ha gli anni posti in ordine di riga», cioè in una tabella.[7]

Lista di laterculi[modifica | modifica wikitesto]

Laterculi degni di menzione sono, fra gli altri:

Laterculus Veronensis

una lista di province romane dai tempi degli imperatori Diocleziano e Costantino I;

Laterculus Malalianus,

un'esegesi storica del VII secolo sulla vita di Cristo dalla Chronica Minora in Monumenta Germaniae Historica , dai disegni di Giovanni Malalas e così denominato da Teodoro Mommsen, sebbene solo una parte relativamente piccola del testo prenda la forma di una lista che copre il periodo di imperatori romani da Augusto a Giustino II.[8]

Laterculus regem Vandalorum et Alanorum,[9]

un elenco di re vandali[10] basata nella visione del Mommsen su diplomi o, in alternativa, sulla versione africana della Cronaca di Prospero Tirone.[11]

Laterculus regum Visigothorum

un elenco di monarchi visigoti.[12]

Laterculus Polemii Silvii,

un elenco imperiale romano di imperatori e province romane di Polemio Silvio.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il significato originale di laterculus (o anche latericulus) nella lingua latina era "piccolo mattone", vedi: L. Castiglioni ed S. Mariotti, Vocabolario della Lingua latina, Torino, Loescher, 1986, p. 824
  2. ^ In tal caso il sostantivo divenne il neutro laterculum, con il significato specifico di "registro", L. Castiglioni ed S. Mariotti, op. cit
  3. ^ Sara Elise Phang, The Marriage of Roman Soldiers (13 B.C.-A.D. 235): Law and Family in the Imperial Army (Brill, 2001), pp. 313, 326.
  4. ^ Duncan Fishwick, Imperial Cult in the Latin West (Brill, 1990), vol. 2.1, p. 441 online. Per ulteriori esempi vedi Corpus Inscriptionum Rhenarum di Brambach online passim.
  5. ^ Anthony Grafton, Joseph Scaliger: A Study in the History of Classical Scholarship (Oxford University Press, 1993), p. 331.
  6. ^ Jane Stevenson, The 'Laterculus Malalianus' and the School of Archbishop Theodore (Cambridge University Press, 1995), p. 1.
  7. ^ Isidoro, Etymologies 6.17: quod ordinem habeat stratum annorum; Grafton, Joseph Scaliger, p. 331 online.
  8. ^ Stevenson, The "Laterculus Malalianus", pp. 1–3.
  9. ^ MGH, AA XIII, pp. 457–60.
  10. ^ John Robert Martindale, The Prosopography of the Later Roman Empire, Cambridge University Press, 1992, reprinted 2000, vol. 3, p. xxiii.
  11. ^ Roland Steinacher, The So-Called "Laterculus Regum Vandalorum et Alanorum": A Sixth-Century African Addition to Prosper Tiro's Chronicle?, in Vandals, Romans, and Berbers: New Perspectives on Late Antique North Africa (Ashgate, 2004), p. 163.
  12. ^ MGH, AA XIII, pp. 464–9.
  13. ^ J.N. Adams, The Regional Diversification of Latin, 200 BC–AD 600 (Cambridge University Press, 2007), p. 252.
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