Heinz Schwarz

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Heinz Schwarz (Arbon (Svizzera), 2 luglio 1920Satigny, 12 agosto 1994) è stato uno scultore e pittore svizzero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Heinz era il maggiore dei cinque figli di Ernst Schwarz. Nato ad Arbon in Turgovia, cresce a Gerlafingen e a Solothurn. Dopo gli anni di scuola a Gerlafingen inizia a lavorare come apprendista litografo ad Aarau.

Nel 1943 decide di dedicarsi alla modellazione e alla scultura, iniziando come autodidatta; si stabilisce a Ginevra dove affitta uno studio sul Boulevard Carl-Vogt e si associa alla sezione ginevrina della Società dei pittori e scultori svizzeri[1].

Si sostiene con le borse di studio: negli anni 1949, 1952 e 1956 dalla Commissione federale per l'arte e nel 1954 da Kiefer-Hablitzel.
A Zurigo collabora per un breve periodo con Karl Geiser, ma in seguito descriverà questo suo periodo come un errore. Prosegue inoltre la sua formazione con lo scultore Jakob Probst.

Dopo la Seconda guerra mondiale intraprende viaggi di studio in Italia (a Firenze, Orvieto, Roma e Pompei), in Francia e in Egitto. Tornato a Ginevra, prende in gestione lo studio dell'artista Max Weber (1897-1982) in Rue du Stand.

Nel 1951 il Kunstverein Solothurn acquista il disegno Gizeh, che Schwarz aveva eseguito quell'anno stesso durante il suo viaggio in Egitto; altre opere saranno acquistate dal museo nel corso degli anni Cinquanta. Nel 1955, il Torso femminile (1947-49) entra in comodato permanente alla Confederazione Svizzera. Nel corso degli anni Sessanta altre sue opere entrano nelle collezioni di enti cantonali e locali[2].

Nel 1968 apre uno studio a Onex e nel 1993 diventa cittadino onorario del comune.
Nella sua casa di Châteauneuf-Grasse si dedica anche alla pittura[3].

Nel 1972 l'artista fa dono della piccola scultura Cavaliere con cavallo al pascolo. Nel 1978 riceve il Premio d'arte del Cantone di Solothurn.

Nel 1992 il Kunstmuseum Solothurn ha ospitato una sua retrospettiva completa e, in occasione del suo centesimo compleanno, gli ha dedicato un'altra mostra nel 2020.

Sculture[modifica | modifica wikitesto]

Le sue prime sculture sono di gusto arcaico[4]. Dagli anni Sessanta inizia a sviluppare il tema di adolescenti e di giovani donne e comincia ad intitolare le sue sculture con i nomi delle relative modelle.
Le sculture più tarde mostrano un’accentuata lunghezza degli arti unita a volumi più sottili dei corpi[5].

Molte sue opere si trovano nei parchi pubblici del Cantone di Ginevra, acquistati dalla città. Altre sono in altri luoghi pubblici svizzeri acquistate per mecenatismo di enti pubblici.

  • Cavallo e cavaliere (1965), bronzo, Fegetz-Allée, Solothurn)
  • Giovane donna 67 (1967), bronzo, Promenade de Saint-Jean, Ginevra
  • Giovane donna (1973), bronzo, Place Georg Solti, Villars-sur-Ollon
  • Clémentine (1974), bronzo, place du Bourg-de-Four, Ginevra
  • L'adolescente ed il cavallo (1976), bronzo, quai Wilson, Ginevra
  • Corinne (1976), bronzo, Chemin Galiffe, Ginevra
  • Daniela (1977), Parc de la mairie, Lancy
  • Béatrice 11 (1977)
  • Christine Z (1982), bronzo, Villa Le Chêne, Ginevra
  • Giovane donna sdraiata (1989)

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La scultura svizzera in questo periodo è influenzata dalla tradizione figurativa. Uno dei suoi esponenti è Karl Geiser (1898-1957).
  2. ^ Nel 1960 l'acquisto del bronzo Susanna (1950 circa), nel 1965 il dipinto Châteauneuf de Grasse e nel 1966 una testa ritratto del pittore H.P. Mettier (1966). Nel 1973 l'acquisto del bronzo Giovane donna accosciata da parte della Posta Svizzera per la sua sede di Villars-sur-Ollon.
  3. ^ Realizza soprattutto dipinti di paesaggio, come l'opera Die Strasse (1957), che ha ricevuto il Prix Calame nel 1958, acquistata dal Kunstverein nello stesso anno.
  4. ^ Le prime sculture dell'artista mostrano tipi arcaicizzanti come il Torso femminile (bronzo, 1947-49). Il corpo di questa figura è più grande del reale, la sua superficie è lasciata ruvida e reca le tracce del processo di lavorazione
  5. ^ Caratteristica di queste opere più tarde è la cura prestata nella levigazione delle loro superfici.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Isabelle van Beek: Heinz Schwarz aux abords du classicisme, Journal du Jura, 18 luglio 1980
  • Nadia El Beblawi: Heinz Schwarz, 'Magazine des arts, n° 90, giugno 1992, pag. 51

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