Macabro

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Un teschio con la corona imperiale nel sarcofago di Carlo VII imperatore del Sacro Romano Impero nella cripta della chiesa dei Cappuccini in Vienna.

Macabro è un termine usato per definire lo stile e il contenuto di opere artistiche caratterizzate da un'atmosfera lugubre in relazione con la morte e con il suo immaginario collettivo enfatizzati nei suoi dettagli e simboli.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'etimologia della parola è incerta. [1] Secondo Gaston Paris[2] il termine appare per la prima volta come un aggettivo derivato dal francese "macabre", che si ritrova nella locuzione danse macabre, alterazione di danse de Macabré (1376) opera di Jean Le Fèvre[3] dove probabilmente Macabré sarebbe un nome proprio di un personaggio delle canzoni di gesta. Un'altra interpretazione riferisce invece Macabré ad una alterazione di Machabée da Maccabeo che compare nell'espressione latina risalente al XV secolo "chorea Machabaeorum" (danza dei Maccabei)[4]: i sette fratelli torturati con la loro madre Solomone e il loro maestro Eleazar[5].

Il macabro nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Per lungo tempo il macabro legato al tema della morte è presente nella iconografia occidentale antica:

«Nell'arte antica compare la raffigurazione della morte come genio malefico dalle fattezze mostruose (soprattutto su vasi); come demone femminile alato; come figura maschile alata (Tanato) sia nella pittura vascolare sia in numerosi rilievi. Si può ricordare anche la rappresentazione di scheletri con valore simbolico (il teschio simbolico, accompagnato da elementi allegorici, come la ruota, è in un mosaico del Museo Nazionale di Napoli, forse da Pompei).[6]»

Negli antichi autori greci e latini non è comune incontrare elementi macabri: tracce appaiono in Apuleio e nel Satyricon che prende spunto dalla fabula milesia per gli episodi macabri o licenziosi (come quello della Matrona di Efeso). Nell'età cristiana il tema della morte rimane limitato ai filosofi, alle cerimonie liturgiche e ai predicatori mentre gli artisti lo trattano quasi esclusivamente nell'arte funeraria. Dalla seconda metà del XIII secolo i pittori riempiono le chiese di raffigurazioni intensamente realistiche della morte. Raffigurazioni simboliche e pitture sacre che per i per molti analfabeti del tempo sostituiscono efficacemente gli scritti dedicati agli insegnamenti morali.

Nelle letteratura inglese sono considerati autori più o meno macabri John Webster, Robert Louis Stevenson, Mervyn Peake, Charles Dickens, Cyril Tourneur; nella letteratura americana si ricordano specialmente Edgar Allan Poe e H. P. Lovecraft. Questi ultimi due sono tuttora considerati i capostipiti dell'evoluzione moderna e contemporanea del genere macabro, che grazie anche alle loro opere ha assunto una maggior autonomia ed una dignità letteraria: Poe in un ambito macabro e grottesco, ma al tempo stesso poetico ed evocativo, e Lovecraft in un ambito più prettamente fantastico. I prodotti delle loro immaginazioni e visioni sono divenuti autentiche pietre miliari, basti ricordare i racconti del cosiddetto Ciclo di Cthulhu per quanto riguarda Lovecraft o i Racconti del grottesco e dell'arabesco scritti da Poe il cui senso del macabro culmina nella La maschera della morte rossa.[7]

Il senso del macabro è presente non solo nelle opere letterarie, pittoriche e scultoree ma anche nella musica come nel Totentanz di Liszt, ad esempio e nella Danza Macabra di Saint-Saëns, ispirata dal poemetto grottesco di Henri Cazalis che sulla scorta della rinomata ballata di Goethe aveva creato una scena parodistica in cui la morte suonava un violino scordato in un cimitero.

Anche il cinema ha dedicato a questi temi alcune opere come ad esempio il film La morte ti fa bella (Death becomes her - 1992) di Robert Zemeckis dove il macabro si mescola al grottesco e al kitsch.[8][9]

Temi iconografici[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E.Gamillscheg, Etymologisches Wörterbuch der französischen Sprache, ed. Winter, Heildelberg 1928
  2. ^ P. Meyer, G. Paris, A.Thomas, M. Roques, Romania, Société des amis de la Romania, Paris 1985, pp. XXIV, 131
  3. ^ «Je fis de Macabré la danse»
  4. ^ Enciclopedia Italiana Treccani alla voce "Macabro"
  5. ^ 2Maccabei 6:18-07:41).
  6. ^ Enciclopedia Italiana Treccani alla voce "morte"
  7. ^ Il Terrore Cosmico da Poe a Lovecraft - La paura dell'ignoto dall'abisso dell'anima al caos cosmico, in a cura di Sandro D. Fossemò. URL consultato il 24 febbraio 2010.
  8. ^ Sito Libero.it
  9. ^ Centro sperimentale di cinematografia, su fondazionecsc.it. URL consultato il 1º ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2015).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Tenenti, Il senso della morte e l'amore della vita nel rinascimento, Torino, Einaudi, 1989.
  • Giuseppe Leone, Le chiome di Thanatos, Napoli, Liguori, 2011.
  • Daniele Trucco, L'emancipazione del macabro. Il disfacimento del corpo nell'opera di Carpaccio, in «Arte & Dossier», n. 316, anno XXIX, 2014, pp. 48-53.
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